Analisi

Pompe di calore: calo dei costi e decarbonizzazione spingeranno questa tecnologia

Un’analisi di McKinsey mette in evidenza tutte le tendenze che stanno spingendo le pompe di calore, capace di ridurre significativamente l’impatto ambientale degli edifici

Pubblicato il 05 Ago 2022

Immagine di Wise ant da Shutterstock

Le pompe di calore elettriche sono una tecnologia che sta incontrando una crescente diffusione, anche nel nostro Paese, incontrando anche il benestare degli esperti, che le considerano chiave per la decarbonizzazione degli edifici residenziali e commerciali. La pompa di calore (secondo la definizione di Assoclima) è una macchina in grado di trasferire energia da un ambiente a bassa temperatura a un sistema a temperatura più elevata. Le potenzialità di questa soluzione sono confermate da una analisi di McKinsey, secondo cui il riscaldamento e la cucina negli edifici commerciali e residenziali rappresentano il 6% delle emissioni globali di CO2. Queste emissioni sono in gran parte dovute all’uso in loco di combustibili fossili come petrolio e gas naturale.
Eppure l’elettrificazione del riscaldamento degli edifici è stata considerata spesso estremamente complessa, sia per l’ampia varietà di sistemi di riscaldamento attuali (vapore, acqua calda, aria forzata, solo per citarne alcuni), nonché del relativo rapporto costo-efficacia rispetto ai combustibili fossili, in particolare nei Paesi a clima freddo. Tuttavia, la conclusione di MC Kinsey è che le pompe di calore elettriche sono diventate un modo sempre più efficace per la decarbonizzazione degli edifici per effetto della diminuzione dei costi operativi, di attrezzatura e installazione, ormai diventati più competitivi in determinati mercati, nonché degli sviluppi nella stessa tecnologia delle pompe di calore. Anche se naturalmente esistono opzioni ulteriori opzioni per decarbonizzare l’uso di energia di un edificio, tra cui la produzione di energia green da fonti rinnovabili (su scala industriale o in loco), l’elettrificazione degli apparecchi di cottura, il miglioramento dell’efficienza energetica dell’involucro di un edificio e l’installazione di soluzioni per il monitoraggio intelligente dei consumi degli edifici (come i termostati).

Prezzi in calo

Ma le pompe di calore meritano un’attenzione particolare. Innanzitutto perché ,secondo McKinsey, i modelli oggi in commercio sono da 2,2 a 4,5 volte più efficienti rispetto ai sistemi a gas. Se fosse implementato in tutto il mondo, l’utilizzo di pompe di calore al posto delle tradizionali caldaie e forni potrebbe ridurre le emissioni globali di CO2 di 3 gigatonnellate all’anno. Tanto che le pompe di calore potrebbero costituire circa il 90% delle nuove vendite di unità di riscaldamento entro il 2050, rispetto al 35% di oggi.
Ci sono diverse ragioni che stanno dietro queste previsioni ottimistiche: innanzitutto le pompe di calore si stanno avvicinando alla parità di costo rispetto ai sistemi a combustibili fossili in numerosi mercati. L’aumento dei prezzi del gas naturale in alcune regioni, in particolare in Europa, nonché i continui miglioramenti nell’efficienza energetica hanno conferito alle pompe di calore un vantaggio in termini di costi di esercizio. Questo significa che i costi delle apparecchiature e dell’installazione, che storicamente hanno rappresentato la più grande barriera economica all’adozione delle pompe di calore, stanno iniziando a non essere più un ostacolo insormontabile. Anche perché l’aumento della concorrenza tra gli OEM, compresi i produttori asiatici di sistemi di condizionamento dell’aria, che ora producono pompe di calore aria-aria su larga scala, stanno portando a una riduzione dei prezzi delle apparecchiature. Nei mercati in cui l’adozione è più diffusa, i costi di manodopera per l’installazione sono diminuiti, grazie al miglioramento delle competenze tecniche. Non solo: gli sviluppi tecnologici, inclusa la composizione dei refrigeranti e le migliori velocità dei compressori, hanno migliorato l’efficacia delle pompe di calore. Che in media, sta aumentando di circa il 2% all’anno, secondo il report McKinsey. Tanto da aver reso le pompe di calore efficaci in alcuni climi nordici. Basti pensare secondo uno studio del 2014, circa un quarto delle famiglie norvegesi era già riscaldato da pompe di calore.

La spinta della normativa

Come spesso accade nel settore energetico, poi, c’è la spinta della normativa: i responsabili politici, in particolare in Europa e negli Stati Uniti, stanno iniziando a introdurre una legislazione a sostegno della decarbonizzazione degli edifici, stabilendo anche veri e propri divieti sugli allacciamenti del gas delle nuove costruzioni, limiti di emissione (con sanzioni pecuniarie) e incentivi alla elettrificazione dei sistemi. Non va poi trascurato il fatto che i principali attori del settore immobiliare (investitori, proprietari e gestori di proprietà) hanno assunto impegni di decarbonizzazione che ora devono essere rispettati. Dato che il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua sono i principali responsabili delle emissioni degli edifici, l’elettrificazione rappresenta un passo significativo verso il raggiungimento degli obiettivi ambientali. Supponendo che l’elettricità provenga da fonti pulite, elettrificare il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua negli edifici residenziali e commerciali, dove possibile, permetterebbe di ridurre le emissioni di circa il 20%. In questo contesto è difficile pensare di fare a meno delle pompe di calore elettriche, che sono emerse come una valida tecnologia di decarbonizzazione per molti tipi di edifici e potrebbero fornire un percorso verso l‘efficienza energetica e la riduzione della CO2. Questo basta a spiegare perché le pompe di calore, ormai considerate come una soluzione efficiente dal punto di vista energetico ed economicamente vantaggiosa, stiano riscontrando un crescente successo.

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