Il progetto pilota

Fanuc, l’economia circolare dei robot: come rigenerare quelli usurati

Il programma Re-Generation, primo in Europa di questo genere, è stato sviluppato interamente in Italia e punta a portare sostenibilità ed efficienza nel mondo dell’automazione, dando alle macchine una seconda vita.

Pubblicato il 30 Mag 2023

Un progetto pilota per il remanufacturing dei robot, nato con l’obiettivo di dare alle macchine una seconda vita, ricondizionandone i componenti usurati e reinserendole nelle linee produttive. Si chiama Re-Generation e a metterlo a punto – interamente nel nostro Paese – è Fanuc Italia, la filiale locale della multinazionale delle robotica, del controllo numerico e dell’automazione industriale. Obiettivo della sperimentazione, prima in Europa di questo genere, è di dare una risposta alla crescente domanda di servizi legati alla sostenibilità del prodotto e dall’ambizione dell’azienda di posizionarsi come punto di riferimento nell’ambito dell’economia circolare.

Orientare gli investimenti alla sostenibilità

In un contesto di mercato caratterizzato da crisi energetica, aumento del costo delle materie prime, problemi di approvvigionamento e soventi interruzioni delle supply chain, spiega Fanuc in una nota, è fondamentale orientare sempre più gli investimenti nella direzione della sostenibilità grazie allo sviluppo di soluzioni e servizi innovativi.

Proprio su questa scia si inserisce il remanufacturing industriale, che è ormai un trend mondiale: il mercato della rigenerazione dei macchinari industriali crescerà di 304,36 miliardi di dollari tra il 2021 e il 2026. A livello europeo, un’analisi dello European Remanufacturing Network stima che il mercato del remanufacturing avrà un giro di affari pari a 100 miliardi di euro nel 2030, con il settore automotive sul podio, in cui rigenerare ha consentito un risparmio dell’88% sui materiali, del 56% sul fabbisogno energetico e del 53% sull’immissione di CO2.

La rivitalizzazione dei robot 

L’obiettivo della rigenerazione è il reinserimento del robot industriale nella catena di produzione. “Il robot viene, infatti, riconsegnato al cliente revisionato e dotato di componenti di ricambio, a loro volta ricondizionati dal Fanuc Repair Center in Lussemburgo – si legge in una nota – Non solo le parti danneggiate, ma anche quelle deteriorate vengono sostituite per ottenere una macchina altamente performante. Fanuc non elimina le parti usurate, ma le sottopone a un’ulteriore revisione per altri possibili riutilizzi, contribuendo ulteriormente alla riduzione degli sprechi”.

Il “green book” per i clienti

Riconsegnando i robot ai clienti, Fanuc fornisce loro anche un Green Book, che può essere consultato scansionando QR Code, che descrive nel dettaglio le attività svolte e la percentuale di ricambi ricondizionati usati per rimettere a nuovo il macchinario. All’implementazione del programma Re-Generation è destinata un’area apposita della nuova sede di Fanuc a Lainate, con l’obiettivo di rigenerare complessivamente 100 robot nel 2023.

L’approccio circolare di Fanuc

“Il programma Re-Generation nasce dalla profonda expertise dei nostri team in Italia. Il fatto che con elevata probabilità vedrà la luce anche nei Paesi europei in cui operiamo è per noi motivo di grande orgoglio, un riconoscimento del nostro impegno e del nostro know-how – sottolinea Marco Delaini, Managing Director di Fanuc Italia – Per Fanuc la sostenibilità ha radici storiche. Un approccio circolare deve, infatti, iniziare nelle fasi di progettazione della macchina stessa. Sono il design e la struttura con cui vengono concepiti i nostri macchinari a consentire di rimetterli a nuovo quando necessario e di contribuire così alla riduzione dei consumi energetici tipici della produzione classica. Attraverso le nostre soluzioni siamo oggi in grado di offrire ancor più affidabilità e innovazione ai nostri clienti, che possono così mantenere operative le proprie linee di produzione più a lungo, risparmiando e contribuendo alla riduzione dell’impatto ambientale”.

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