La transizione energetica per le micro e piccole imprese italiane non è più un tema futuribile o una semplice opzione strategica. È una necessità legata a tre dimensioni fondamentali: sicurezza energetica, competitività e sostenibilità del sistema produttivo nazionale.
Questo è il messaggio centrale emerso dal convegno “PMI e Transizione Energetica: quali barriere e opportunità?”, organizzato da CNA Milano con il supporto di CNA Abruzzo, CNA Emilia-Romagna e CNA Lombardia e ospitato all’Auditorium CNA Nazionale di Roma. Durante l’appuntamento è stato presentato il report che ha coinvolto 47 imprese attraverso quattro workshop territoriali a Brescia, Bologna, Pescara e Milano.
Al centro della riflessione c’è l’elettrificazione del calore industriale, individuata come leva strategica per decarbonizzare i processi produttivi, ridurre la dipendenza energetica dall’estero e rafforzare la competitività del made in Italy.
Burocrazia, costi e cultura: le vere barriere
Secondo la ricerca, il problema non è la mancanza di tecnologie. Pompe di calore industriali fino a 180°C, sistemi di accumulo elettrochimico, fotovoltaico diffuso e comunità energetiche rinnovabili sono già disponibili. Tuttavia, la loro adozione è frenata da costi iniziali elevati, burocrazia complessa, incentivi inadeguati e infrastrutture insufficienti.
A questi ostacoli si somma una barriera meno tangibile ma altrettanto pesante: la resistenza culturale. Schemi organizzativi consolidati e una certa diffidenza verso l’innovazione contribuiscono a rallentare l’adozione di soluzioni già mature e convenienti nel medio-lungo periodo.
È evidente la necessità di un accompagnamento a 360 gradi, che unisca formazione, strumenti finanziari accessibili e supporto operativo. In caso contrario, il rischio è che le PMI non riescano a compiere quella “just transition” che dovrebbe renderle protagoniste e non vittime del cambiamento.
La voce delle imprese
Il valore del percorso promosso da CNA Milano risiede proprio nell’aver fatto emergere la prospettiva dal basso, quella delle aziende che costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana. Le micro e piccole imprese rappresentano il 99% delle aziende del Paese, generano il 63% del valore aggiunto e il 76% dell’occupazione privata. Eppure, la loro voce resta spesso marginale nei tavoli decisionali.
“L’iniziativa odierna sull’elettrificazione del calore conferma il dinamismo e l’attenzione del sistema CNA nei confronti di due temi strategici quali la transizione green e i costi energetici – afferma Otello Gregorini, Segretario Generale CNA – Il processo di decarbonizzazione ha assoluto bisogno del pieno coinvolgimento delle piccole imprese e la competitività della manifattura passa attraverso un necessario intervento di riduzione dei costi dell’energia”.
La sfida: trasformare il cambiamento in valore condiviso
“Le imprese non possono essere lasciate sole in questa trasformazione epocale – argomenta Matteo Reale, Presidente di CNA Milano – Le tecnologie ci sono, dalle pompe di calore al fotovoltaico, dagli accumuli alle comunità energetiche. Ma senza regole chiare, incentivi stabili e percorsi di accompagnamento, la transizione rischia di essere percepita come un costo e non come un’opportunità. La vera sfida è trasformare questa trasformazione in valore condiviso, rafforzando la competitività delle imprese e migliorando la qualità della vita nei territori.”
I laboratori territoriali: esperienze a confronto
I quattro workshop hanno rappresentato veri e propri laboratori di sperimentazione e ascolto.
A Brescia, il dibattito si è concentrato sull’ecosistema energetico integrato, puntando sull’autoproduzione e sulla creazione di comunità energetiche rinnovabili. È emersa anche la necessità di sviluppare nuove professionalità dedicate alla gestione energetica.
A Bologna, le imprese hanno sottolineato l’importanza di un approccio olistico, che includa economia circolare e consapevolezza culturale. Tra le soluzioni proposte, portali centralizzati per bandi e incentivi e reti collaborative tra aziende.
A Pescara, il focus è stato sulla semplificazione delle procedure e sulla governance territoriale. La proposta di hub locali di competenza e di reti multilivello tra imprese ed enti è stata vista come chiave per ridurre i costi e aumentare la resilienza.
Infine, a Milano il dibattito si è orientato verso l’innovazione radicale. Sono state discusse tecnologie emergenti come mini-reattori modulari e sistemi di accumulo avanzato, con un’attenzione particolare alla creazione di modelli finanziari innovativi per sostenere gli investimenti.
Le PMI vogliono la transizione, ma servono strumenti
“Le PMI italiane, diversamente da quello che a volte si sente dire, sono decisamente favorevoli alla transizione energetica ed ecologica – sottolinea Andrea Barbabella, coordinatore e responsabile scientifico di Italy for Climate (nella foto) – In un sondaggio realizzato lo scorso anno con CNA nazionale il 73% degli artigiani intervistati si è dichiarata d’accordo con l’affermazione che ‘All’Italia conviene accelerare sulla via della transizione energetica perché è un’opportunità di sviluppo’. Mancano, però, strumenti di sostegno efficaci specificamente pensati per le piccole e piccolissime imprese, senza le quali nessuna transizione sarà possibile.”
Formazione e nuove competenze
La ricerca mette in risalto un altro elemento cruciale: il capitale umano. La transizione richiede nuove figure professionali ibride, capaci di integrare competenze tecnico-energetiche, capacità di analisi dei dati e conoscenze di governance partecipativa.
Esperti termo-energetici, facilitatori di comunità energetiche, data analyst energetici e specialisti ESG sono alcune delle professionalità indicate come prioritarie. Senza questo salto qualitativo nelle competenze, le tecnologie rischiano di restare strumenti potenziali e non reali.
Norme europee e quadro nazionale
Le PMI devono allinearsi agli obiettivi fissati dai grandi programmi europei – dal REPowerEU al Clean Industrial Deal, fino ai Piani Nazionali Integrati Energia e Clima (PNIEC). Tuttavia, la normativa resta frammentata e poco accessibile.
CNA Milano propone un framework nazionale coerente, che semplifichi le procedure, renda strutturali gli incentivi, sostenga le comunità energetiche e favorisca investimenti in ricerca e formazione. Un approccio capace di valorizzare i territori come laboratori sperimentali, in grado di generare modelli energetici partecipativi e replicabili.
Reale: “L’azione deve partire oggi”
“L’azione deve partire oggi, portando la transizione all’interno dei processi produttivi delle micro e piccole imprese – conclude Reale – Solo così vincoli e ostacoli possono trasformarsi in opportunità concrete, capaci di generare valore condiviso, rafforzare la competitività e favorire lo sviluppo dei territori”.






