Certified Origins: tracciabilità dell’olio nel segno della blockchain

Il CIO Andrea Biagianti racconta il progetto realizzato in collaborazione con Oracle pensato per fornire ai consumatori tutte le garanzie sulla qualità del prodotto, dei processi e degli attori della filiera e per contribuire alla valorizzazione di una eccellenza del Made in Italy

Pubblicato il 01 Ago 2018

Bellucci-Premium-Certified-origin
Andrea Biagianti, CIO, Certified Origins

Per una società che sceglie un nome e un brand come Certified Origins, la tracciabilità e l’affidabilità di tutte le informazioni sul prodotto non possono non essere un “Must”. E se una delle basi del posizionamento stesso dell’azienda è nella volontà di rendere esplicito il valore della certificazione in tutte le sue fasi e con la massima trasparenza, ecco che la blockchain appare come la scelta più “naturale” e appropriata. Se poi la vocazione dell’azienda è rivolta all’internazionalizzazione e all’esportazione di una eccellenza del Made in Italy come l’Olio di oliva, ecco che le caratteristiche di trasparenza, immutabilità, fiducia della blockchain sono anche un potente veicolo per sostenere uno sviluppo commerciale che alza il livello di trust verso l’azienda e verso i suoi prodotti.

Per Certified Origins il punto di partenza di questo percorso è stato individuato in due presupposti: il primo arriva dalla natura e dalla storia stessa dell’azienda, nata dalla integrazione e dalla collaborazione tra diverse realtà del territorio toscano e il secondo dal mercato nel quale si trova ad operare, vale a dire il food Made in Italy di fascia alta. Ed è proprio da questa seconda dimensione, costituita da una industria, quella olearia, troppo spesso colpita da frodi alimentari, sofisticazioni, polemiche e speculazioni legate alla provenienza delle materie prime adottate per la lavorazione dei prodotti. Ed è proprio per proteggere la propria immagine e per contribuire a sostenere l’immagine del prodotto italiano di qualità nel mondo che ha preso vita il progetto blockchain Certified Origins in collaborazione con Oracle.

Perché certificare l’origine del food partendo dalla blockchain

Per meglio conoscere la natura e gli obiettivi di questo progetto ci siamo confrontati con Andrea Biagianti, CIO di Certified Origins, che ci ha spiegato la scelta di indirizzare la gestione e condivisione di dati sulla blockchain e della collaborazione con Oracle (leggi gli articoli relativi agli annunci della General availability di Oracle blockchain Cloud service e l’intervista a Filippo Cutillo sul profilo della blockchain Oracle in chiave su Cloud e PaaS )

Biagianti ci tiene prima di tutto a definire il profilo di Certified Origins: “una società –spiega – che nasce dalla volontà di tre importanti realtà del territorio di collaborare e di valorizzare il Made in Italy dell’olio italiano”. Stiamo parlando della cooperativa agricola Ol.Ma attiva nell’area della Maremma toscana con qualcosa come 1.200 soci, principalmente costituiti da piccoli produttori agricoli, dell’Oleificio cooperativo Montalbano e della Candor Ags, società specializzata nella esportazione e commercializzazione di olio di alta qualità.

“Da queste tre imprese nasce Certified Origins che si pone la missione di produrre ed esportare nel mondo olio di alta qualità con la vocazione di garantire la migliore certificazione possibile, sia a livello di singole materie prime, sia a livello di processi”.

Biagianti mette in evidenza che Certified Origins conta già su una lunga esperienza in termini di gestione della tracciabilità di filiera del prodotto italiano, ma vuole portare le garanzie della certificazione sulla blockchain e proprio con questo obiettivo è nata la collaborazione con Oracle e l’utilizzo della Oracle Blockchain Cloud Service per un Proof of Concept.

Trust with Traceability con il supporto della blockchain

Per questo nuovo percorso Certified Origins ha voluto puntare su due punti qualificanti, la scelta di un prodotto di alta gamma con una serie di caratteristiche particolarmente rilevanti collegate alla certificazione ovvero il Bellucci Premium e l’obiettivo di attuare una sperimentazione indirizzata a un mercato importante come quello americano con una strategia che appare ben rappresentata nel claim che accompagna oggi il prodotto: “Trust with Traceability”. E infatti Bellucci Premium invita esplicitamente i consumatori a verificare, l’affidabilità delle informazioni che garantiscono la freschezza, l’originalità di tutti i componenti e dei processi di lavorazione.

«Affrontare il tema della tracciabilità dei prodotti per noi è stato un passaggio naturale – osserva Biagianti -, in quanto lavoravamo già da tanto tempo sul tracking e abbiamo trasportato queste nostre esperienze sulla blockchain. Abbiamo impostato il lavoro con un flusso operativo che parte dal cliente finale che commissiona un ordine e che con questa azione scatena una serie di eventi in termini di job order, di produzione, di raccolta di informazioni, di gestione del packaging del prodotto e di logistica e trasporto. Questo processo lo abbiamo “appoggiato” anche sulla blockchain per permettere a tutti gli attori di “scrivere” le informazioni rilevanti di ogni singolo passaggio della lavorazione. Per fare questo abbiamo interagito con i nostri partner a livello di produzione e di lavorazione, comprendendo anche spedizioniere di fiducia, la Savino Del Bene, che si è dimostrata estremamente collaborativa e che aggiunge, con il trasporto di un bene così delicato come l’olio, un ulteriore tassello alle informazioni sulla tracciabilità”.

La governance della blockchain e della filiera

Certified Origins è il founder e il gestore della blockchain e, come sottolinea Biagianti, sta definendo un insieme di regole per la validazione dei nodi della rete e in base a queste regole tutti gli attori della filiera produttiva e distributiva parteciperanno al conferimento dei dati e alla loro approvazione. Abbiamo evidenziato che il progetto guarda ai consumatori finali, ma occorre sottolineare che la partecipazione alla blockchain è anche una garanzia per i nostri partner che le informazioni conferite siano tutte attendibili, affidabili e inalterabili. Una responsabilità che appare quanto mai rilevante anche in ragione del fatto che con la blockchain questi dati diventano immutabili.

“Nella tracciabilità delle olive – spiega Biagianti – c’è anche tanta sperimentazione, e Certified Origins è una società che punta da tempo sull’innovazione anche in termini di attenzione alle esigenze dei mercati. La blockchain è una scelta nata a più livelli, dall’ascolto dei consumatori, dal marketing di prodotto, dalla gestione della supply chain e, ovviamente, dalla volontà di fare una innovazione sul piano digitale che permetta di garantire un vantaggio competitivo a tutta la filiera. Su tutto questo si è cercata una sintesi con un prototipo in grado di garantire la massima trasparenza, la migliore efficienza e che fosse nello stesso tempo accessibile e gestibile da tutti i partner della filiera coinvolti nel progetto. Da questo punto di vista un ruolo importante è svolto dai temi della governance sulla quale Certified Origins ha portato l’attenzione. Il concetto di responsabilità è poi molto importante e su questo l’azienda svolge un ruolo di “pilota”, anche per il suo profilo di founder della blockchain.

Formazione, training e condivisione per aumentare gli skill

“Il consumatore dei prodotti Certified Origins – ci spiega Biagianti – è nella condizione di vedere grazie alla blockchain tutti gli avanzamenti della lavorazione, con tutti i passaggi di tutti gli attori della filiera, per ciascuna unità di quel prodotto. Il senso di responsabilità – prosegue – è il nodo cruciale della gestione del dato e la blockchain è l’ambiente che valorizza e “fissa” proprio questa responsabilità. Per questo tipo di progetto – aggiunge – I nostri fornitori attuali sono già collaudati, c’è una fiducia reciproca e lavoriamo sul sicuro. Abbiamo poi impostato il lavoro per stringere la maglia di questa fiducia e abbiamo definito forme di collaborazione ancora più forti. Per questo si è predisposto un piano di formazione tecnica per gli operatori delle aziende che fanno parte della filiera e per le imprese che dovranno entrare una volta che la blockchain sarà ufficialmente rilasciata e che saranno nella condizione di scrivere sulla nostra rete. La formazione – conclude – attiene sia all’attenzione massima alla qualità dei dati, sia alla gestione dei processi”.

Biagianti ricorda poi che l’avvio di una blockchain è una esperienza molto speciale, “con alcuni attori è stato piuttosto impegnativo ma sempre estremamente interessante per spiegare la blockchain e tutte le sue potenzialità; in altri casi con aziende già preparate e avviate su questa tecnologia è stato anche un utile confronto”.

Il progetto per il momento comprende comunque tutta la filiera di produzione e di trasporto e non si allarga invece al retail, ma come sottolinea Biagianti “saremo ben felici se un attore del retail volesse procedere con la gestione anche del passaggio conclusivo direttamente nella nostra blockchain”. Il manager ha ricordato infine la scelta di Oracle, l’importanza per Certified Origins di incontrare e di confrontarsi con i settori che seguono lo sviluppo blockchain e con Filippo Cutillo (Specialista Oracle EMEA di Blockchain e tecnologie transazionali n.d.r.) in particolare per tutta la parte di analisi e di progettazione.

“Avevamo bisogno di un partner affidabile che mettesse a disposizione soluzioni e competenze per lavorare in un Cloud sicuro, protetto e garantito – conclude Biagianti -. Abbiamo scelto Oracle e lo stiamo adottando con tutti gli attori  che collaboreranno questo servizio”.

Mauro Bellini

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