Politiche Europee

Via libera della Commissione Europea all’agrivoltaico italiano

Gli 1,7 miliardi di euro messi a disposizione dall’Italia non sono stati considerati da Bruxelles come aiuto di stato

Aggiornato il 13 Nov 2023

agrivoltaico

Via libera da Bruxelles al piano di sostegno italiano per l’agrivoltaico. Più precisamente la Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, un regime italiano da 1,7 miliardi di euro messo a disposizione in parte attraverso il PNRR per sostenere gli impianti agrivoltaici. La misura rientra nella strategia italiana per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e aumentare la quota di energie rinnovabili, in linea con gli obiettivi strategici dell’UE relativi al Green Deal europeo.
Il regime, che durerà fino al 31 dicembre 2024, sarà parzialmente finanziato tramite il dispositivo per la ripresa e la resilienza, in seguito alla valutazione positiva del piano per la ripresa e la resilienza dell’Italia effettuata dalla Commissione e adottata dal Consiglio. L’obiettivo è la costruzione e la gestione in Italia di nuovi impianti agrivoltaici per una capacità totale di 1,04 GW e una produzione di energia elettrica di almeno 1 300 GWh/anno. Come noto, i sistemi agrivoltaici consentono l’utilizzo simultaneo dei terreni sia per la produzione di energia fotovoltaica attraverso l’installazione di pannelli solari sia per lo svolgimento di attività agricole con l’obiettivo di creare le condizioni per una produzione sostenibile. Favorendo così la conciliazione tra generazione di energia pulita e produzione agricola, ovvero due attività che spesso nel nostro Paese sono entrate in conflitto.

I contenuti del Piano italiano

Più precisamente, nell’ambito del regime, l’aiuto sarà concesso ai produttori agricoli, cumulativamente, sotto forma di:
– sovvenzioni agli investimenti, con un bilancio totale di 1,1 miliardi di euro, che coprono fino al 40% dei costi di investimento ammissibili;
– tariffe incentivanti, con un bilancio stimato di 560 milioni di eruo, da pagare durante la fase operativa dei progetti, per un periodo di 20 anni. Le tariffe saranno determinate mediante una procedura di gara competitiva secondo il principio “pay-as-bid” (pagamento in base al prezzo di offerta) e assumeranno la forma di contratti bidirezionali per differenza. Il sostegno coprirà la differenza tra le tariffe incentivanti e i prezzi dell’energia. In caso di prezzi elevati dell’energia interviene un meccanismo di recupero che consente il rimborso di qualsiasi importo superiore alle tariffe di incentivazione.
I progetti saranno selezionati mediante una procedura di gara competitiva trasparente e non discriminatoria, in cui i beneficiari concorreranno per l’importo più basso della tariffa di incentivazione necessaria per la realizzazione di un singolo progetto. Per usufruire del regime, i beneficiari dovranno diventare operativi prima del 30 giugno 2026.

Il ragionamento della Commissione

Il disco verde della Commissione è stato spinto soprattutto da ragioni di carattere ambientale, vista la necessità del Vecchio Continente di aumentare la produzione green dopo la crisi del gas russo. La Commissione ammette che “il regime agevola lo sviluppo di un’attività economica, in particolare la produzione di energia elettrica rinnovabile da impianti agrivoltaici”, ma osserva che “la misura è necessaria e adeguata affinché l’Italia consegua gli obiettivi ambientali europei e nazionali in termini di produzione sostenibile. Inoltre, è proporzionata in quanto l’aiuto si limita al minimo necessario per stimolare gli investimenti”. In ogni caso “l’aiuto produce effetti positivi, in particolare sull’ambiente, in linea con il Green Deal europeo, che superano eventuali effetti negativi in termini di distorsioni della concorrenza. Su queste basi la Commissione ha approvato il regime italiano in quanto conforme alle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato”.

Articolo originariamente pubblicato il 13 Nov 2023

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