Smart Mobility

Mobilità elettrica: il mercato italiano arretra nel 2022

Secondo lo Smart Mobility Report 2023 dell’Energy & Strategy Group si è assistito a un calo delle immatricolazioni del 15%, in controtendenza con il resto d’Europa

Pubblicato il 28 Set 2023

auto elettrica

La mobilità elettrica in Italia è in pesante affanno dal punto di vista delle vendite e, nonostante una certa crescita delle infrastrutture di ricarica, il quadro complessivo del settore non può essere che negativo. Questi i principali risultati dell’edizione del 2023 dell’Osservatorio Smart Mobility dell’Energy&Strategy, School of Management Politecnico di Milano. In un contesto internazionale ed europeo che ha visto una forte crescita delle immatricolazioni elettriche nel 2022, nel nostro Paese si è assistito addirittura a un deciso rallentamento (-15% rispetto al 2021) e anche il primo semestre del 2023 non ha mostrato segnali di cambio di passo.

Migliorano i numeri delle infrastrutture di ricarica

L’unico punto parzialmente positivo del report è rappresentato dai numeri sulle infrastrutture di ricarica, in cui il Paese negli anni scorsi aveva evidenziato un profondo gap rispetto al resto del Continente. Oggi invece i dati sono in linea con quelli europei: in Italia ci sono quasi 40.000 punti di ricarica ad accesso pubblico a fine 2022, di cui l’85% “normal charge” (+41% rispetto al 2021) e il resto “fast charge” (+57%). I punti di ricarica ad accesso privato, a partire da quelli residenziali, hanno riscontrato un aumento addirittura più rapido (370.000, +170%), trainati dal Superbonus, arrivando persino a superare il numero di autovetture in circolazione. L’aspettativa per i prossimi anni è quella di una crescita delle ricariche pubbliche, anche se a un livello insufficiente: al ritmo attuale i punti di ricarica pubblici passerebbero dai 38.500 di fine 2022 a 106.000 al 2030.

Prezzi ancora troppo elevati

A frenare gli italiani nell’acquisto di nuove vetture elettriche c’è anche il prezzo d’acquisto ancora troppo elevato. Lo conferma l’analisi del Total Cost of Ownership (su un periodo di 12 anni) che vede il costo iniziale pesare per circa il 70% sul TCO di un veicolo elettrico contro il 35-50% di uno tradizionale. L’aspetta al 2030, comunque, è quella di una decrescita dei prezzi dei veicoli, guidata soprattutto da una migliore accessibilità delle batterie agli ioni di litio. Insomma, le cattive notizie non mancano dal report dell’Energy & Strategy. Eppure le prospettive di mercato attese dagli operatori del mondo Smart Mobility non sono così catastrofiche, ma sono anzi in linea o addirittura più ottimiste rispetto all’anno precedente.

“Questo conferma che gli operatori del settore hanno puntato e tuttora puntano forte su questo trend – commenta Simone Franzò, responsabile dell’Osservatorio Smart Mobility dell’Energy&Strategy, School of Management Politecnico di Milano -. Il punto di caduta su cui il Paese atterrerà nei prossimi anni dipenderà in primo luogo dalla capacità del policy maker, comunitario e nazionale, di disegnare un contesto normativo favorevole, ma anche dal contributo che verrà dagli acquirenti di mezzi elettrici, chiamati a cambiare le loro abitudini di utilizzo di un veicolo”.

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