La Danimarca è un paese che mantiene le sue promesse. Nel giugno del 2018 il Parlamento ha varato un piano per arrivare a produrre elettricità 100% rinnovabile entro il 2030, raggiungere nel 2050 l’indipendenza energetica e liberarsi dai combustibili fossili. Obiettivi ambiziosi, che il Parlamento danese ha votato in modo trasversale, oltre le divisioni politiche e il cui raggiungimento è stato programmato passo dopo passo. E il primo passo ora è arrivato: la Danimarca realizzerà la prima “isola dell’energia”, nel mare del Nord, una superficie di 120mila metri quadrati (pari a 180 campi di calcio), nella quale si raccoglierà e distribuirà energia da fonti rinnovabili (energia eolica) per una capacità di 3 gigawatt (il fabbisogno di 3 milioni di famiglie), che potranno arrivare fino a 10 gigawatt. Considerando che il Paese ha quasi 6 milioni di abitanti, si tratta di una quantità di energia superiore al reale fabbisogno nazionale, per cui il surplus verrà venduto a paesi confinanti, come la Germania.
Danimarca ed energia eolica: il piano varato nel 2018
Secondo l’Agenzia danese per l’Energia, fra circa trent’anni in Danimarca l’elettricità, il riscaldamento e il raffrescamento saranno generati unicamente da energie rinnovabili; anche i trasporti saranno alimentati solo da combustibili non fossili.
Tutto scaturisce dal piano varato nel 2018, che prevedeva 3 parchi eolici offshore per un totale di 2,4 gigawatt di potenza (in realtà, come abbiamo visto, si arriverà a 3 gigawatt), tramite aste per 564 milioni di euro nelle quali le diverse tecnologie “pulite” competono all’insegna della convenienza. Il piano del 2018 prevede inoltre lo stanziamento di 537 mln di euro per incrementare la produzione di biogas e misure di risparmio ed efficienza nel settore dell’industria per 40 mln di euro e in quello delle costruzioni per altri 27 milioni. Sono inoltre previsti 67 milioni di euro di investimento nel periodo 2020-2024 per sviluppare la mobilità elettrica e un sistema di trasporti sostenibile, oltre a 268 mln di euro per ridurre il carico fiscale relativo all’elettricità e al riscaldamento.
Un nuovo modo di pensare all’eolico off-shore
Secondo il ministro del Clima e dell’Ambiente, Dan Jørgensen, si tratta di “un nuovo modo di pensare all’eolico off-shore. Normalmente, infatti, si usa avere un parco eolico off-shore collegato alla terra; qui, invece, ci saranno diversi parchi eolici con centinaia di enormi turbine eoliche collegate all’isola, che prenderà il nome di Ijver Island. L’isola dell’energia sarà poi collegata a diversi Paesi e ad altre isole (ne è prevista una più piccola nel mar Baltico). Questo è un modo di creare un’energia molto più rinnovabile di quanto siamo stati in grado di fare finora in mare aperto”.
La Danimarca ha già, attualmente, una capacità di produrre energia eolica off-shore di 1,7 GW. L’isola artificiale avrà un costo di 210 miliardi di corone danesi (circa 30 mln di euro) e sorgerà a 80 chilometri dalla costa occidentale della Danimarca. Vi troveranno posto 200 turbine eoliche giganti, che si innalzeranno fino a 260 metri sopra il livello del mare.
L’Agenzia danese per l’Energia non ha ancora fissato una data di inizio per la realizzazione dell’isola nel mare del Nord.
Rendering dell’isola dell’energia nel mare del Nord
Danimarca: dal petrolio alle rinnovabili
Il governo, che sovraintenderà ai lavori di realizzazione dell’isola dell’energia, ha trasformato il piano di decarbonizzazione e di passaggio alle energie rinnovabili in legge e intende rispettarla.
“A dicembre abbiamo deciso di fissare una data limite per l’estrazione di petrolio e gas nel mare del Nord – ha aggiunto il ministro Jørgensen. “Una decisione piuttosto difficile per un paese come la Danimarca, che ha guadagnato molto bene in questi decenni grazie proprio a petrolio e gas. Ma era doveroso farlo. Siamo il primo grande produttore di petrolio a fissare una data per lo stop e abbiamo anche cancellato tutte le richieste per le licenze future”.
Se la Danimarca non guadagnerà più con il petrolio dovrà assolutamente sviluppare la produzione e la distribuzione di energia rinnovabile. Per questo, oltre a investire in impianti di produzione energetica green, investe anche in ricerca. Entro il 2024, ulteriori 134 mln di euro, saranno impiegati per ricerca e sviluppo in tema di energia e clima.