ESG come leva strategica: come cambia il ruolo del reporting?
Il reporting ESG si sta rapidamente trasformando da adempimento normativo a fattore di sviluppo per la competitività delle imprese e permette a considerare l’ESG al pari di una leva strategica per il business. L’introduzione di regolamentazioni più stringenti ha imposto alle organizzazioni un cambio di passo nell’elaborazione e nella comunicazione dei dati ambientali, sociali e di governance. In questo scenario, l’impiego di tecnologie avanzate e soluzioni di intelligenza artificiale contribuisce a migliorare l’accuratezza, la tempestività e la trasparenza delle informazioni rendicontate. Il successo del reporting ESG, tuttavia, dipende anche da una collaborazione efficace tra le diverse funzioni aziendali coinvolte nel processo.
La leva strategica dell’ESG: cosa significa gestire un reporting che evolve da obbligo normativo ad asset strategico?
L’evoluzione del reporting ESG, da mero adempimento regolatorio a leva di competitività, emerge con chiarezza dalla Global Sustainability Survey 2025 di PwC. Il quadro internazionale fotografa una transizione in atto: il 68% delle aziende che ha già pubblicato un report ESG identifica vantaggi che vanno oltre la semplice conformità normativa. In particolare, le organizzazioni più mature su questo fronte riconoscono il reporting come strumento per indirizzare le scelte strategiche, anticipare criticità nella supply chain e orientare investimenti. Si tratta di un cambio di paradigma che interessa prevalentemente realtà europee e settori industriali ad alta esposizione verso stakeholder e mercati regolati. La ricerca suggerisce che la capacità di integrare la rendicontazione ESG nelle logiche di business sia ormai un fattore differenziante, in grado di influenzare la percezione degli investitori e l’allineamento con i criteri delle catene del valore globali.
In che modo le aziende rispondo alla pressione normativa?
La pressione regolatoria dettata dall’introduzione della CSRD nell’Unione Europea (si legga anche il servizio sul Pacchetto Omnibus UE n.d.r.) sta accelerando il consolidamento delle pratiche di reporting ESG, ma la risposta delle aziende si dimostra tutt’altro che uniforme. Secondo l’indagine di PwC, il 42% delle imprese internazionali soggette alla direttiva sceglie di posticipare l’adozione dei nuovi standard concessa dal quadro normativo. La percentuale scende al 23% tra le aziende italiane, segnalando una maggiore propensione nazionale ad anticipare i tempi. Parallelamente, un consistente 40% del campione globale dichiara invece di voler pubblicare volontariamente i report prima dell’obbligo formale. Dove la rendicontazione di sostenibilità è già realtà, i benefici dichiarati riguardano soprattutto il rafforzamento della gestione dei rischi e una maggiore efficacia nelle decisioni strategiche; aspetti particolarmente valorizzati dalle imprese che hanno investito con decisione in risorse umane e competenze specifiche.
Tecnologia e AI possono accelerare la qualità del reporting ESG?
Il ricorso a tecnologie digitali rappresenta oggi una componente imprescindibile per la gestione efficace dei dati ESG. L’adozione dell’intelligenza artificiale nel reporting, triplicata in appena un anno (dal 11% al 28% delle aziende intervistate), testimonia una crescente fiducia negli strumenti avanzati per automatizzare processi complessi come la raccolta dati, l’elaborazione dei report e l’identificazione precoce dei rischi. Tra le applicazioni più diffuse figurano la sintesi automatica dei contenuti, l’integrazione di dati provenienti da sistemi eterogenei e l’analisi predittiva su base documentale. Questa evoluzione riflette non solo una spinta verso l’efficienza operativa ma anche la necessità di garantire affidabilità e tempestività nell’ESG disclosure verso mercati sempre più attenti alla trasparenza.
Come attuare forme di collaborazione e coinvolgimento delle funzioni chiave nel successo del reporting?
La qualità del reporting ESG non dipende esclusivamente dalla tecnologia o dalle risorse allocate: emerge con forza il ruolo della collaborazione interfunzionale all’interno delle organizzazioni. La survey PwC evidenzia come oltre un terzo delle aziende già impegnate nei report avrebbe tratto beneficio da una maggiore integrazione dei revisori sin dalle fasi iniziali del processo; questa percentuale cresce al 43% nel contesto italiano. Il coinvolgimento anticipato delle funzioni di controllo interno si traduce in una maggiore coerenza metodologica, riduzione degli errori e miglior presidio dei rischi reputazionali connessi alla comunicazione ESG. La capacità di orchestrare contributi da funzioni diverse—finance, sostenibilità, compliance—emerge così come elemento chiave per elevare lo standard della rendicontazione e rendere il reporting uno strumento realmente utile alle strategie aziendali.
Si può affermare che l’evoluzione del reporting ESG riflette la trasformazione nel modo in cui le imprese affrontano la sostenibilità?
L’evoluzione del reporting ESG riflette una trasformazione sostanziale nel modo in cui le imprese affrontano la sostenibilità e la responsabilità d’impresa. Non più solo una questione di conformità, ma un ambito in cui competenze, tecnologie e strategie si intrecciano con la governance aziendale. La qualità delle informazioni prodotte, resa possibile anche dall’adozione di soluzioni digitali avanzate, diventa oggi parte integrante della creazione di valore a lungo termine. In questo scenario, la capacità di integrare prospettive diverse all’interno dell’organizzazione rappresenta una leva imprescindibile per interpretare le richieste dell’ecosistema normativo e dei mercati. L’efficacia del reporting ESG non si misura soltanto nei risultati immediati, ma nella maturità con cui le aziende riescono a conciliare trasparenza, innovazione e coinvolgimento diffuso verso obiettivi condivisi.
Gaia Giussani, Partner ESG di PwC Italia, ha osservato in proposito che “Il 2025 è l’anno in cui il reporting ESG ha smesso di essere solo un obbligo normativo ed è diventato un asset strategico. Le aziende stanno rispondendo con decisione: investono, accelerano, integrano. Nonostante le incertezze regolatorie, molte imprese scelgono di andare oltre la compliance, anticipando i tempi e puntando su trasparenza e fiducia. La tecnologia, in particolare l’AI, sta trasformando il modo in cui si raccolgono e si analizzano le informazioni. In questo senso PwC contribuisce a creare le basi per un reporting sostenibile, efficiente e integrato nel business di domani”.