La tracciabilità aiuta i brand di moda a diventare più sostenibili

Grazie all’implementazione di processi ispirati alla blockchain, i marchi del fashion possono migliorare trasparenza e sicurezza delle informazioni nei sistemi di gestione della supply chain, rafforzando la propria credibilità in termini di sostenibilità e responsabilità sociale

Pubblicato il 22 Nov 2023

Amit Gautam, CEO e founder di TextileGenesis

Nell’attuale mercato, consumatori più consapevoli e regolamentazioni più stringenti stanno spingendo le aziende ad adottare pratiche sempre più sostenibili: anche i protagonisti del fashion sono chiamati a ripensare il proprio approccio per ridurre l’impatto ambientale. Una delle sfide principali è quella di ottenere una visibilità completa dell’intero ciclo di vita del prodotto, dalla provenienza delle fibre fino alla vendita al dettaglio. Senza un accurato sistema di tracciabilità dei materiali impiegati nella moda, è particolarmente complesso verificare e dunque stabilire la sostenibilità dei capi prodotti e commercializzati.

I brand fashion alla ricerca della sostenibilità

Secondo l’agenzia francese per la transizione ecologica Ademe, l’industria tessile (abbigliamento e calzature) genera 4 miliardi di tonnellate di CO2, equivalente a più del traffico aereo e marittimo internazionali annuali messi insieme. Se le attuali tendenze di consumo proseguiranno in questa direzione, il settore tessile sarà responsabile del 26% delle emissioni globali di gas serra entro il 2050.

Alla luce di queste statistiche, la moda sostenibile è diventata una questione cruciale negli ultimi anni, con una percentuale sempre maggiore di consumatori consapevoli delle implicazioni ambientali e sociali nelle loro scelte di acquisto. Uno studio condotto nel 2022 da Première Vision e dall’Institut Français de la Mode rivela che il 90,5% dei consumatori in Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti desidera modificare il proprio approccio in fatto di moda. Il materiale e il luogo di produzione dei capi di abbigliamento sono i criteri principali che considerano. Per rispondere a tali esigenze, molti brand si stanno impegnando ad adottare pratiche più rispettose dell’ambiente, in linea con la riduzione di impronta di carbonio.

L’obiettivo non è solo soddisfare le aspettative dei consumatori, ma anche rispettare i requisiti dei governi e delle autorità deputate alla regolamentazione, che svolgono un ruolo chiave in questa evoluzione. In Italia, passaporto digitale, divieto di distruggere l’invenduto, etichette che riportino dati scientificamente provati sull’impatto del prodotto potrebbero a breve diventare obblighi di legge. Alcuni di questi aspetti risultano infatti tra i pilastri del regolamento ESPR (Ecodesign for Sustainable Products Regulation) approvato il 12 luglio dal Parlamento UE, che dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel corso dei prossimi mesi.

Tracciabilità della moda come punto di accesso alla sustainability

Negli ultimi anni, l’industria tessile si è interfacciata con gli evidenti limiti di un approccio caratterizzato da una significativa produzione di rifiuti lungo tutta la catena del valore, da un crescente utilizzo di materiali sintetici a base di petrolio e dalla globalizzazione della produzione e della supply chain a fronte dell’arbitraggio del costo del lavoro. La tracciabilità del prodotto è diventata particolarmente difficile da stabilire, anche se l’ascesa del fast fashion ha evidenziato l’impatto ambientale negativo di determinate pratiche e modelli di business.

La tracciabilità della moda è basilare per garantire un sistema di approvvigionamento e produzione sostenibili, generare fiducia tra tutti gli attori coinvolti nella value chain e supportare i brand nel rispetto dei requisiti di conformità alle normative, contribuendo al miglioramento generale della reputazione del settore.

Tuttavia, implementare una tracciabilità efficace lungo tutta la catena del valore tessile è un’impresa molto complessa per i marchi, soprattutto considerando l’elevato numero di intermediari coinvolti nel processo di produzione dell’abbigliamento. Per superare questa difficoltà, i brand devono avere accesso a informazioni affidabili, dall’origine delle fibre tessili fino alla fine del ciclo di vita del capo. E ciò che ieri rappresentava una sfida è ora possibile grazie alle nuove tecnologie e all’implementazione di processi ispirati alla blockchain per migliorare la trasparenza e la sicurezza delle informazioni utilizzate nei sistemi di gestione della supply chain di produttori e brand fashion.

Tali soluzioni tecnologiche permettono di tracciare con precisione l’origine delle materie prime, offrono visibilità sulle fasi di trasformazione e distribuzione dei prodotti e consentono di condividere queste informazioni con i consumatori. Adottando queste soluzioni, i brand rafforzano la propria credibilità in termini di sostenibilità e responsabilità sociale, rispondendo alle crescenti aspettative dei consumatori sui temi di trasparenza ed etica.

La tecnologia come nuovo vettore per autenticità, affidabilità e disponibilità dei dati

Tre principi fondamentali sono essenziali per raggiungere una perfetta tracciabilità nella filiera tessile. In primo luogo, è fondamentale lavorare con fonti di dati attendibili fin dall’inizio della supply chain, collaborando con produttori di fibre certificate. Ciò garantisce che la tracciabilità si basi su dati affidabili già dal primo step. A seguire, parti terze possono combinare prove fisiche (come campioni di fibre testate in laboratorio) e digitali (come fatture e ordini di spedizione) per garantire l’autenticità dei dati collegati ai tessuti utilizzati e spediti.

In secondo luogo, è fondamentale istituire un sistema a circuito chiuso, dove i dati siano autenticati, verificabili e non falsificabili. Questo evita la duplicazione dell’inventario e mantiene la coerenza dei dati. Creando un gemello digitale della materia prima, è molto più semplice tracciarne e controllarne l’utilizzo nelle varie fasi della catena del valore.

Infine, il terzo principio prevede la possibilità per tutti gli attori della filiera di inserire i propri dati primari, eliminando così in ogni fase il rischio di errori o falsificazione delle informazioni quando queste non provengono direttamente dagli attori interessati.

Adottando principi vicini a quelli utilizzati dalla blockchain, una tecnologia di archiviazione e trasmissione delle informazioni, è possibile impostare un gioco a somma zero, garantito dalla convalida peer-to-peer. Ad ogni chilo di materiale nel mondo reale deve corrispondere un chilo di materiale nel mondo digitale e ciascun attore della catena del valore attesta la conformità tra volume e natura del materiale dichiarato nella fase precedente e volume e natura del materiale elaborato al proprio livello.

La tracciabilità non si basa più su un sistema di controllo delle informazioni da valle a monte, imponendo ai brand di richiedere dati a molteplici provider. Al contrario, le nuove tecnologie permettono di certificare la validità dei dati a monte della catena del valore (al livello della fibra) e di verificarne l’accuratezza in ogni passaggio, coinvolgendo e responsabilizzando ogni attore dell’ecosistema.

L’adozione di questa modalità operativa è attualmente più adatta per materiali sostenibili, certificati e differenziati poiché la loro origine è verificabile e distinta come fibre organiche, cellulosiche artificiali, materiali riciclati e fibre animali sostenibili. Le sfide economiche, legali e ambientali associate allo sviluppo di una moda più sostenibile continueranno ad aumentare la pressione sulla tracciabilità già avvertita dai brand. Diventerà sempre più difficile fare affidamento esclusivamente sulle dichiarazioni di produttori e fornitori per garantire l’origine e il destino dei materiali utilizzati, soprattutto in mercati altamente frammentati.

In definitiva, è nell’interesse dell’industria della moda allargare l’approccio della tracciabilità da monte a valle, coordinando tutti gli attori in modo che convergano su un’unica piattaforma, dove ciascuno possa confermare i dati dei propri pari favorendo una miglior qualità di vita.

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