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Opportunità e innovazione per l’ESG: verso una sostenibilità come vantaggio competitivo

Sustainability e innovation manager a confronto sui temi della sostenibilità e della competitività in una tavola rotonda organizzata da ESG360 in collaborazione con Citrix

Pubblicato il 20 Dic 2021

Politiche retributive ESG: come si stanno muovendo le aziende, quali sono i vantaggi e le prospettive

A poche settimane dalla chiusura del COP26, con le prospettive definite nel Glasgow Climate Pact, appare sempre più fondamentale per le aziende focalizzare l’attenzione sul rapporto tra obiettivi di sostenibilità e obiettivi di competitività aziendale. Si tratta, infatti, di due dimensioni e due prospettive che non solo stanno convergendo, ma che generano valore nel momento in cui assumono la forma di una vera e propria integrazione. Tanto che, affrontare i temi legati alla sostenibilità non è concepito solo come un mero adempimento, ma come un vero e proprio fattore abilitante per il business. Nello stesso tempo, c’è un’altra importante evidenza che arriva da COP26 e attiene alla fiducia verso l’innovazione tecnologica a cui è affidato il compito di fare da abilitatore per il raggiungimento di obiettivi di business e obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance.

Verso una trasformazione digitale e dei comportamenti per integrare la sostenibilità alle logiche di business dell’azienda

Il rapporto tra digitale e sustainability è a sua volta in evoluzione, si passa da soluzioni basate su interventi “correttivi” che riducono l’impatto ambientale o che aumentano il coinvolgimento e la collaborazione con dipendenti e partner a un ripensamento di prodotti, processi, modelli organizzativi in modo da portare il cambiamento legato alla trasformazione digitale “nativamente” nelle logiche di business dell’azienda.

Il tema delle opportunità e degli sviluppi legati alla sostenibilità è stato al centro della tavola rotonda “Verso una sostenibilità che fa bene alle aziende: opportunità e innovazione per un percorso ESG” organizzata dalla testata ESG360 in collaborazione con Citrix a cui hanno partecipato i sustainability manager di importanti imprese.

Citrix è un’azienda che unisce una forte focalizzazione sull’innovazione digitale a un impegno di lunga data sui temi della sostenibilità. L’azienda ha organizzato lavoro e infrastrutture per ridurre al minimo la propria impronta ecologica e ha scelto di mettere a disposizione valori, best practices e tecnologie ai propri clienti. Grazie a una ricca offerta di soluzioni concepite per essere nativamente sostenibili e per accelerare il raggiungimento di obiettivi Net-Zero Citrix permette, grazie  ad esempio alle tante e diverse declinazioni di soluzioni per smart working e lavoro agile di sfruttare le potenzialità del digitale per migliorare la qualità del lavoro coniugando business e sostenibilità. (Per avere una visione sull’impegno Citrix verso la sostenibilità vai QUI)

I driver della trasformazione sostenibile

Andrea Sartori, Senior Consultant, Responsabile Finanza Sostenibile, ALTIS, Alta Scuola Impresa e Società, Università Cattolica del Sacro Cuore, in apertura dell’evento ha evidenziato quelli che sono i principali driver che stanno facendo crescere il ruolo della sostenibilità nelle imprese. Sicuramente si sta sentendo in modo sempre più evidente la spinta dei consumatori e dell’opinione pubblica, unitamente al ruolo della finanza e alle necessità dei clienti industriali in particolare nelle catene di fornitura più evolute e complesse. C’è poi un ruolo importante che è svolto dai dipendenti cui si aggiunge la grande spinta che arriva in modo sempre più chiaro da istituzioni e “regolatori”.

L’insieme di questi fattori porta i temi della sostenibilità su un piano più evoluto rispetto alla collocazione tradizionale e li pone in relazione diretta con i temi della competitività. In altri termini, non ci può più essere una reale competitività che non sia veramente e concretamente sostenibile. E la naturale ramificazione della sostenibilità va a toccare i tanti aspetti che determinano il valore delle imprese a livello di innovazione di prodotto, innovazione di processo con cui si creano nuove forme di efficienza e nuovi benefici, miglioramento delle relazioni con tutti gli stakeholder, ma anche con l’ambiente e con i territori, andando a migliorare la reputazione e la legittimazione con gli attori del mercato.

Sartori sottolinea poi il rapporto diretto tra sostenibilità e resilienza in uno scenario in cui le imprese impegnate in percorsi di sustainability mostrano performance finanziarie meno volatili nel tempo, a parità di rendimento medio. Una dinamica che ha trovato conferme anche durante la crisi pandemica e che permette di evidenziare come le aziende sostenibili siano imprese che sanno affrontare meglio i rischi e mostrano una maggiore capacità di gestione della catena di fornitura a garanzia di una migliore business continuity. E anche in ragione di queste caratteristiche sono realtà che stanno incontrando maggiormente il consenso degli investitori.

Innovazione digitale come fattore abilitante dell’ESG

La comunicazione quotidiana ci dice poi che i temi della sostenibilità sono diventati dei trending topic, ma soprattutto ci dice che a differenza di quanto si è abituati a credere lo “sviluppo sostenibile” non è limitato alle tre grandi variabili dell’ESG (Environmental, Social e Governance) ma comprende una “quarta” dimensione che è quella della digitalizzazione a tutti gli effetti da considerare sempre di più come un vero e proprio fattore abilitante.

E anche in questo senso il rapporto tra sostenibilità e digitale è quanto mai vivo e “bidirezionale”.

Da una parte si deve guardare a una innovazione digitale che consente alle imprese di raggiungere obiettivi di sostenibilità almeno su quattro livelli:

  1. Sul piano della Governance con soluzioni per la misurazione e il monitoraggio delle performance ESG a supporto delle decisioni, con piattaforme di supply chain management e sustainable procurement
  2. Sul terreno dei prodotti con il digital engineering a supporto di life cycle analysis e management, con soluzioni per la tracciabilità
  3. Nell’ambito dei processi con le logiche dell’Industria 4.0 per la riduzione delle inefficienze, con nuovi digital workflow management e cloud per la dematerializzazione, con piattaforme di people management e digital collaboration e con piattaforme digitali per la logistica e la mobilità
  4. Verso i clienti, con soluzioni mobile per la comunicazione degli impatti sociali e ambientali

Ma il rapporto tra sostenibilità e digitale si deve completare anche sul piano della sostenibilità del digitale stesso: sul piano delle infrastrutture, con una crescita della larghezza di banda proporzionale a quella dei volumi di dati; negli impatti sociali con un riequilibrio del rapporto tra vita e lavoro; nella data security con data protection e disaster recovery; nella circolarità con il recupero dei materiali; ma anche nel sourcing trasparente con la tracciabilità delle materie prime e nella ricerca di migliori performance in termini di efficienza energetica.

Sostenibilità: priorità strategica e di business

Luca Bruschi, Head of Sustainability di REDA, azienda di eccellenza del Made in Italy, con una forte presenza globale, ricorda come l’azienda abbia scelto già da tempo di mettere la sostenibilità al centro della propria strategia con tre grandi pillar: Sostenibilità, Trasparenza e Circolarità. Il percorso verso la sustainability è sostenuto da un forte commitment aziendale che si concretizza in tante scelte e decisioni. A partire dalle attività volte a garantire la certificazione delle materie prime, nei processi produttivi e nei prodotti finiti, nella responsabilità e nell’impegno verso i territori in cui l’azienda opera, con operazioni progettate per favorire e sostenere, ad esempio, forme di agricoltura rigenerativa.

Un altro aspetto importante evidenziato da Bruschi riguarda l’impegno per indirizzare una cultura della sostenibilità presso tutti gli attori della supply chain con sostegni, ad esempio, a fattorie e imprese ad alte perfomance socio-ambientali che lavorano per fornire le materie prime.

Dal punto di vista organizzativo Bruschi sottolinea il grande tema della misurabilità e in parallelo dell’innovazione digitale come fattore abilitante. Misurare i risultati dei progetti e delle azioni volte al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità rappresenta un fattore determinante per garantire l’impegno concreto dell’azienda, per contare su logiche di miglioramento continuo e per dare trasparenza a tutti gli attori della catena del valore.

Marco Guazzoni, Sustainability Director, Vibram porta la visione di un’altra azienda di eccellenza nell’ambito della produzione di materiali ad alte prestazioni per le calzature sportive e tecniche. La società è impegnata da sempre sui temi dell’innovazione di prodotto e di processo con una sensibilità, che fa parte del DNA anche per la stessa esperienza d’uso associata ai prodotti finali, con logiche esperienziali da outdoor, che prevedono un contatto diretto con la natura e dunque con un posizionamento verso consumatori caratterizzati da una spiccata sensibilità per i temi ambientali. In questo senso l’azienda si è mossa con una ricerca e sviluppo e una capacità produttiva che ispira le proprie scelte nella direzione di prodotti che siano nello stesso tempo performanti e sostenibili da ogni punto di vista. Un approccio che vede Vibram fortemente sbilanciata verso i temi dell’innovazione e della ricerca e che affida alla funzione sustainability manager un ruolo fortemente proattivo e di grande visione su tutta la catena del valore per ispirarla e trasportarla verso il miglioramento continuo.

Guazzoni sottolinea l’importanza di avere una lettura e un presidio completo su tutte le variabili che incidono sui risultati di sostenibilità, variabili che sono presenti lungo tutta la value chain: dal design e dalla progettazione sino all’ingegnerizzazione dei processi di produzione, dalla scelta dei materiali sino alla gestione dei rapporti con fornitori e partner. Un altro aspetto sul quale si focalizza l’attenzione è legato all’importanza di dare vita a una sostenibilità che sia in grado di portare sul mercato prodotti pensati per essere nativamente sostenibili e possibilmente ispirati alle logiche “circolari”.

Veronica Bovo, Chief Sustainability Officer di HIND, Holding Industriale che investe capitale nelle piccole e medie imprese per dare vita a eccellenze e valore del Made in Italy, sottolinea l’ impegno verso la sostenibilità del gruppo, in settori come l’automotive, la comunicazione, il food & beverage, la robotica e nella moda in particolare, ambito in cui ci sono ampi margini di crescita e di sviluppo nella creazione di valore sulla filiera. È infatti nella Supply Chain che si presentano le principali criticità per le aziende del settore del luxury fashion, nelle quali il rispetto di standard normativi, sociali e ambientali rappresenta un vero e proprio fattore abilitante per il business.

E per raggiungere questi obiettivi è fondamentale contare su un forte commitment del top management che si deve concretizzare anche nella scelta di affrontare i rating ESG che premiano le aziende più virtuose. Si tratta di valutazioni che hanno un valore sempre più importante a livello di azione di mercato, che chiamano in causa i temi della misurabilità e che sono ormai inderogabili, perché senza una vera “misurabilità” le imprese rischiano di non essere prese in considerazione. Bovo conferma che si sta assistendo ad un forte cambio di paradigma e di mentalità ed è sempre più chiaro come la sostenibilità incida in modo diretto sui temi della competitività aziendale e sul raggiungimento di risultati di business. Per raggiungere questi target, è necessario passare da una interpretazione del raggiungimento dei risultati di sostenibilità pensati come un obbligo normativo, a una sostenibilità che diventa parte integrante a 360° del percorso aziendale. Questo significa che si deve pensare in ottica sostenibile  sotto ogni aspetto: nel modo in cui si progettano i prodotti, nelle modalità con cui si realizzano, nella gestione complessiva delle risorse e nelle logiche con cui ci si relaziona con tutti gli stakeholder, sia a monte che a valle.

La misurazione diventa quindi uno strumento fondamentale, insieme al piano strategico di sostenibilità, perché altrimenti non si potrà avere ben chiaro il punto di partenza e non si potranno mettere in atto le doverose azioni correttive, con il rischio di perdere occasioni di business importanti. Fondamentale, infine, per la crescita del valore delle PMI è dotarsi di un bilancio di sostenibilità. Non mancano le piattaforme e le istituzioni che aiutano in questo senso e saranno sempre più fondamentali i dati e la capacità delle imprese di lavorare in forma di partnership, anche tra competitors.

Dal mondo insurance arriva la considerazione sul fatto di vivere la sostenibilità come un obiettivo che richiede la partecipazione di tutti, governi, istituzioni, terzo settore, imprese e soprattutto cittadini. La leva fondamentale di questo percorso comune è nel coinvolgimento delle persone e si tratta di un tema e di un obiettivo sul quale si è vissuta una importante accelerazione anche a livello di nuove modalità di gestione della collaborazione in forma di ecosistema.

Digitale come fattore abilitante per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità

Aldo Amati, Manager Sales Engineer, Citrix sottolinea a sua volta l’importanza della tecnologia anche per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e di allineamento ai principi ESG. Citrix rappresenta in questo senso una piattaforma digitale attraverso la quale si attiva quel contatto indispensabile tra la persona e l’informazione per svolgere il proprio lavoro e per generare valore. Nella prospettiva della sostenibilità, Citrix già nel 2020 ha presentato un report di sostenibilità che spiega in modo dettagliato le modalità con cui l’azienda si pone nei confronti degli obiettivi ESG e con cui affronta le tematiche della sostenibilità ambientale. Si tratta di un report molto completo e in evoluzione continua esattamente così come viene vissuta la dimensione della sostenibilità, in forma di miglioramento continuo (il sustainability report Citrix è accessibile QUI o dall’immagine del report presente nel seguito del servizio)

Amati invita alla visione del seguente video che offre una visione completa di come le tecnologie e le soluzioni Citrix permettono di raggiungere obiettivi di sostenibilità in diverse modalità e nel rispetto e nella valorizzazione delle logiche di business delle imprese.

Citrix si pone come piattaforma abilitante dal punto di vista della sostenibilità, osserva Amati, anche in termini di garanzia nella riduzione dell’impatto ambientale dell’IT stessa e il ruolo che l’IT può svolgere per ridurre in modo significativo l’impatto ambientale delle imprese e delle organizzazioni, ad esempio con la possibilità di contribuire grazie allo smart working, alla riduzione delle emissioni connesse allo spostamento delle persone in movimento per raggiungere il proprio lavoro.

Nel video sono evidenziati i 4 fattori principali su cui Citrix può portare un importante contributo a partire dal fatto che da oltre 30 anni, fornisce strumenti per permettere alle persone di lavorare, da qualsiasi luogo e con qualsiasi dispositivo. Un valore molto importante nella prospettiva di rendere le persone sempre più autonome rispetto alla presenza in un luogo fisico per svolgere l’attività lavorativa.

A questo si aggiunge il tema dei dispositivi: grazie alle tecnologie Citrix è possibile migliorare la sostenibilità sotto diversi aspetti, a livello di miglioramento del ciclo di vita dei dispositivi riducendone l’obsolescenza grazie allo spostamento ad una logica elaborativa al centro, grazie a una maggiore sicurezza nell’accesso alle informazioni aziendali che riduce le superfici d’attacco comprendendo anche i dispositivi personali. Un approccio che permette di ottenere una riduzione nel numero di dispositivi utilizzati, da unire alla possibilità di utilizzare dispositivi a minor consumo energetico grazie alle performance della piattaforma Citrix.

La possibilità di favorire e attuare modalità di lavoro da remoto contribuisce in maniera significativa alla riduzione degli spostamenti delle persone e di conseguenza anche delle emissioni, portando benefici diretti alle imprese e alla collettività, con una riduzione della pressione del traffico e di problematiche legate alla mobilità in generale.

Un ulteriore asset è rappresentato dalla capacità di abilitare piani di hybrid cloud grazie a una piattaforma che permette di distribuire i workload e di attuare modelli di disaster recovery che portano risultati importanti anche dal punto di vista della riduzione delle emissioni. La tecnologia Citrix rappresenta un fattore abilitante per queste prospettive consentendo nello stesso tempo una valorizzazione degli investimenti e fornendo garanzie rispetto alla possibilità di effettuare cambiamenti in modo rapido e flessibile.

Una responsabilità di business che si integra con la responsabilità ambientale e sociale

Sul tema della responsabilità sociale delle imprese verso i territori, arriva il contributo del rappresentante di una azienda impegnata nella produzione di energie rinnovabili che mette in evidenza i temi della responsabilità sociale, del coinvolgimento delle persone e della responsabilità dell’azienda verso i territori in cui opera e verso gli stakeholder. Il contributo fa riferimento a una esperienza e a un approccio che prevede una forte valorizzazione di tutte le componenti sulle quali si concretizza il rapporto con i soggetti presenti nei territori e che tiene conto delle esigenze concrete a livello locale anche attraverso forme di approvvigionamento responsabile. Il principio è quello di indirizzare la creazione di ecosistemi territoriali in cui le infrastrutture produttive, la produzione di energia, il coinvolgimento e la motivazione delle persone, vanno nella direzione di un percorso in cui la generazione di valore è associato al ruolo dell’azienda come un asset sostenibile che aumenta la sostenibilità del territorio stesso.

Con Barbara Terenghi, Chief Sustainability Officer, Edison si affronta la doppia dimensione di una impresa impegnata in una trasformazione finalizzata a raggiungere obiettivi di sostenibilità sempre più sfidanti e impegnata con le proprie attività ad aiutare i propri clienti nel raggiungimento di altrettanto importanti obiettivi di sostenibilità. Si tratta di due dimensioni fondamentali per l’ambiente, per la società e per l’economia sulle quali il digitale rappresenta uno dei principali fattori abilitanti, per la necessità di disporre di modelli e sistemi evoluti, (come ad esempio nella individuazione della migliore configurazione nella gestione delle fonti rinnovabili) o per avere indicazioni preziose nella gestione dei consumi responsabili ed efficienti da parte dei clienti.

In questo scenario Edison opera come una utility integrata che vede la componente di generazione di energia low carbon, le attività di energy management e la vendita in forma integrata con un forte orientamento verso attività di servizio volte a favorire la transizione energetica nelle sue diverse dimensioni.

L’azienda sta rispondendo alle necessità legate alla trasformazione energetica dei propri clienti e ha deciso di valorizzare strategicamente l’impegno verso la sustainability anche con il rafforzamento del dipartimento di sostenibilità e con un approccio che ha definito delle specifiche responsabilità e degli obiettivi per ogni linea di business in un disegno coerente con gli obiettivi generali del piano industriale.

Lorenza Barsanti, Sustainability Manager di Snam invita a porre l’attenzione sulle tematiche della reportistica legate alla sostenibilità. Se da una parte il mondo della finanza esprime una grande attenzione verso progetti e imprese che indirizzano obiettivi di sostenibilità anche con la crescita di logiche ESG, dall’altra appare sempre più importante avere dei punti di riferimento anche in termini di best practices di rendicontazione e in termini di presidio di tutte le dimensioni della sostenibilità. Barsanti sottolinea che le progettualità legate alla sostenibilità sono indirizzate da Snam su diversi livelli e cita il recente aggiornamento del Piano strategico Towards Net-Zero, con il quale si impegna a ridurre le emissioni di CO2 equivalente Scope 1 e Scope 2 (emissioni dirette e indirette energetiche) del 50% entro il 2030 (in rapporto al 2018), per raggiungere la net zero entro il 2040, aggiungendo anche dei target al 2030 sulle emissioni  indirette Scope 3  (emissioni al di fuori del diretto controllo dell’azienda, per Snam riconducibili principalmente a fornitori e partecipate). In particolare, Snam si impegna a ridurre del 46% le emissioni relative alle partecipate (e altre categorie meno significative come emissioni legate alla produzione e trasmissione di carburanti ed energia, viaggi di lavoro e spostamenti casa-lavoro dei dipendenti) e del 55% le emissioni (in termini di intensità economica) derivanti dalla propria supply chain entro il 2030 rispetto ai valori del 2019.

Accanto a queste progettualità ci sono poi attività che sono finalizzate a rispondere al grande tema della misurabilità e del miglioramento continuo. In quanto ambito si colloca il lavoro per la costruzione della ESG Scorecard, un cruscotto di KPI in grado di rappresentare tutte le aree ESG con più di venti indicatori, ciascuno con un target al 2025 in linea con il Piano Strategico. Si tratta di un portfolio di parametri che vanno da obiettivi di carattere ambientale come la biodiversità e l’efficienza energetica a obiettivi in ambito social come la gestione dell’inclusione, della parità di genere, del coinvolgimento dipendenti e con azioni che vanno a sostegno della creazione di una supply chain sostenibile. In questo contesto rientra poi la parte di Governance dove sono previsti impegni che comprendono ad esempio l’obiettivo di darsi un tempo minimo tempo da dedicare alla discussione delle tematiche ESG. Un altro aspetto particolarmente importante è dato dalla decisione di inserire nello statuto il concetto di “successo sostenibile” e di creazione di valore per tutti gli stakeholder rilevanti dell’azienda.

Il digitale è poi chiamato a sostenere questo percorso di trasformazione sia in termini di digitalizzazione della rete e delle infrastrutture operative di Snam sia in termini di supporto allo sviluppo di competenze adeguate e per il coinvolgimento dei dipendenti.

Ecco come Citrix ha supportato Nudie Jeans e Centrica nel raggiungimento di obiettivi di sostenibilità

Daniele Bartolini, Lead sales engineer Citrix mostra concretamente l’utilizzo di tecnologie Citrix per il raggiungimento (anche) di obiettivi di sostenibilità presso due aziende che operano in settori diversi come Nudie Jeans e Centrica. Due realtà che hanno sfruttato le potenzialità del digitale per gestire una serie di obiettivi tra cui il raggiungimento di target di sostenibilità, in un caso nel settore del fashion e nell’altro nell’ambito dell’energy. Due imprese diverse ma accomunate dalla scelta di porre i temi della sostenibilità al centro della loro missione.

Nudie Jeans è un’azienda internazionale specializzata nel fast fashion che ha scelto di andare oltre le logiche della “moda veloce” adottando politiche che comprendono gli ambiti del recupero dei prodotti e della riparazione. Con Citrix la collaborazione è iniziata quando l’azienda ha affrontato la necessità di attivare nuove forme di collaborazione tra i dipendenti negli USA, mantenendo elevati livelli di performance; in questo percorso si è trovata di fronte alla prospettiva di dover attivare nuovi data center per permettere alle persone di lavorare in maniera più produttiva. In alternativa rispetto a questa prospettiva Nudie Jeans ha scelto di implementare una soluzione Citrix in Cloud migliorando le performance di collaborazione, riducendo i consumi energetici e ottenendo risultati significativi anche in termini di impatto ambientale. La tecnologia Citrix ha permesso la centralizzazione dei dati, il raggiungimento di elevati livelli di sicurezza, la possibilità di allungare il ciclo di vita dei dispositivi e di attuare in sicurezza politiche di BYOD (bring your own device). Un altro punto importante riguarda i vantaggi che l’adozione della soluzione Citrix ha permesso di ottenere nel momento in cui è scoppiata la pandemia: l’azienda ha potuto affrontare velocemente e con grande flessibilità esigenze di lavoro da remoto, mantenendo una produttività elevata in situazioni di emergenza. (Per approfondire la conoscenza dell’esperienza e del progetto realizzato da Nudie Jeans vai QUI)

Centrica è una realtà inglese del settore energy che a un certo punto del suo percorso si è trovata a dover scegliere come far evolvere la propria infrastruttura on premise, costituita da data center di proprietà, nel momento in cui l’hardware arrivava al completamento del proprio ciclo di vita. Una decisione che prevedeva una duplice opzione: rinnovare completamente l’infrastruttura o passare al cloud. Anche in questo caso, grazie all’utilizzo della tecnologia Citrix, è stato attuato un passaggio verso l’hybrid cloud con una serie di vantaggi che hanno portato benefici sul piano dei consumi e dei costi. Nell’ambito di questa esperienza, gli ambiti del contact center e la parte di training hanno potuto sopperire ai picchi di lavoro aumentando o riducendo i workload con la massima flessibilità in funzione delle necessità grazie alla tecnologia Citrix, che ha permesso tra l’altro di realizzare progetti anche in pochi mesi, con un miglioramento a livello di time to market aziendale. Anche nel caso di Centrica questa soluzione ha permesso all’azienda di affrontare le esigenze di smart working e di remotizzazione delle attività legate alle urgenze della pandemia con flessibilità e sicurezza. (Per avere maggiori informazioni sul progetto di Centrica vai QUI)

L’importanza del procurement nella sostenibilità delle supply chain manifatturiere

Il mondo della produzione del manifatturiero trova a sua volta nuove occasione di sviluppo, ma anche nuove problematiche nella spinta che arriva dalla sostenibilità. Fabio Colli Medaglia, Innovation & Sustainability Manager di Eurostampa porta l’esempio e l’esperienza di una società di produzione, che opera all’interno di supply chain complesse nei settori del beverage, del food, della cosmetica e che ha scelto di fare innovazione sulla sostenibilità per arricchire i propri prodotti, ma anche per rispondere a una domanda che caratterizza l’attuale evoluzione di molte di queste industrie. Colli Medaglia spiega che Eurostampa è una multinazionale con stabilimenti produttivi in diverse aree del mondo che ha scelto strategicamente di unire il ruolo dell’innovazione in modo integrato con quello della sostenibilità.

La società conta su un InnovationLAB nella forma di hub dove ha attivato forme di innovazione collaborativa con i clienti per sviluppare un approccio che permette di aumentare la conoscenza rispetto alle più specifiche esigenze e soluzioni che supportino i clienti nel raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. L’azienda ha attività a più livelli che vanno dalla scelta dei materiali allo sviluppo di carte riciclabili a minor impatto in termini di CO2, sino alla possibilità di offrire un calcolo del CO2 del prodotto finale e della produzione. A questo si aggiungono anche forme di innovazione per utilizzare le etichette stesse come veicolo di comunicazione sui temi della sostenibilità.

In un settore molto particolare come il mondo del largo consumo e dei prodotti per la casa il tema della sostenibilità ha una valenza molto particolare. Il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità su un prodotto implica non solo un lavoro sul core business della produzione, ma una revisione e riorganizzazione delle attività in relazione con la capacità della supply chain di fornire materie prime a loro volta sostenibili. Il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità in un prodotto composto da una quantità importante di materie prime implica un grandissimo lavoro a livello di mappatura dei fornitori, per individuare quelli che sono in grado di garantire prodotti in linea con determinati requisiti e di fornire quei dati che devono poi accompagnare il prodotto in tutte le sue fasi produttive e arrivare sino al consumatore. Il tema della riorganizzazione delle attività di gestione dei fornitori deve tenere in considerazione la disponibilità di dati e informazioni precise su ciascun componente in una nuova orchestrazione della produzione. Ovviamente la complessità cresce con il numero delle referenze e si salda anche con altre componenti, come il packaging, che è a sua volta al centro di processo di trasformazione.

Il Procurement è un tema chiave anche per la strategia di sostenibilità per qualsiasi realtà aziendale soprattutto se internazionale e così lo è anche per Philip Morris International e come spiega Cesare Guarini, Director Sustainability Procurement Philip Morris International, si può arrivare a sostenere che “alcuni dei problemi e opportunità più significativi della sustainability si evidenziano nella supply chain e si intercettano, risolvono e colgono quindi attraverso il Procurement”. La funzione “Acquisti” è un fondamentale punto di contatto e di gestione della supply chain ed è anche da lì che passa una parte importante del processo di trasformazione delle imprese, in particolar modo verso una sostenibilità concreta.

Guarini mette in evidenza il ruolo speciale del Chief Procurement Officier sottolineando che la sostenibilità è una strategia che si deve basare sugli Acquisti e su un modello di governance che sappia indirizzare modelli sostenibili verso tutti gli attori. In particolare, è fondamentale integrare la sostenibilità con gli altri obiettivi aziendali. In aggiunta, ci sono due grandi fattori chiave a cui è necessario fare riferimento: gli standard e i meccanismi di collaborazione. I risultati, secondo Guarini, si ottengono se si creano ecosistemi di collaborazione in quanto essa nella sostenibilità rappresenta un vantaggio competitivo e di differenziazione. Le migliori performance arrivano nel momento in cui si attiva una collaborazione vera all’interno e all’esterno dell’azienda e nel momento in cui si dispone di dati di qualità.

Il mondo banking guarda alle opportunità della sostenibilità da una ulteriore prospettiva sia perché può contribuire alla trasformazione del sistema economico in ottica sustainability sia per la spinta e gli stimoli che può portare verso le imprese virtuose. In più c’è anche un grande valore nell’awareness che il mondo del credito sta portando sul mercato in merito ai temi della sostenibilità grazie alla diffusione dei criteri di valutazione ESG, che permettono di premiare in modo preciso le imprese che si impegnano e investono sulla sostenibilità e grazie all’utilizzo del digitale che consente di amplificare questa conoscenza raggiungendo in modo sempre più efficace un maggior numero di persone.

Con Ada Grappone, Innovation manager, eFM arriva una visione della sostenibilità come fattore di innovazione basato sui dati e sul digitale in grado di creare un rapporto nuovo con il mondo building e di generare nuove forme di competitività. L’innovazione digitale e la possibilità di indirizzare la gestione degli ambienti e degli spazi in modalità data-driven permette non solo di ottimizzare l’uso delle risorse in funzione dell’utilizzo degli spazi, ma consente anche di definire e pianificare il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità e apre allo sviluppo di nuove forme di collaborazione. La prospettiva di portare intelligenza nella gestione complessiva del building e del mondo immobiliare consente anche di sperimentare, di creare nuovi servizi e di attuare nuovi modelli di business che garantiscono maggiore flessibilità e resilienza. La centralizzazione delle informazioni grazie al digitale può consentire inoltre di creare un ecosistema di dati non solo relativi agli asset fisici, ma che attiene anche alle modalità di interazione degli utenti. Grazie a questi asset si possono raccogliere informazioni che permettono di rappresentare l’esperienza vissuta dagli utenti sfruttando in maniera completa l’interoperabilità delle informazioni e l’interconnessione tra i diversi input. In questo modo si può agire su un miglioramento completo, non solo dell’impatto ambientale ma anche di quello sociale e delle forme di governance.

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