Scenari

Il mondo telco alla sfida Esg: parlano gli operatori

Trasformazione digitale e sostenibilità trovano un punto d’incontro emblematico nel mondo delle telecomunicazioni, dal controllo dei consumi energetici alla diffusione delle competenze digitali, e i sustainability manager svolgono un ruolo sempre più di primo piano. Ecco cosa succede in Fastweb, iliad e Tim

Pubblicato il 06 Dic 2023

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Con l’affermazione del digitale come abilitatore della trasformazione tecnologica e green delle aziende, il ruolo delle telco è diventato progressivamente più centrale nell’economia del Paese. E gli operatori – oltre a essere i player che consentono la “trasformazione” della società, delle aziende e della pubblica amministrazione – sono impegnati nella sfida di mettere a terra i vantaggi e le opportunità in termini di diminuzione dell’impatto ambientale, di attenzione all’inclusione sociale e di miglioramento della governance aziendale.

Il ruolo dei sustainability manager

E’ proprio questo il campo in cui si misurano i sustainability manager, che hanno un compito “trasversale” all’interno delle aziende: quello di fare in modo che l’innovazione generi vantaggi per l’azienda, per i suoi dipendenti e per l’ecosistema in cui opera, dai fornitori ai partner, fino in senso più ampio alla società e ai soggetti che per diverse motivazioni rischierebbero altrimenti di rimanere esclusi dagli effetti positivi del cambiamento.

Partendo dall’aspetto ambientale, le telecomunicazioni sono un settore ad alta intensità energetica, che richiede una considerevole quantità di risorse per mantenere in funzione infrastrutture come reti, data center e dispositivi di comunicazione: questo comporta l’adozione di politiche di efficienza energetica, investendo in fonti di energia rinnovabile e riducendo le emissioni di carbonio per mitigare l’impatto ambientale delle proprie attività.

Di pari passo, le telecomunicazioni svolgono un ruolo cruciale nell’agevolare l’inclusione sociale e la connessione digitale delle comunità, garantendo l’accesso alle informazioni e alle risorse a livello globale oltre che promuovendo al proprio interno una cultura aziendale equa e inclusiva.

Quanto infine alla governance, oltre all’attenzione a trasparenza, etica e responsabilità, gli operatori si trovano ad affrontare le sfide della compliance alle norme del settore, da quelle che sempre di più impattano sul comparto finance fino a quelle che regolano, ad esempio, la protezione dei dati personali e la sicurezza delle informazioni.

Maria Enrica Danese, responsabile Comunicazione istituzionale, Sostenibilità e Sponsorship di Tim

Maria Enrica Danese

La sostenibilità è un valore sempre più integrato nella strategia aziendale – spiega Maria Enrica Danese, responsabile Comunicazione istituzionale, Sostenibilità e sponsorship di Tim – In questo contesto, il ruolo del sustainability manager è cruciale all’interno di un’organizzazione moderna, contribuendo a integrare gli aspetti Esg nel business dell’azienda e intervenendo in modo proattivo su tutte le principali attività, da quelle di pianificazione strategica a quelle di implementazione operativa”. 

Gli obiettivi per l’ambiente

“In Tim abbiamo un programma di interventi di efficientamento dei nostri asset per aumentare l’ecoefficienza, quindi per produrre di più a parità di risorse, e usiamo in modo crescente energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili – sottolinea Danese – Nel 2022 in Italia il 45% del nostro consumo di energia elettrica è derivato da fonti green, e abbiamo l’obiettivo di raggiungere il 100% entro il 2025. Siamo, inoltre, tra le prime aziende in Italia ad avere stipulato accordi di Power Purchase Agreement”.

Tim e la sostenibilità sociale

Sul fronte sociale siamo convinti che grandi aziende come la nostra debbano contribuire alla creazione di una società più equa ed inclusiva – prosegue Danese – Tra le altre iniziative ne abbiamo recentemente lanciato una nuova, ‘La parità non può aspettare’, che racchiude le azioni  messe in campo per superare gli stereotipi sul ruolo delle donne, offrire pari opportunità e contrastare la violenza di genere. Abbiamo creato Women Plus, la prima app che facilita l’incontro tra domanda e offerta di lavoro per le donne in Italia e, attraverso una collaborazione con l’associazione DonneXStrada, abbiamo trasformato i nostri oltre 200 negozi di proprietà in Punti Viola, per garantire un rifugio sicuro alle donne in situazione di pericolo”.

La governance

“Per quanto riguarda la governance – aggiunge – stiamo investendo sul monitoraggio dei target di piano e sull’identificazione di misure di impatto ambientale e sociale per i nostri progetti, nella convinzione che le tematiche relative alla sostenibilità siano essenziali anche per la performance economica”.

Il ruolo del sustainability manager

“Si tratta di una figura piuttosto complessa – conclude Danese – che richiede competenze ‘verticali’ e ‘orizzontali’. L’evoluzione dello scenario tecnologico ed economico in corso ci pone di fronte alla sfida di gestire adeguamenti delle professionalità, anche in materia di sostenibilità. Occorre rafforzare la formazione interna, favorendo al contempo l’assunzione di giovani con competenze specifiche”.

Anna Lo Iacono, senior manager of Sustainability, Fastweb

Anna Lo Iacono

“Le sfide sono parecchie e abbastanza trasversali a vari settori”, spiega Anna Lo Iacono, senior manager of sustainability di Fastweb, che parte nella sua analisi da quella ambientale.

La sostenibilità ambientale

“Le telco sono grandi utilizzatrici di energia. Da qui nasce l’obiettivo di ridurre i nostri consumi energetici e il nostro impatto ambientale. In Fastweb siamo impegnati a ridurre le nostre emissioni: ecco perché siamo molto attenti nel calcolo della carbon footprint. Il nostro obiettivo è diventare Carbon Neutral entro il 2025 grazie anche alle tante azioni messe in campo, come l’acquisto dal 2015 di energia al 100% da fonti rinnovabili oppure l’adesione dal 2020 alla science based targets initiative. Abbiamo avviato inoltre progetti per migliorare l’efficienza energetica di reti e data center e per promuovere l’economia circolare, attraverso la rigenerazione dei modem o dei vecchi smartphone”. “La nostra attenzione – aggiunge – è rivolta anche a tutta la supply chain, con l’obiettivo di portare i fornitori a essere attenti sulle tematiche Esg per migliorare le loro performance a livello ambientale e sociale”.

La sostenibilità sociale

“Oltre agli obiettivi per la tutela dell’ambiente, lavoriamo da anni – spiega Lo Iacono –  per aumentare le competenze digitali della popolazione: in prospettiva, le digital skill saranno sempre più necessarie per prendere parte alla rivoluzione in corso. Per questo abbiamo dato vita alla Fastweb Digital Academy e a STEP FuturAbility District in Piazza Olivetti a Milano, un luogo che invita le persone ad avvicinarsi alla rivoluzione digitale. Un centro in cui si fa divulgazione con conferenze gratuite aperte al pubblico sui temi del futuro, del digitale, con workshop per le famiglie, laboratori per i bambini e per le scuole. Da sempre inoltre investiamo per ridurre progressivamente il digital divide dal punto di vista fisico e infrastrutturale per consentire a tutti di navigare con le migliori prestazioni e su una rete affidabile, perché il digitale è un motore di sviluppo per eccellenza”.

L’importanza del lavoro di squadra

Quello del sustainability manager non è un ruolo che si può risolvere nell’attività di una sola persona – sottolinea Lo Iacono – Si tratta sempre più di coordinare un team ampio e trasversale, dal momento che rispetto al passato sono richieste competenze sempre più specialistiche. In ambito ambientale, per esempio, nel campo delle certificazioni, nella gestione della parte energetica, mentre sono sempre più necessarie competenze specifiche su reporting e controllo, quindi di tipo finanziario, perché con la nuova direttiva sul corporate sustainability reporting, che entrerà in vigore dal 2024, il monitoraggio finanziario sarà sempre più centrale”.

Privacy e sostenibilità

“A questo si aggiungono le competenze in ambito di procurement e di formazione, di governance, compliance, etica, gestione della privacy – prosegue Lo Iacono – Infatti tutti gli aspetti di salvaguardia della sicurezza dei clienti e della privacy sono inerenti alla sostenibilità, un campo in cui la sfida sarà anche quella sull’intelligenza artificiale”.

Michele Rillo, External affairs director, iliad

Michele Rillo

La posizione di iliad è un caso a parte nel panorama Esg: l’operatore, infatti, ha deciso di non affidare a un singolo manager il coordinamento delle attività Esg, ma di renderle trasversali. “Per noi la principale sfida – spiega Michele Rillo, external affairs director di iliad Italia – è mantenere la sostenibilità come un obiettivo di business nei diversi verticali”.

Gli obiettivi

“L’obiettivo principale, come gruppo internazionale e come iliad Italia, è di raggiungere Net Zero – ovvero zero emissioni dirette – entro il 2035, in anticipo rispetto agli obiettivi di Parigi. Il gruppo ha inoltre aderito nel 2022 agli science based target – sottolinea Rillo – Quanto alla sostenibilità sociale, in questo ambito deve essere letto il nostro impegno al ‘per sempre’, con la strategia di non rimodulare i costi, in modo che tutte le famiglie e in generale tutti gli utenti possano avere accesso a servizi perché sanno che il costo non aumenterà, non ci saranno bill shock né bollette pazze”.

L’impegno per la formazione

“A questo aggiungiamo il nostro impegno sull’educazione e sulla formazione con tre progetti: iliad College, la partnership con ‘Il Cielo Itinerante’, e iliadship, un progetto di formazione che prevede una borsa di studio e un programma di mentorship per 10 ragazzi, per un investimento di quasi 2 milioni di euro in 10 anni. Di questo impegno fa parte anche la nostra scelta di lavorare con grande attenzione ai temi della diversity e dell’inclusion, in un ambito – quello delle telecomunicazioni – dove è ancora predominante la presenza maschile”.

“Oltre a questo – prosegue Rillo – investiamo molto nella formazione continua del nostro personale, e nei programmi c’è una parte rilevante sulla formazione di sostenibilità, customizzata per i dirigenti, il personale manageriale e il resto dell’azienda. L’ultima iniziativa in ordine di tempo si chiama ‘Climate Fresk – Affresco del clima’, un format sviluppato per avvicinare i manager alle dinamiche meno visibili e più intrinsecamente legate al rapporto tra produzione/sviluppo e impatto sull’ambiente. Un primo gruppo è già stato formato, abbiamo un piano di formazione complessivo, con un approccio “train the trainer”: formeremo dei colleghi affinché siano loro a formare il resto dell’azienda.

Il comitato Esg

In azienda abbiamo scelto di non avere un ‘sustainability mananger’ orizzontale, che trasversalmente si occupi di Esg senza avere una verticale di caduta; abbiamo, invece, vari manager e funzioni impegnate, ognuna su una delle tante declinazioni dell’Esg. Per non perdere la visione d’insieme – spiega Rillo – abbiamo creato un comitato in cui sono rappresentate queste funzioni aziendali. La filosofia di fondo è che la sostenibilità sia al centro di ogni unità, dagli external affairs all’hr, dal legal al finance, fino alle operations e al marketing: tutti insieme portiamo avanti la visione di sostenibilità e ci assicuriamo che sia coerente con le attività di business e viceversa”.

La sostenibilità ambientale

“Per un operatore di telecomunicazioni il settore che consuma più energia è la rete di telefonia mobile, le antenne. La riduzione dei loro consumi è un obiettivo prioritario. Lo perseguiamo acquistando e installando tecnologie più efficienti disponibili sul mercato. Inoltre – spiega Rillo – siamo stati i primi esattamente un anno fa a lanciare un’innovazione di processo, lo switch off notturno, che ci ha permesso un risparmio vicino all’8% sui consumi. La notte, quando la richiesta è più bassa, le nostre antenne vanno in stand-by per una parte delle frequenze; in caso di necessità, la rete è progettata per riattivare istantaneamente e in automatico le frequenze in stand-by. Inoltre – ed è uno dei pochi casi del genere nel mondo retail – la notte spegniamo le luci delle vetrine dei nostri 50 negozi in tutta Italia, risparmiando in media circa il 18% di energia rispetto ai consumi standard di ogni punto vendita.

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