Carbon credit methodology: cosa significa metodologia per i crediti di carbonio?
I carbon credit sono uno strumento fondamentale per raggiungere la neutralità climatica la cui efficacia dipende dalla qualità delle metodologie che ne regolano la creazione e la certificazione.
Cosa sono i carbon credit?
Un carbon credit (credito di carbonio) rappresenta una tonnellata di CO2 evitata o rimossa dall’atmosfera grazie a specifici progetti di riduzione o assorbimento delle emissioni. Un credito di carbonio può essere ottenuto da programmi di riforestazione, da impianti di energie rinnovabili, da iniziative di efficienza energetica o da tecnologie di CCS carbon capture and storage.
Perché sono stati creati i carbon credit?
Il meccanismo dei carbon credit è stato sviluppato allo scopo di incentivare aziende e governi ad abbattere i gas serra. Questi crediti possono essere acquistati da aziende o governi per compensare le proprie emissioni residue, all’interno dei mercati volontari o regolamentati. In questo modo, chi non riesce ad azzerare totalmente le proprie emissioni può contribuire comunque agli obiettivi climatici globali sostenendo progetti certificati.
Quando si deve parlare di carbon credit methodology?
Non tutti i crediti hanno naturalmente lo stesso valore. Ed è proprio per scegliere e predisporre una politica e un’azione appropriata sui carbon credit che si si deve contare sul ruolo delle carbon credit methodology.
Più nello specifico una metodologia è un insieme di criteri, regole e procedure riconosciute a livello internazionale che stabiliscono come calcolare le riduzioni o rimozioni di CO2 generate da un progetto.
Cosa si rischia nel caso non si abbia una carbon credit methodology?
Disporre di una metodologia significa poter dimostrare in maniera scientifica, trasparente e verificabile che le emissioni evitate o rimosse sono reali, permanenti e addizionali (cioè non si sarebbero verificate senza quel progetto).
Senza metodologie affidabili, il rischio è il cosiddetto greenwashing: progetti che dichiarano benefici ambientali inesistenti o superiori alle loro reali possibilità. Con metodologie solide, invece, i carbon credit diventano uno strumento credibile per finanziare la transizione ecologica e indirizzare capitali verso attività realmente sostenibili.
In che modo la Coal to Clean Credit Initiative (CCCI) si sta adoperando per innovare la Credit carbon methodology?
All’inizio di maggio 2025, in occasione della conferenza Ecosperity, si è registrato un annuncio importante nell’ambito della finanza climatica e dei carbon credit market, con il lancio di una metodologia innovativa per i crediti di carbonio. Questa metodologia è stata specificamente progettata per catalizzare il ritiro anticipato delle centrali a carbone e la loro successiva sostituzione con fonti di energia rinnovabile.
L’iniziativa, sviluppata nell’ambito della Coal to Clean Credit Initiative (CCCI) – un’iniziativa sostenuta dalla The Rockefeller Foundation – ha visto l’a leadership l’impegno relativamente alla componente tecnica end-to-end della società globale di sviluppo di asset di carbonio South Pole.
Carbon credt methodology come progetto per eliminare responsabilmente il carbone
Questa innovazione non è semplicemente uno strumento contabile per il carbonio, ma un vero e proprio “progetto per eliminare responsabilmente il carbone, sbloccando al contempo i finanziamenti per l’energia pulita”. Dal puno di vista metodologico rappresenta una svolta significativa che punta a ridefinire i sistemi che producono emissioni CO2 piuttosto che limitarsi a rallentarle.
Che cos’è esattamente la carbon credit methodology?
La metodologia introdotta dalla Coal to Clean Credit Initiative (CCCI) è la prima nel suo genere. Il suo scopo principale è quello di fornire un percorso basato su un mercato ad alta integrità per accelerare la transizione energetica globale attraverso i cosiddetti crediti di transizione.
Cosa sono i crediti di transizione?
I crediti di transizione vanno a integrare i crediti di carbonio diventando uno strumento utile per premiare i progressi intermedi e accelerare la decarbonizzazione nei settori più complessi.
In sostanza, mentre i carbon credit tradizionali certificano la capacità di evitare o la rimozione di una tonnellata di CO2 grazie a progetti di riforestazione, rinnovabili o cattura del carbonio, i crediti di transizione misurano i progressi ottenuti da tecnologie e processi che non portano subito al “net zero”, ma che rappresentano passi concreti e verificabili verso un nuovo rapporto tra decarbonizzazione e competitività industriale.
Qualche esempio di crediti di transizione?
Un esempio di crediti di transizione può essere l’uso di combustibili a minore intensità carbonica, l’adozione di forni più efficienti nell’industria pesante, o la sostituzione parziale di materie prime ad alte emissioni. Queste innovazioni non azzerano le emissioni, ma consentono una riduzione significativa e misurabile, evitando soluzioni di mera compensazione.
Cosa significa adoperarsi per la sostituzione delle centrali a carbone?
La credit carbon methodology prevede la creazione di crediti generati misurando con carbon accounting e monetizzando le emissioni evitate derivanti dal ritiro di asset a carbone prima della loro vita utile prevista o contrattualizzata, e dalla loro sostituzione con nuova capacità di energia rinnovabile.
Il processo di sviluppo di questa metodologia è stato rigoroso, pluriennale e multi-stakeholder. Ha ricevuto l’approvazione di Verra, una delle principali organizzazioni mondiali per gli standard del carbonio. South Pole ha guidato l’intero processo tecnico, dalle valutazioni di fattibilità iniziali e le consultazioni con gli stakeholder, alla stesura della metodologia in conformità con i severi requisiti di Verra e della stessa CCCI.
Questo lavoro ha gettato le basi per un approccio scalabile all’utilizzo dei mercati del carbonio per la transizione dal carbone all’energia pulita.
Frédéric Gagnon-Lebrun, Global Senior Director, Policy & Strategy di South Pole, ha sottolineato come la metodologia stabilisca un nuovo punto di riferimento per la quantificazione accurata delle riduzioni delle emissioni derivanti dalla disattivazione anticipata delle centrali a carbone.
Cosa significa predisporre salvaguardie per una transizione giusta?
Una delle caratteristiche più distintive e innovative di questa metodologia è l’incorporazione di salvaguardie per una transizione giusta. Ogni progetto che applica questa metodologia è tenuto a progettare e implementare piani completi per mitigare gli impatti socio-economici sui lavoratori e sulle comunità. Questi piani devono delineare percorsi chiari verso nuovi impieghi, riqualificazione professionale e sviluppo economico locale.
In un’altra prima assoluta per il mercato del carbonio, la metodologia applica gli stessi rigorosi standard di monitoraggio, rendicontazione e verifica (MRV) all’esecuzione di questi piani di transizione giusta, come fa per le riduzioni delle emissioni stesse. Questo garantisce un’integrità sia ambientale che sociale.
Mandy Rambharos, CEO di Verra, ha evidenziato come questa metodologia “alzi l’asticella per come la finanza del carbonio può guidare una reale azione climatica, mettendo le persone e l’equità al centro della transizione energetica”. Si tratta di assicurarsi che i lavoratori e le comunità non vengano lasciati indietro e che la transizione non esacerbi inavvertitamente la povertà energetica.
Cosa vuol dire incoraggiare imprese e organizzazioni al mercato del carbonio?
La metodologia CCCI si propone come una sorta di strumento per incoraggiare i partecipanti al mercato del carbonio, i governi e i finanziatori a sfruttare questo nuovo strumento e a riconoscerne il potenziale per supportare il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi e dei Contributi Determinati a Livello Nazionale (NDC), promuovendo una transizione dal carbone all’energia pulita ad alta integrità che porti benefici alle comunità e alle economie locali. L’iniziativa CCCI ha dimostrato che è possibile applicare i più elevati standard di integrità ambientale ai settori più difficili da abbattere come nel caso dell’hard-to-abate.
Cosa significa “Coal to Clean” in relazione alla carbon credit methodology?
Il concetto di “Coal to Clean” è al centro della carbon credit methodology e affronta il tema di una evoluzione dal carbone intesa come la singola più grande fonte di emissioni di energia a livello globale. Oltre il 90% delle centrali a carbone sono vincolate da contratti a lungo termine o regolamentazioni che ne garantiscono i rendimenti, lasciando pochi incentivi per il ritiro anticipato. Questa situazione crea un “lock-in” delle emissioni che rende estremamente difficile raggiungere gli obiettivi climatici globali.
In che modo la carbon credit methodology chiama in causa la finanza climatica?
La metodologia CCCI permette di sbloccare una nuova fonte di finanziamento per sostenere la transizione energetica. Questo avviene attraverso la monetizzazione delle emissioni evitate derivanti dalla disattivazione anticipata delle centrali a carbone rispetto alla loro vita utile pianificata o attesa, e dalla loro sostituzione con nuova capacità di energia rinnovabile.
In questo modo il valore economico delle emissioni di carbonio che non verranno rilasciate nell’atmosfera viene convertito appunto in “crediti di transizione” che possono essere venduti sul mercato, generando così il capitale necessario per finanziare il passaggio alle rinnovabili.
Il “Coal to Clean” della CCCI è intrinsecamente legato al principio della “transizione giusta” che non si limita a spostare la fonte energetica, ma si preoccupa delle persone e dell’equità di questa trasformazione. Perché possa funzionare i progetti devono riservare una quota dei ricavi del carbonio per soddisfare le esigenze delineate in un piano di transizione giusta a livello di progetto, assicurando che le comunità non vengano lasciate indietro. Questo include il supporto per la riqualificazione dei lavoratori del settore del carbone verso nuove opportunità nell’economia verde, la creazione di nuovi posti di lavoro e lo stimolo allo sviluppo economico nelle regioni tradizionalmente dipendenti dal carbone.
Joseph Curtin, Managing Director for Power and Climate presso The Rockefeller Foundation, ha sottolineato l’importanza di dimostrare come i crediti di transizione ad alta integrità possano sbloccare “benefici tangibili per le persone che vivono e lavorano vicino agli impianti a carbone”.
La metodologia riconosce che le centrali elettriche a carbone sono asset strategici che operano all’interno di un sistema energetico nazionale. Pertanto, il loro ritiro accelerato richiede un’attenta consultazione con le autorità locali e federali/nazionali e una considerazione e valutazione dei potenziali impatti a livello di sistema.
La CCCI è stata intenzionalmente progettata per integrarsi con i mercati volontari e di conformità esistenti e futuri. In questo modo, essa completa altre iniziative di mercato del carbonio e di finanza climatica pubblica che mirano alla stessa ambizione, lavorando su una tempistica di transizione accelerata. Ad esempio, può aiutare a sbloccare i finanziamenti privati necessari per iniziative su larga scala, come le Just Energy Transition Partnerships (JETP), e promuovere uno sviluppo più ampio del mercato del carbonio, aumentando l’offerta di crediti ad alta integrità e stabilendo standard chiari per gli acquirenti.
Gli attori chiave della carbon credit methodology
Il successo di questa metodologia è il risultato della collaborazione di diverse organizzazioni:
- Coal to Clean Credit Initiative (CCCI): È il consorzio di esperti globali, guidato dalla The Rockefeller Foundation e supportato dalla Climate Policy Initiative e South Pole. La CCCI si concentra sull’assicurare che la metodologia sia stabilita secondo il più alto livello di integrità ambientale, le migliori pratiche tecniche e un coinvolgimento credibile e trasversale degli stakeholder. Ha guidato lo sviluppo trasparente e inclusivo della metodologia negli ultimi 18 mesi, con il contributo di un gruppo consultivo tecnico di esperti e considerando casi reali.
- South Pole: Ha fornito la competenza tecnica end-to-end per la CCCI, dal supporto iniziale di fattibilità alle consultazioni con gli stakeholder e alla stesura della metodologia. South Pole è il principale sviluppatore mondiale di asset di carbonio e consulente climatico. L’azienda è impegnata a canalizzare la finanza climatica verso progetti che riducono le emissioni e forniscono benefici misurabili alle comunità vulnerabili ai cambiamenti climatici. Attualmente, South Pole si concentra sul supportare l’integrazione dei crediti di transizione sia nei mercati volontari che in quelli di conformità.
- Verra: È l’organismo che ha approvato la metodologia, riconoscendone la robustezza e l’integrità. Verra è una delle principali organizzazioni mondiali per gli standard del carbonio e gioca un ruolo fondamentale nel garantire la credibilità e l’affidabilità dei crediti. La CEO di Verra, Mandy Rambharos, ha sottolineato il ruolo dell’organizzazione nell’elevare gli standard di come la finanza del carbonio può guidare l’azione climatica.
- The Rockefeller Foundation: Ha supportato attivamente la CCCI fin dall’inizio. La Fondazione si impegna a dimostrare come i crediti di transizione possano portare benefici tangibili alle persone e alle comunità interessate dalla transizione. È anche il leader del consorzio CCCI.
- RMI (fondato come Rocky Mountain Institute): Ha fornito supporto tecnico per la creazione della bozza di metodologia.
- ACEN: Ha annunciato un progetto pilota nelle Filippine, dimostrando l’applicazione pratica della metodologia per la transizione di una centrale a carbone.