Trasformazione digitale

Il digitale sempre più protagonista nel futuro dell’automobile

L’edizione 2022 dell’evento inaugurato lo scorso anno da NiEW è stata l’occasione per fare il punto sullo stato della trasformazione dell’auto in piattaforma digitale

Pubblicato il 01 Dic 2022

Francesco Naso (Segretario Generale di Motus E) e Gianni Catalfamo (CEO di One Wedge)

Automotive Digital Transformation: evoluzioni a geometrie variabili. È questo il titolo scelto per l’edizione 2022 dell’evento inaugurato lo scorso anno da NiEW, azienda di consulenza specializzata in progetti di innovazione digitale per il settore industriale, per fare il punto sullo stato della trasformazione dell’auto in piattaforma digitale.

Obiettivo dell’iniziativa, trasmessa in diretta streaming dal Museo F.lli Cozzi Alfa Romeo di Legnano, e per la prima volta anche sul metaverso, era di evidenziare le criticità che l’industria automobilistica continua ad affrontare nel percorso verso la trasformazione digitale.

Le geometrie variabili

Il tema delle “geometrie variabili” è stato introdotto da Gianni Catalfamo, e Francesco Naso, rispettivamente CEO di One Wedge, start up che realizza infrastrutture per la ricarica elettrica, e Segretario Generale di Motus E, l’associazione che si propone di guidare il cambiamento verso la mobilità elettrica. “Dopo l’invenzione del motore a scoppio – ha sostenuto Catalfamo –, stiamo assistendo alla più profonda trasformazione del settore automotive e della mobilità, sia dal lato industriale sia da quello dell’utilizzo”.

Secondo i dati citati da Gianni Catalfamo, per ragioni storiche, culturali e geografiche, dopo il Lussemburgo, in Italia la densità di automobili è la più alta in Europa, con circa 38 milioni di veicoli registrati.“Mi ha colpito in particolare un valore – ha precisato Catalfamo –. La densità procapite è straordinariamente alta: 666 auto ogni mille abitanti contro una media europea di 560”.

“Il motivo per cui ce ne sono così tante sta nel fatto che l’auto è passione e libertà ha spiegato Francesco Naso –. Ancora oggi le misure di limitazione delle auto sono viste come barriere alla libertà di movimento. Tuttavia, in un ambiente urbano, dove molti spazi sono occupati dalle auto, ci si sta sempre più riappropriando di tali spazi, per poterli vivere. In città si sta gradualmente riducendo il numero di veicoli. Ma l’Italia non è solo grandi città: si vive soprattutto nelle province. E per questo l’auto rimarrà fondamentale”.

Nonostante l’automobile continuerà ad avere un ruolo importante, soprattutto nelle grandi città, è in corso un trend che influenzerà la riduzione della circolazione e che porterà alla sostituzione del motore a scoppio con nuove tecnologie. Non è detto però che le auto saranno di proprietà: “Ci saranno meno auto – ha sostenuto Catalfamo – ma saranno utilizzate di più, grazie alla condivisione.

Il gap che ci separa dall’Europa

Secondo Francesco Naso, l’Italia deve colmare il gap, in termini di utilizzo dell’elettrico, rispetto agli altri Paesi europei. Innanzitutto, per l’industria: Se chi costruisce automobili investe, l’industria della componentistica non può rimanere indietro. Non solo: “La qualità dell’aria in Italia è tra le peggiori, in parte anche per colpa delle auto”, ha sottolineato Naso.

“L’industria automobilistica, che nel nostro paese è fortemente caratterizzata da produttori di componentistica, è pienamente consapevole di tale gap – ha aggiunto Naso – ma è necessaria un’accelerazione simile a ciò che sta avvenendo in Francia, Germania e Spagna, dove si ragiona su obiettivi a lungo termine già da molti anni. In Italia, stiamo subendo i recenti colli di bottiglia che si sono manifestati nel settore e contiamo di riprendere quota nel mercato delle flotte aziendali”.

Secondo Catalfamo, una delle geometrie variabili che sta condizionando il settore  “è la tendenza delle nuove generazioni a non vedere più l’automobile come simbolo di libertà od oggetto del cuore, come è successo per le generazioni passate. L’auto è stata soppiantata dagli smartphone”.

“I giovani sono più propensi all’elettrificazione – ha concluso Naso –. Quindi, la nostra speranza di ridurre impatti negativi sull’ambiente è riposta sulle nuove generazioni”.

L’agricolture precede l’automotive

Dal concetto di automotive in senso stretto, il focus si è allargato poi al settore dei mezzi di lavoro dell’agricolture, dove l’uso di nuove tecnologie e concetti di servitizzazione sono più sviluppati. “Il grado di innovazione raggiunto dal settore agricolo è più alto di quello dell’auto. La macchina agricola deve produrre profitto, questo ha spinto OEM e utilizzatori a innovare; la sensoristica e l’IoT sono fondamentali per creare automatismo nei macchinari, garantendo maggiore efficienza e sicurezza”, ha sottolineato Michele Rossi, Product Management Director di New Holland (CNH).

Anche l’ambiente ha giocato un ruolo importante: un campo ha una variabile importantissima, che è quella della libertà degli spazi. “Se in un ambiente cittadino la guida autonoma ha la possibilità di incontrare molti ostacoli – ha affermato Rossi – in ambiente agricolo non è così: ecco perché l’agricolture è il perfetto apripista per la guida autonoma”.

Non solo: anche la telematica ha fatto il suo ingresso nel settore agricolo con successo, prima che sulle vetture. “Nell’ottica di una connessione digitale a 360 gradi tra stazione di controllo, veicolo e campo stesso – ha precisato Rossi – Sfruttiamo la telematica sia per il controllo del mezzo, sia per la manutenzione straordinaria, fino alla manutenzione predittiva dei nostri mezzi”.

Flotte elettriche, non si è ancora preparati alla vendita

Il profondo cambiamento in atto impatta anche il settore della vendita, “dove assisteremo a una netta biforcazione tra vendita digitalizzata rivolta al mondo consumer e una vendita consulenziale rivolta al mondo aziendale”, ha osservato Andrea Violante, CEO e Partner di NiEW introducendo la tematica della consulenza con Lorenzo Groppo, Fleet Manager del Gruppo Pietro Fiorentini. “L’auto elettrica al momento è l’unica soluzione che risponda alle due esigenze della flotta – ha aggiunto Groppo –: prevenzione degli incidenti, grazie agli ADAS, e sostenibilità economica, grazie al reale risparmio sul carburante . Però, è importante pianificare l’elettrificazione, prima di tutto sul piano dell’infrastruttura per valutare la fattibilità dell’installazione delle colonnine elettriche private. Inoltre, occorre impostare un adeguato percorso di formazione dei dipendenti che devono comprendere funzionalità e caratteristiche dei nuovi mezzi”.

In merito al tema della preparazione degli attori coinvolti negli aspetti legati alla vendita o al noleggio di una flotta elettrica, Lorenzo Groppo ha evidenziato come al momento i dealer non abbiano ancora gli strumenti per affrontare questo tipo di attività, che si configura come un vero e proprio progetto consulenziale.

In chiusura dell’evento, Daniele De Cia, Presidente e Partner di NiEW, ha evidenziato come NiEW avesse intuito un anno fa il potenziale del digitale per l’automotive e oggi si possa confermare la validità di tale intuizione sulla base di alcuni progetti in fase di evoluzione.

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