Filiera 4.0: la sostenibilità come valore ambientale e di business per tutti gli attori
Il dibattito sulla sostenibilità nel settore agroalimentare ha superato la dimensione etica per diventare un tema strategico e un chiaro driver di business, come emerso dal confronto tra gli attori più focalizzati su questi temi all’Agri Data Green Summit 2025 di xFarm Technologies. E l’approccio adesso non è più isolato, ma sistemico, e contribuisce a spingere le aziende a integrare la sostenibilità in ogni fase, dalla materia prima agricola fino allo scaffale con la dovuta attenzione anche ai temi della PAC Post-27 dei dazi e del Quaderno di Campagna Digitale dell’Agricoltore.
Sergio De Pisapia, Purchasing associate sustainable farming manager, Barilla ha evidenziato come l’azienda abbia integrato la sostenibilità nel business da tempo. Questa visione si è consolidata, dotando l’azienda di un ESG board e di un Global Sustainability Team che si occupano di progetti puntuali come la Carta del Mulino e la Carta del Basilico. La digitalizzazione della filiera del grano tenero (dal 2022) e del basilico (dal 2023) è stata un “enorme balzo in avanti”. Per Barilla, la digitalizzazione, supportata anche da DSS specifici per malattie del basilico, aiuta a raccogliere dati più affidabili, sollevandogli agricoltori dalla complessità di trascrivere manualmente le informazioni su carta. La certificazione di sostenibilità utilizzata è l’ISCC Plus.
Elisa Cavestro, Head of local brands, Kraft Heinz ha focalizzato l’attenzione sul brand Plasmon e ha sottolineato come la filiera sostenibile sia sempre più rilevante per il business amche a causa del cambiamento climatico. Per un brand che serve l’infanzia, l’attenzione deve essere massima: la filiera sostenibile garantisce costanza, tracciabilità e continuità delle materie prime, aiutando a mitigare le difficoltà di approvvigionamento dovute agli eventi climatici avversi. L’azienda si pone come pioniere, come dimostrato anche dal progetto che ha portato alla rimozione delle etichette di carta da una linea di omogeneizzati di frutta, rendendo il prodotto più sostenibile (risparmiando 12 tonnellate di carta) e più facile da riciclare per i consumatori. La collaborazione con xFarm Technologies sulla filiera 100% italiana del grano duro valorizza le 80 aziende agricole partner.
Alessandra Mangiarotti, Sustainable lead Mondelez Italia ha fatto riferimento all’esperienza di Fattorie Osella e ha motivato l’impegno nella transizione sostenibile con un dato cruciale: il 70% della loro carbon footprint deriva dalle filiere degli ingredienti. L’obiettivo di azzeramento delle emissioni nette può essere raggiunto solo se i fornitori a monte seguono i programmi di decarbonizzazione. Il loro progetto pluriennale si concentra sulla contabilizzazione delle emissioni di CO2 in stalla per la filiera corta del latte piemontese, analizzando leve come il benessere della mandria, la gestione del foraggio e l’alimentazione delle vacche da latte.
L’essenza della resilienza: e della sostenibilità: Ii Capitale naturale
Il concetto di sostenibilità e di ambiente sostenibile si espande nel riconoscimento del Capitale Naturale come asset economico vitale per l’agricoltura, il settore che più ne dipende e che su di esso esercita l’impatto maggiore.
Niccolò Calandri ceo di 3Bee XNatura ha definito il Capitale Naturale come l’insieme dei servizi ecosistemici (come l’impollinazione e la gestione idrica) necessari per produrre e creare. La sua diminuzione comporta un danno economico diretto. Gli impollinatori sono poi da interpretare come l’asset principale, poiché la loro presenza in forma equilibrata aumenta la resa agricola e la qualità del raccolto.
Per valorizzare questo capitale, è indispensabile la trasparenza, che Calandri definisce il modo più veloce e scalabile per verificare il miglioramento o la baseline della biodiversità. 3Bee utilizza la digitalizzazione avanzata (satelliti, tecnologia IoT, camera traps e AI on Edge) per riconoscere automaticamente le specie viventi vegetali e animali. Le metriche oggettive, sebbene noiose, esistono (come la MSA, Mean Species Abundance), ma la comunicazione visiva, come la tutela di specie a rischio, può essere una leva potente, purché sia vera e verificabile.
Dalla qualità del suolo alla qualità dei prodotti
Anche il Consorzio Melinda ha posto la soil health e la biodiversità al centro della propria strategia. Luca Lovatti, Responsabile ricerca e sviluppo consorzio Melinda ha definito il suolo come il “vero capitale”, essenziale per alberi che devono rimanere nel terreno per 20 anni. Melinda investe in agricoltura rigenerativa e biodiversità dal 2017, misurando il livello di biodiversità dei suoli (tramite il numero di microartropodi) e lavorando sulla diversità degli insetti (apioidei e api naturali) in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach. La biodiversità degli uccelli (81 specie in Val di Non) è monitorata in collaborazione con il MUSE (Museo di Scienze Naturali di Trento) e con xFarm Technologies, considerando che gli uccelli aiutano nella gestione di determinate patologie. L’azienda sta inoltre costruendo una piattaforma tecnologica abilitante a base cartografica che centralizza i dati degli agricoltori, permettendo l’analisi del rischio climatico e una distribuzione più efficiente dei campionamenti.
Matteo Peyron, Sustainability manager DSS+ ha confermato che il suolo è l’asset principale per l’agricoltore e che un suolo con un tenore di sostanza organica più alto resiste meglio agli eventi avversi causati dal cambiamento climatico. Investire nel monitoraggio del suolo è un impegno strategico, considerando anche che i sistemi naturali richiedano tempo per cambiare. Tra le soluzioni high-tech più promettenti per la salute del suolo, Peyron ha citato la quantificazione della sostanza organica tramite mappature digitali, che pur non sostituendo l’analisi fisica, riducono sensibilmente il numero di campioni richiesti. Un altro strumento importante è l’uso dei droni, che si sono rivelati fondamentali per intervenire in campo in momenti critici, come durante l’emergenza post-alluvione in Emilia-Romagna nel 2023.
Efficienza digitale, carbon footprint e DSS agronomici
L’efficienza operativa guidata dal digitale si conferma la via più importante per rendere le pratiche agricole più sostenibili e, soprattutto, redditizie.
Riccardo Preve, consigliere delegato di Riso Gallo ha illustrato a sua volta il progetto Gallo For Farmers, un’applicazione sviluppata con xFarm Technologies che coinvolge 200 aziende agricole. Questo strumento non solo consente l’efficientamento operativo, ma è cruciale per la misurazione delle emissioni di CO2 nella filiera risicola. Per Riso Gallo, la parte agricola incide per il 90% sulle emissioni totali, rendendo indispensabile l’azione in campo, oltre agli sforzi su packaging e energia pulita. Un risultato tangibile della digitalizzazione è lo sviluppo di un DSS (Decision Support System) specifico per la previsione del brusone, una malattia fungina del riso, che sfrutta stazioni meteo e sensori di umidità fogliare. Questo sistema permette all’agricoltore di calibrare meglio l’utilizzo dei fungicidi, agendo direttamente sul 90% dell’impatto.
Caterina Vanni, Responsabile sperimentazione agricola di Conserve Italia, ha evidenziato come la digitalizzazione sia la risposta per far dialogare le diverse generazioni (nonni, padri, nipoti) all’interno delle 14.000 aziende socie. Conserve Italia crede che sia la tecnologia a doversi adattare all’agricoltore e non viceversa, portando valore aggiunto nel semplificare il grosso fardello burocratico (quaderno di campagna, certificazioni, controlli). L’uso di una piattaforma modulare come xFarm Technologies, definita un “mobile in cui ci sono tanti cassetti”, integra diversi input (come l’allerta patogeni e la parte meteorologica), riducendo le “10.000 app” o “10.000 fogli” che l’agricoltore doveva gestire in precedenza.
Claudio Antonelli, sustainability business developer for Europe di Bülher ha confermato che la parte di materia prima agricola è determinante nella quantificazione globale dell’impatto di un prodotto finale. Bühler, in qualità di fornitore globale di soluzioni per l’industria alimentare, ha quantificato l’impatto ambientale di 15 principali catene del valore, considerando non solo l’impronta carbonica, ma anche l’utilizzo di energia, acqua, rifiuti e naturalmente del suolo. La collaborazione con xFarm Technologies nasce dalla necessità di coniugare l’expertise di processo (competenza Bühler) con l’expertise della materia prima agricola (competenza xFarm Technologies) per supportare i clienti nella riduzione complessiva delle emissioni.
Trasparenza, reciprocità e quadro normativo
Un elemento chiave per la sostenibilità è la capacità di comunicare l’impegno in modo trasparente e la necessità di un quadro normativo che garantisca reciprocità di standard.
Mattia Caravella, Sustainable sourcing manager Andriani Società Benefit, ha sottolineato l’importanza di portare la biodiversità in campo attraverso l’esplorazione di nuove materie prime (ad esempio grano saraceno e avena) e ha ribaltato il concetto di sostenibilità, intercettando un’esigenza più ampia di “cibo salutare e interessante”. Andriani lavora sulla trasparenza e in questo senso si colloca anche l’impegno a livello di rendicontazione non finanziaria, utilizzando xFarm Technologies e la collaborazione con Bühler (Food Trust Program) per comunicare informazioni certe direttamente sul pacco di pasta al consumatore. Caravella ha rilevato la mancanza di un “organo di concerto” a livello nazionale ed europeo per l’agricoltura rigenerativa.
La necessità di un quadro normativo equo è stata ripresa da Riccardo Preve, che ha definito la reciprocità negli standard qualitativi tra paesi come “fondamentale”. Non ha senso che gli agricoltori europei debbano rispettare limiti e normative rigorose se poi i prodotti importati da altri paesi entrano nel mercato senza rispettare gli stessi standard.