I Data Center Multi Tenant (MTDC), quelli cioè appositamente concepiti per i servizi di colocation, sono più attenti all’efficienza energetica e alla sostenibilità rispetto alla media complessiva dei Data Center. Questa la principale conclusione di un’analisi di 451 Research, commissionata da Schneider Electric. Che fa il punto sulle caratteristiche di una tipologia chiave per l’economia digitale, non a caso in crescita da cinque anni a questa parte a un tasso medio del 10%, con una potenza elettrica impegnata a livello globale di ben 32 GW. Le regioni della crescita dei MTDC sono direttamente collegate al successo della formula della colocation: per gli sviluppatori software diventa possibile offrire ovunque nel mondo le proprie applicazioni e servizi, ottenendo al contempo una vicinanza geografica al consumatore finale, capace di migliorare la reattività del servizio, ridurre i costi della larghezza di banda e rispettare le normative senza dover costruire e gestire ovunque un’infrastruttura di data center. Una crescita che, dunque, è destinata a continuare anche nel prossimo futuro, ma che inevitabilmente porterà a una maggiore attenzione verso questa tipologia di Data Center.
In Cina più attenzione alla sostenibilità
Che in futuro consumeranno volumi maggiori quantità di elettricità ed acqua e – potenzialmente – produrranno anche più gas serra, con conseguenze potenzialmente dannose per il climate change. Non a caso, la ricerca di Schneider indica come gli operatori MTDC siano consapevoli di questa crescente attenzione da parte dell’opinione pubblica e stiano perciò intraprendendo delle azioni per diventare più sostenibili. Più nel dettaglio, circa il 43% dei fornitori MTDC ha dichiarato di avere messo in atto un’iniziativa strategica sostenibilità. Mentre una percentuale leggermente inferiore ha evidenziato di avere affrontato programmi di sostenibilità in maniera non esaustiva, ma mirando comunque a raggiungere importanti miglioramenti in infrastrutture e pratiche operative. Un po’ a sorpresa rispetto alle tendenze generali in fatti di energia e ambiente, gli operatori MTDC con sede in EMEA sono in genere meno propensi a investimenti strategici in fatto di efficienza e sostenibilità rispetto a i loro colleghi statunitensi (meno del 30% contro il 54%) e, soprattutto, rispetto ai cinesi (68%).
L’importanza della resilienza
Ma perché il mondo MTDC avvia iniziative di questo tipo? Il fattore costo, ossia il risparmio associato all’aumento dell’efficienza energetica, non costituisce la spinta principale, così come altri fattori come la spinta dell’opinione pubblica, la gestione del rischio a lungo termine o il valore aziendale. Piuttosto, a spingere verso questo tipo di scelte sono le esigenze dei clienti, indicate da oltre un quarto degli intervistati. In secondo luogo, a favorire scelte più sostenibili è la volontà di ottenere una maggiore resilienza operativa nel lungo termine al 40%: in effetti in un periodo storico caratterizzato da condizioni meteorologiche estreme e da eventi meteorologici come alte temperature, umidità, inondazioni e incendi, l’uso ridotto di risorse l’elettricità e l’acqua ha non soltanto ricadute positive per l’ambiente e la società. Infatti una politica di questo tipo può mettere un data center in una posizione migliore per sopravvivere a una grave interruzione dei servizi più a lungo sulle sue riserve di energia e acqua. Una dimensione, quella della resilienza, segnala il report Schneider Electric, che è stata spesso trascurata, ma che in realtà è estremamente significativa per il mondo Data Center, dal momento che i suoi effetti possono essere “misurati” in maniera più certa e sicura rispetto a quelli del climate change. Complessivamente comunque, gli attori impegnati nel mondo MTDC sono molto più attenti al cambiamento climatico rispetto alla galassia complessiva degli operatori Data Center. Non a caso, circa la metà di loro sta potenzialmente apportando modifiche ai sistemi di raffreddamento, prestando attenzione anche ai siti utilizzati, non soltanto per la temperatura, ma anche per altri fenomeni estremi come la siccità.
I passi in avanti e le cose ancora da fare
Non solo: in positivo il report segnala la profonda avanzata della cultura della sostenibilità rispetto a dieci anni fa, quando la maggior parte degli operatori non pensava minimamente di effettuare scelte tecnologiche diverse o magari di prendere in considerazione l’energia rinnovabile. Oggi, invece, l’utilizzo di apparecchiature di distruzione dell’alimentazione elettrica a elevata efficienza e, soprattutto, l’impiego di software di gestione dell’infrastruttura data center (DCIM, che consentono agli operatori di raccogliere, normalizzare, monitorare e analizzare i dati) è considerato normale, soprattutto tra gli operatori di maggiori dimensioni. L’utilizzo più comune (58%) degli strumenti di gestione del data center, oltre agli avvisi di base, è il monitoraggio in tempo reale delle apparecchiature critiche, seguito dai rapporti sulle prestazioni operative come l’utilizzo, il consumo di energia. In definitiva, il report Schneider conclude che nonostante gli indubbi progressi di questo ultimo decennio, ci sia ancora strada da fare per indirizzare il mondo MTDC verso la piena sostenibilità. Circa la metà degli MTDC devono ancora implementare una suite DCIM, ossia un aspetto fondamentale non solo per la raccolta dei dati ma anche per l’ottimizzazione da un punto di vista energetico. Complessivamente, tutti i provider MTDC possono fare qualcosa di più per l’acquisto di elettricità a basse emissioni di carbonio, a partire naturalmente dalle fonti rinnovabili.