Transizione energetica giusta: cosa significa e perché è così importante?
Con il concetto di transizione energetica giusta si intende rappresentare il passaggio di una impresa o di un settore da una organizzazione energetica basata sull’utilizzo dei combustibili fossili a un modello impostato prevalentemente sull’utilizzo di energia da fonti rinnovabili con un approccio che permetta di rispondere nello stesso tempo a obiettivi climatici, economici e ai diritti sociali delle persone coinvolte.
In altri termini, con transizione energetica giusta si intende un processo di decarbonizzazione energetica efficace in termini di trasformazione industriale e sociale, che si concretizza senza creare nuove forme di esclusione, disuguaglianze o squilibri che vanno ad alterare lo scenario competitivo.
La Transizione energetica giusta per il Food & Beverage Italiano
Il concetto di Transizione energetica giusta riguarda tanti comparti della nostra economia, ma è particolarmente sentito nelle industrie più energivore o dove il ruolo dell’energia è strettamente legato alle logiche stesse che caratterizzano i processi produttivi. Il mondo del Food & Beverage è una delle industrie più rilevanti da questo punto di vista e lo è anche per l’importanza che riveste in termini assoluti, come fonte di eccellenze del Made in Italy.
Proprio per l’importanza di questa trasformazione Edison Next in collaborazione con la testata ESG360 ha organizzato un evento, nell’ambito della linea Next Talk, intitolato “Industria Food & Beverage: quale ricetta per una transizione energetica giusta” e focalizzato sulle prospettive e sulle soluzioni per la identificazione di un equilibrio tra il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale e la garanzia della sostenibilità economica e della competitività delle imprese.

Le sfide e le opportunità di una transizione energetica giusta nell’industria alimentare
Gabriele Cardia, Vicedirettore Generale di Federalimentare, con responsabilità sull’area Ambiente, ha delineato il contesto che caratterizza il settore, ricordando come la Federazione italiana del food and beverage rappresenti, all’interno di Confindustria, il secondo settore manifatturiero italiano, con un fatturato annuo di oltre 197 miliardi di euro e con un contributo del 9,6% al PIL nazionale. Più nello specifico Federalimentare riunisce 13 associazioni che raggruppano a loro volta oltre 6.850 imprese impegnate a realizzare e diffondere l’eccellenza alimentare del Made in Italy.

In particolare, Cardia ha portato l’attenzione sulle principali criticità e opportunità che caratterizzano la transizione energetica nel mondo Food & Beverage sottolineando che l’industria alimentare italiana, si trova al centro di una transizione energetica particolarmente complessa in quanto il settore è intrinsecamente energivoro, caratterizzato da processi chiave quali: Refrigerazione Pastorizzazione e Cottura.
Un impegno questo che determina un consumo pari all’8% dell’utilizzo industriale di energia elettrica nei Paesi ex OSCE e all’1,5% del consumo energetico globale in Europa. Se poi si guarda ai temi relativi all’impatto ambientale Cardia ricorda anche che le emissioni di CO2 attribuibili al Food & Beverage sono stimate in circa l’1,5% delle emissioni totali di gas serra nella UE.
Criticità e opportunità di una transizione energetica giusta
Il Vicedirettore Generale di Federalimentare focalizza poi la propria analisi sulle criticità che il settore deve affrontare per realizzare una transizione energetica giusta e sulle opportunità che si possono cogliere grazie agli investimenti e agli impegni correlati a questa trasformazione.
Relativamente a queste due dimensioni Cardia identifica tre grandi ambiti
- La dimensione tecnologica dove è necessario porre l’attenzione sulle criticità caratterizzate dalle difficoltà nella decarbonizzazione del calore di processo, specialmente quello ad alte temperature. In questo ambito le opportunità sono legate allo sviluppo di pompe di calore industriali, alla diffusione di una elettrificazione realmente efficace e all’utilizzo di vettori energetici rinnovabili come, ad esempio,il biometano.
- La dimensione economica è rappresentata in particolare dall’elevato impegno iniziale in termini di investimenti e dalla dipendenza dalla volatilità del prezzo del gas. Nello stesso tempo questa dimensione offre la possibilità di ridurre i costi operativi a lungo termine e trasformare effettivamente la sostenibilità in un vantaggio competitivo.
- Infine, la dimensione sociale, che è certamente importante in generale ma assume un ruolo speciale per quanto riguarda il Food & Beverage. Una dimensione questa che si esprime nel gap di competenze necessarie alle imprese per gestire le nuove tecnologie digitali ed energetiche, nella necessità di disegnare percorsi formativi e di riqualificazione del personale e che, come prospettiva, prevede la creazione di nuovi posti di lavoro specializzati unitamente a un rafforzamento della reputazione aziendale.

Le azioni di Federalimentare per favorire una transizione giusta
In conclusione, il Vicepresidente di Federalimentare ha voluto sottolineare quelle che sono le iniziative e le azioni messe in campo per supportare e creare le condizioni per una transizione giusta.
Federalimentare si concentra in modo particolare sulla promozione della cultura e della formazione, sull’advocacy istituzionale e sulla ricerca e innovazione collaborativa. In sostanza per realizzare una Transizione giusta, investe in modo sempre più rilevante su una innovazione tecnologica che sia effettivamente accompagnata dallo sviluppo del capitale umano. Per ottenere questo è necessario portare nelle aziende tecnici dell’energia 5.0 e professionisti in grado di interpretare le necessità legate alla transizione energetica con una formazione strategica.
L’innovazione tecnologica al servizio di una transizione giusta per il mondo agroalimentare
Una parte importante della risposta alle esigenze per una transizione giusta nel mondo Food & Beverage arriva dall’innovazione tecnologica. Denis Guidi, Responsabile Marketing Operativo B2B di Edison Next, ha mostrato una visione della “transizione giusta” che secondo Edison Next deve essere sostenibile, ovvero deve aiutarele aziende a mantenere la competitività, tutelando al contempo l’ambiente e le risorse naturali; deve essere equa, e quindi adeguata alle esigenze e alle aspettative delle aziende e del contesto economico attuale e infine deve essere misurata, ovvero progettata e ponderata su obiettivi realistici, con una precisa valutazione degli impatti e dei risultati conseguiti.

Guidi ricorda che nonostante il settore Food & Beverage abbia già ridotto i consumi e le emissioni a partire dal 2005, grazie al phase-out dei combustibili liquidi e all’efficientamento dei processi, resta tuttavia un importante gap negli investimenti in decarbonizzazione. Un numero per tutti ci ricorda che le soluzioni rinnovabili, come il fotovoltaico, sono presenti solo nel 10% delle imprese del comparto.
Benefici operativi e finanziari di una transizione giusta
Venendo alle soluzioni, Guidi indica i fattori chiave della proposta Edison Next per le imprese che intendono affrontare o accelerare la transizione energetica. Vantaggi che possono essere sintetizzati in quattro grandi voci.
La possibilità di ridurre e stabilizzare la spesa energetica grazie all’adozione di formule pluriennali il cui importo è direttamente legato ai consumi energetici effettivi.
La disponibilità di modelli di outsourcing degli investimenti e di trasferimento dei rischi sulla base di un approccio in cui Edison Next effettua investimenti diretti, facendosi carico dei relativi rischi tecnico-economici.
La creazione e la disponibilità di un modello contrattuale deconsolidante: ovvero l’utilizzo di formule contrattuali di servizio ESCo strutturate come EPC, che non impattano sulla posizione finanziaria netta del cliente poiché il rischio è in capo alla ESCo e la remunerazione è variabile, legata ai risparmi energetici ottenuti.
A tutto questo si aggiunge la possibilità, per le aziende, di avere un unico interlocutore, un partner industriale con una consolidata esperienza e una importante disponibilità di servizi, competenze e tecnologie per la gestione end-to-end degli interventi, partendo dall’ascolto delle esigenze del cliente e dalla definizione della roadmap più adeguata al caso specifico, fino alla progettazione, realizzazione e monitoraggio delle soluzioni individuate, assicurando performance e assistenza nel tempo..
Esperienze e percorsi per costruire una transizione giusta
“Non esiste una ricetta unica per la transizione giusta, ma occorre costruire la formula più adatta alle caratteristiche, alle condizioni e agli obiettivi di ciascuna impresa”. Giancarlo Russo, Head of Sales Industry Edison Next, tiene a sottolineare l’importanza di comprendere da vicino e dal di dentro la realtà di ciascuna azienda, come un metodo che permette di identificare il giusto mix a livello di leve e di interventi necessari per realizzare una decarbonizzazione competitiva.

Russo richiama le 4 leve che caratterizzano la transizione giusta nel Food & Beverage: l’Autoproduzione sostenibile, l’Efficienza energetica, la Mobilità sostenibile e l’Aumento della circolarità.
Per ciascuno di questi ambiti Edison Next è nella condizione di mettere a disposizione una serie di soluzioni che, partendo dal servizio Road To Zero, consentono di accompagnare le imprese nella identificazione e nella implementazione di roadmap di decarbonizzazione con il corretto mix di tecnologie per gli obiettivi di ciascuna azienda.
In concreto, nell’ambito dell’Autoproduzione sostenibile Edison Next sostiene la diffusione del fotovoltaico attraverso il modello flessibile e virtuoso del PPA (Power Purchase Agreement), sia on-site che off-site con impianto dedicato, oltre a tecnologie di cogenerazione e trigenerazione e impianti basati su biomassa legnosa. Nell’ambito dell’Efficienza energetica l’offerta prevede la consulenza energetica e l’adozione di soluzioni digitali per la gestione e l’ottimizzazione dei consumi; nella Mobilità sostenibile si colloca un ricco portfolio di soluzioni per la mobilità elettrica e nel perimetro relativo all’Aumento della circolarità si collocano le soluzioni per la valorizzazione e gestione dei rifiuti, per la gestione delle acque e il trattamento delle acque reflue.
Dall’evento emerge che gli interventi sui quali è particolarmente alta l’attenzione nel mondo Food & Beverage riguardano il fotovoltaico, il revamping degli impianti di cogenerazione/trigenerazione (COGE/TRIGE), e l’elettrificazione dei consumi energetici. Questa soluzione poi è particolarmente incisiva nell’ambito dei processi che utilizzano energia termica a basse temperature, come nel caso delle pompe di calore elettriche.
Il ruolo del fotovoltaico in formula PPA
Un’attenzione speciale nella ricerca di soluzioni per una transizione giusta nell’agroalimentare va attribuita al fotovoltaico. La sfida, per il mondo Food & Beverage, come per altri settori, è di fatto quella di appoggiarsi a una autoproduzione di energia a zero emissioni. In questo ambito si collocano le soluzioni di fotovoltaico Edison Next che è in grado di sviluppare impianti che non prevedono investimenti da parte delle aziende clienti.
La strategia del fotovoltaico in formula PPA (Power Purchase Agreement) permette, infatti, una autoproduzione di energia a emissioni zero sulla base di due diverse tipologie di approccio:
- La soluzione PPA on-site che permette di massimizzare il risparmio economico sul singolo sito, valorizzando superfici disponibili – a terra, su tetto, capannone o pensilina – vicini al luogo dove si svolge l’attività da alimentare con energia green, garantendo una bolletta stabile e ridotta per tutta la durata del contratto.
- La possibilità di agire con una soluzione PPA off-site con impianto dedicato che consente di pianificare diverse forme di decarbonizzazionea livello di gruppo aziendale valorizzando ampie superfici non produttive di cui si dispone – a terra, su tetto, capannone o pensilina – lontano dal luogo dove si svolge l’attività da alimentare con energia green, stabilizzando e riducendo la bolletta complessiva.
Russo sottolinea che a supporto di queste soluzioni il Gruppo Edison può contare su 80 impianti fotovoltaici installati per un totale di oltre +825 MWe, e cita l’obiettivo aziendale di realizzare ulteriori 500 MWe in 5 anni.
Prospettive future: green gas e competenze
Guardando alle prospettive per una transizione giusta in ottica di medio periodo e considerando le peculiarità di un settore energivoro come l’agroalimentare, appare importante considerare con attenzione anche le soluzioni che prevedono l’utilizzo di biometano e idrogeno verde.
Si tratta di soluzioni tecnologiche che sono nella condizione di portare risultati importanti a livello di risposta sostenibile ai fabbisogni energetici termici dell’industria. Il fatto poi che al momento debbano superare delle sfide – legate alla poca disponibilità, nel caso del biometano, e alla necessità di un sostegno economico, nel caso dell’idrogeno – rappresenta un invito a considerare queste soluzioni come componenti di una risposta per la costruzione di una “transizione giusta” nel medio- lungo periodo.
Nel breve periodo, considerando appunto i consumi termici del Food & Beverage, la strategia che meglio interpreta i requisiti di una transizione giusta è rappresentata dall’elettrificazione, in particolare attraverso le pompe di calore elettriche, dal momento che la maggior parte dei processi termici nel settore richiede temperature inferiori a 170°C (e circa il 10-20% sotto i 90°C), rendendoli dunque green con l’impiego su vasta scala del fotovoltaico.
In funzione poi del contesto territoriale, può essere particolarmente efficace e competitiva, nella prospettiva di una transizione attenta ai costi e ai risultati, l’alternativa della biomassa legnosa ampiamente consolidata come metodologia almeno per le aree in cui la biomassa è facilmente disponibile.







