Best practise

Nokia: “Entro il 2030 emetteremo il 50% di gas serra in meno”

La società finlandese annuncia i suoi nuovi obiettivi ESG targati “Science based targets initiative”: le emissioni saranno ridotte sia nei prodotti in uso sia nelle attività aziendali. I target rispettano l’impegno di limitare l’aumento della temperatura globale di 1,5 °C: un proposito più ambizioso rispetto a quello originario, che si attestava sui 2°C

Pubblicato il 04 Mar 2021

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Nuovo punto fermo nell’articolato cammino in ottica ESG di Nokia, che in questi giorni ha annunciato i suoi nuovi target Environment: ridurre le emissioni del 50% entro il 2030, sia nelle sue attività aziendali sia nei prodotti in uso entro.

I nuovi “obiettivi basati sulla scienza” (SBTs – Science based targets) dell’azienda finlandese sono volti a rispettare il proprio impegno di ricalibrazione in linea con uno scenario di riscaldamento globale di 1,5 °C. Gli obiettivi Sbt sono approvati dall’iniziativa Science Based Targets (SBTi) che lavora unitamente alle imprese del settore privato per convalidare i loro obiettivi di riduzione delle emissioni in linea con i requisiti globali.

Obiettivi sempre più ambiziosi e ora estesi al 100% dei prodotti

Nokia si è impegnata a favore degli Sbt già nel 2017, inizialmente con obiettivi basati sul limitare il riscaldamento globale a 2 °C. L’azienda ha raggiunto il 90% del target di risparmio nell’ambito delle sue attività (obiettivi 1 e 2), 11 anni prima dei tempi previsti, trovandosi a buon punto per completare l’obiettivo 3 relativo ai prodotti in uso presso i propri clienti.
Nokia punta ora ad obiettivi più ambiziosi che prevedono un limite del riscaldamento di 1,5 °C, partendo dal 2019 come data di riferimento. Tali obiettivi sono stati estesi in modo da coprire una base più ampia, quasi il 100% dell’attuale portafoglio di prodotti dell’azienda. Ora infatti includono anche le emissioni degli stabilimenti di logistica e assemblaggio all’interno della catena di approvvigionamento di Nokia, nonché le emissioni derivanti dalle attività aziendali.

“Obiettivi: ridurre impatto ambientale e garantire la sostenibilità”

“Negli ultimi anni abbiamo aperto la strada alla riduzione delle emissioni derivanti dalle nostre attività e stiamo aiutando i nostri clienti a fare lo stesso innovando continuamente per rendere i nostri prodotti più efficienti dal punto di vista energetico – spiega Pekka Lundmark, presidente e Ceo di Nokia -. Ma il cambiamento climatico è una corsa contro il tempo. Questi nuovi obiettivi climatici più rigidi e scientificamente calibrati ci sproneranno a compiere ulteriori progressi più velocemente per ridurre il nostro impatto ambientale e garantire che la sostenibilità sia al centro della progettazione dei nostri prodotti e delle soluzioni intelligenti che  abilitiamo”.

I prodotti in uso rappresentano la quota maggiore di carbon footprint di Nokia e l’azienda sta affrontando questo problema in diversi modi, dall’efficienza energetica a livello hardware e software alla progettazione del prodotto, alla modernizzazione e a un migliore utilizzo delle risorse. Tra le misure attuate si possono ad esempio ricordare il chipset ReefShark, utilizzato nei prodotti radio AirScale, che riduce il consumo di energia fino al 66%; la messa in esercizio commerciale di una stazione base 5G raffreddata a liquido (con riduzione del consumo di energia del sistema di raffreddamento della stazione base del 90% e delle emissioni di CO2 dei prodotti radio AirScale dell’80%, incluso il riutilizzo opzionale del calore residuo); l’introduzione della Compact active antenna, che permette di utilizzare molti meno materiali rispetto a qualsiasi altro prodotto macro legacy. O ancora, il servizio Nokia Ava energy efficiency, che può ridurre del 20% il consumo di energia grazie all’intelligenza artificiale basata su cloud che spegne parti della rete radio quando i livelli di traffico sono bassi.

Nokia inclusa nella lista A del Cdp

A dicembre 2020, l’azienda è stata riconosciuta per il suo contributo alla riduzione delle emissioni, alla mitigazione dei rischi climatici e allo sviluppo di un’economia a ridotte emissioni di carbonio, ed è stata inclusa nella Lista A del Cdp nella categoria “Climate change”, il massimo standard del reporting ambientale.

Foto di kostkarubika005 da Pixabay

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