Sustainability Management

Persone al centro e innovazione: la sostenibilità secondo Chiesi

L’azienda farmaceutica unisce un impegno che arriva da lontano sui temi della sostenibilità sociale e ambientale con i temi dell’innovazione di prodotto e un modello organizzativo che crede nella partecipazione di tutti per creare valore condiviso. Il confronto di ESG360 con Noemi Muzzopappa e Cecilia Plicco del team di Shared Value & Sustainability del Gruppo Chiesi

Pubblicato il 30 Mar 2023

Noemi Muzzopappa, del team di Shared Value & Sustainability di Chiesi

Per una realtà che opera nel mondo biofarmaceutico, che unisce una forte vocazione alla ricerca e sviluppo con un solido radicamento nei territori in cui opera, la sostenibilità è prima di tutto nella sintesi tra responsabilità sociale, ambientale e innovazione.

Chiesi è una realtà che rientra in questa descrizione. Un’azienda internazionale, Società Benefit e B Corp certificata, con 30 filiali nel mondo e oltre 6000 dipendenti, che ha conservato e rafforzato il proprio radicamento nel territorio di Parma, dov’è nata e dove ha sede tutt’oggi il suo quartier generale.

ESG360 ha voluto approfondire l’impegno e le strategie del Gruppo sui temi della sostenibilità con Noemi Muzzopappa e Cecilia Plicco del team di Shared Value & Sustainability di Chiesi.

Cecilia Plicco del team di Shared Value & Sustainability di Chiesi

Quali sono i principali obiettivi di sostenibilità di Chiesi?

Gli obiettivi che ci siamo posti si legano all’evoluzione che ha vissuto la nostra struttura nell’affrontare queste tematiche. La Funzione Shared Value & Sustainability è nata nel 2015, all’epoca nell’ambito della CSR, poiché l’obiettivo era primariamente quello di strutturare una strategia dell’azienda legata allo sviluppo della comunità locale di Parma e provincia.

Va detto che Chiesi era attenta a queste tematiche anche prima della creazione di questo team e operava con contributi, donazioni, iniziative sul territorio. Il cambiamento che è stato introdotto ha riguardato in particolare la governance, con un Comitato che ancora oggi decide delle progettualità che l’azienda porta avanti sul territorio di Parma e che guida le operazioni relative alle 30 filiali nel mondo.

Se poi si guarda alla fase che precede la nascita della nostra Funzione si deve fare riferimento a Chiesi Foundation, nata nel 2005, come principale espressione della responsabilità sociale dell’azienda. La Fondazione è un ente legalmente separato che funge da complemento alla strategia di sostenibilità e all’impegno in termini di social responsibility del Gruppo.

Come misurate gli obiettivi di sostenibilità?

Quando è nata la funzione Shared Value & Sustainability, ci siamo scontrati fin da subito con il tema della misurazione dell’impatto. Per fare un esempio, ci siamo interrogati sulle modalità per capire e valutare se la strategia di sviluppo a livello di comunità territoriali aveva effettivamente l’impatto desiderato. Partendo da queste esigenze abbiamo ragionato sulle logiche di impatto a 360 gradi: impatto sociale, sulle persone, sull’ambiente, sulla catena di fornitura, sui pazienti, sul territorio in cui operiamo.

Questo, ha rappresentato un altro passaggio molto importante che ci ha condotto alla visione attuale della sostenibilità e che è anche uno dei motivi per cui ci siamo avvicinati alla comunità B Corp. Abbiamo così iniziato il percorso che ha portato all’evoluzione del nostro dipartimento ampliandone la prospettiva, non più solo con un focus sulla comunità locale, ma a 360 gradi sulla sostenibilità.

Focalizziamo l’attenzione su alcuni aspetti legati alla gestione dell’impatto

Uno dei nostri obiettivi in termini di impatto ambientale è raggiungere zero di emissioni di anidride carbonica, il Net Zero, entro il 2035; in questo senso stiamo lavorando su diversi ambiti.

Ad esempio, a livello di procurement siamo impegnati nel portare i temi della sostenibilità su tutta la catena del valore, con il coinvolgimento dei nostri fornitori. Si tratta di un percorso verso il responsible procurement nel quale si colloca anche la scelta di utilizzare la piattaforma di rating di EcoVadis per misurare e migliorare il percorso di sostenibilità di tutta la nostra catena del valore e aumentarne l’impatto positivo per la società e l’ambiente.

Più in generale, in Chiesi è attivo un Comitato di Impatto, che ha la responsabilità di definire gli obiettivi di sostenibilità in linea con il nostro scopo di beneficio comune espresso nello statuto aziendale.

In particolare, il Comitato, la cui composizione è determinata dalla responsabilità dei membri rispetto alle aree di impatto individuate dall’azienda, effettua l’analisi di materialità, valuta i risultati raggiunti e pubblica con cadenza annuale la Relazione d’Impatto, richiesta per legge alle Società Benefit. Inoltre, fornisce input per la redazione del Report di Sostenibilità annuale, per il budgeting e il Piano Strategico, assicurando che tutti i processi di Chiesi incorporino una prospettiva basata sull’impatto.

Vediamo meglio il lavoro del team di Shared Value & Sustainability?

Lavoriamo come gruppo dedicato alla sostenibilità con la convinzione e con l’assunto principale che questa debba essere portata avanti da tutti i dipartimenti aziendali (HR, R&D, produzione, funzioni commerciali, IT, ecc.) che devono integrare e trasferire a tutte le componenti aziendali quello che per noi è il concetto cardine, che guida le decisioni a livello aziendale: il valore condiviso.

In questo modo riusciamo ad avere una visione della sostenibilità a 360 gradi con obiettivi su varie aree di impatto che abbiamo identificato in sei ambiti principali.

  1. Sui temi della governance, innanzitutto, vale a dire sulle modalità con cui strutturiamo un’organizzazione che sia in grado di integrare la sostenibilità in tutti i processi.
  2. Relativamente all’impatto sulle persone, dove facciamo rientrare gli obiettivi legati alla funzione risorse umane e dove abbiamo un focus sui temi di Diversity e Inclusion, Work Life Harmony, People Care.
  3. Con uno sguardo attento all’impatto sulle comunità locali che decliniamo in base ai contesti. Qui contiamo su numeriche importanti e su target specifici, proprio per creare un’ambiente più attrattivo per le persone che vivono il nostro territorio, per trattenere e far crescere le persone che lavorano in azienda, per aumentare la ricchezza sociale del territorio.
  4. C’è poi il grande tema dell’impatto ambientale dove ci siamo prefissati l’obiettivo di raggiungere il Net Zero al 2035, con una serie di progetti di trasformazione sui prodotti e sui processi. In questo caso specifico dobbiamo aggiungere che i temi ambientali legati al settore farmaceutico sono molto sfidanti. Si tratta di un settore altamente regolamentato, i processi di sviluppo e di approvazione di un farmaco sono lunghi e complessi, ogni piccolo cambiamento richiede uno sforzo importante. In questo ambito lavoriamo con tutte quelle funzioni aziendali, come produzione, R&S, operations, dove ci sono le competenze tecniche utili a creare e gestire il cambiamento.
  5. Crediamo che un ruolo fondamentale sia rappresentato da tutta la catena del valore con i nostri fornitori, per questo abbiamo co-creato con loro il primo Codice di Condotta, chiamato “Codice di Interdipendenza”, con l’obiettivo di concepire un ecosistema sostenibile.
  6. C’è poi il tema della cura dei pazienti, i destinatari delle nostre soluzioni terapeutiche. Abbiamo la missione di avere un impatto positivo sulla qualità di vita delle persone in tutto il mondo, un obiettivo che vogliamo rafforzare e misurare sempre di più.

Come presidiate e governate le performance di sostenibilità?

Abbiamo da poco definito il “Sustainability data management process” che ci aiuterà a quantificare il processo di monitoraggio. Ci sono diversi componenti che vanno a comporre il quadro della gestione della sostenibilità. Gli input fondamentali per il monitoraggio delle performance di sostenibilità sono caratterizzati dal piano strategico di sostenibilità e dal B Impact Assessment, lo strumento di valutazione alla base della certificazione B Corp. Questo fornisce un approccio di misurazione a 360 gradi e permette di identificare delle metriche di misurazione e di monitoraggio delle performance aziendali in relazione ai risultati di sostenibilità.

Va aggiunto che stiamo lavorando da tempo all’identificazione di metriche di performance specifiche per la realtà di Chiesi e per tutte le sue aree di impatto, unitamente a un sistema di business intelligence che punta a garantire un monitoraggio puntuale e una visione completa delle performance di sostenibilità. In questo senso lavoriamo con i colleghi dell’IT e del finance proprio perché la misurazione della sostenibilità sia percepita come un tema legato all’innovazione andando di pari passo con la misurazione economica dell’azienda.

Quanto è importante in questo scenario il tema dell’analisi di materialità?

Come detto, è un altro dei task del Comitato di Impatto ed è molto importante per Chiesi. Inizialmente l’abbiamo interpretata solo nell’ambito del reporting, ma negli ultimi due anni abbiamo allargato le discussioni metodologiche su questo tema. Siamo, infatti, riusciti ad impostare un processo strutturato che vede fondamentalmente un’analisi di materialità molto più completa, in grado di mettere a disposizione output diversi in funzione delle modalità di impatto e di generazione di valore.

Qual è il ruolo dell’innovazione digitale?

Molto importante, perché la sostenibilità non è solo un tema di approccio e di studio, ma anche di mindset interno. Nella sostenibilità bisogna inventarsi e trovare costantemente nuove risposte che corrispondano a nuove forme di innovazione.

Il digitale è molto importante, ad esempio, a livello di programmazione e di trasferimento operativo, ma anche a livello di sviluppo di una cultura aziendale orientata a innovazione e sostenibilità.

Quanto è importante il tema ESG, sia nell’accezione di rating ESG, sia nel senso di utilizzo delle metriche ESG ai fini di un vostro posizionamento?

Per noi ESG e sostenibilità sono praticamente sinonimi. Ci sottoponiamo a un rating ESG annualmente che valuta il nostro Report di Sostenibilità, ma teniamo monitorati anche gli altri framework per misurare le performance cercando di renderle il più possibile complementari.

Un altro aspetto fondamentale relativamente alla prospettiva ESG è rappresentato dalla mappatura dei rischi. Il nostro piano strategico di sostenibilità ha anche lo scopo di fornire indicazioni in merito ai fattori di rischio collegati o collegabili alla sostenibilità.

C’è poi un tema che riguarda la misurazione delle performance individuali delle persone. Da quattro anni abbiamo integrato le tematiche di sostenibilità nel processo di settaggio annuale degli obiettivi di Gruppo e delle Filiali.

Come vivete l’attenzione ai temi ESG nello specifico a livello di settore Pharma?

Nel settore l’interesse è molto elevato e noi come Chiesi abbiamo aderito ad un gruppo di lavoro specifico chiamato “Biopharma Sustainability Roundtable”, una piattaforma settoriale progettata per collegare e supportare i dirigenti senior del settore biotecnologico e farmaceutico nel portare avanti i loro programmi di sostenibilità. Se in altri settori era da tempo molto chiara l’urgenza di intervenire a più livelli sulla sostenibilità, nel mondo farmaceutico era necessario affrontare un maggiore livello di complessità. In più, la partecipazione al movimento B Corp permette di confrontarsi con altri settori, il che porta stimoli e spunti di riflessione molto utili.

 

Avete qualche esperienza, progetto o caso particolarmente significativo di questo percorso?

Possiamo citare il progetto legato al propellente dei nostri inalatori dosatori pressurizzati (pMDI), a suo tempo molto innovativo perché aveva permesso di abbandonare i clorofluorocarburi (CFC) che provocavano il buco nell’ozono. La sfida oggi è l’elevato effetto climalterante dei gas propellenti presenti in questi inalatori, che servono a rilasciare i farmaci per asma e Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) in maniera efficace. Il contributo totale di questi spray alle emissioni globali di gas serra al momento non è enorme – è stimato in poco meno dello 0,1% – ma è destinato ad aumentare. Nel 2019 abbiamo, quindi, annunciato una soluzione per affrontarne la carbon footprint, investendo in un processo di reingegnerizzazione del prodotto, con l’introduzione di un nuovo propellente a basso potenziale di riscaldamento globale, e il conseguente nuovo sviluppo clinico sul paziente. Un processo di circa 7 anni, per un investimento complessivo pari a 350 milioni di euro.

Un’altra esperienza importante riguarda l’ingaggio della catena di fornitura guidato dal nostro procurement che ha integrato nei processi di qualifica fornitori i parametri ESG.

Dal 2015 abbiamo guidato un’evoluzione delle modalità di sviluppo e promozione dei progetti a favore delle comunità locali, ponendoci come uno stakeholder che dialoga con le istituzioni, con le realtà del territorio, con il terzo settore, co-creando delle progettualità e investendo risorse e competenze che si trasferiscono in azioni concrete per la collettività.

Tra le operazioni e le iniziative nelle quali Chiesi ha voluto dare e sta dando il proprio contributo rientrano realtà come “Parma, io ci sto!”, associazione di aziende di cui siamo fondatori che ha l’obiettivo di portare valore per la comunità facendo leva sulla volontà delle aziende di creare nuove forme di sviluppo; o il Consorzio Forestale KilometroVerdeParma che ha l’obiettivo di creare boschi urbani sul territorio di Parma e provincia.

Portiamo poi avanti progettualità per la sensibilizzazione sulle tematiche della sostenibilità nelle scuole medie e superiori, mentre nel sociale abbiamo stimolato il terzo settore e le istituzioni a unire le forze con progetti come “Non più Soli”, nato prima del Covid per coprire quel gap che riguardava anziani e persone sole in fase di dimissione ospedaliera e che non rientravano in filoni sociali di assistenza sanitaria, ma che avevano bisogno di un supporto temporaneo. Abbiamo unito alcune istituzioni del territorio accompagnandole in questa fase e con il Covid il progetto si è evoluto ed è diventato un’iniziativa di volontariato di assistenza per le persone rimaste in isolamento durante la pandemia.

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