Sostenibilità

Accelerare la digitalizzazione per una ripresa economica sostenibile

I cinque punti chiave sono> transizione verso l’energia verde; digitalizzazione del settore energetico; smart city; mobilità intelligente e trasporti sostenibili; monitoraggio della Terra e protezione delle risorse naturali

Pubblicato il 03 Set 2020

Erminio Polito

responsabile Energy & Utilities di Minsait in Italia

sviluppo sostenibile

La crisi sociale causata da Covid-19 ha evidenziato la necessità di un nuovo modello di crescita economica più rispettoso dell’ambiente. Pandemia e cambiamento climatico richiedono una risposta congiunta e coordinata in cui la sostenibilità ambientale sia uno dei principi guida delle politiche di ripresa economica.

Questa stessa convinzione è alla base dell’accordo raggiunto dal Consiglio Europeo per finanziare la ripresa, che deve partire dall’accelerazione della transizione verde e digitale. Sia la Germania che la Francia hanno già annunciato che la sostenibilità sarà uno dei pilastri dei loro piani di investimento dei “recovery funds”. Il Governo Italiano e il premier Conte ritengono che i fondi siano un’opportunità concreta per rendere l’Italia “più verde, più digitale più innovativa, più sostenibile, più inclusiva”.

Gli accordi della Commissione confermano la scommessa europea sulla tecnologia e sulla sostenibilità come catalizzatori positivi per la ripresa; un’idea che era già stata difesa nell’aprile 2020 con la firma, da parte di 11 ministri dell’Ambiente europei, tra cui Sergio Costa, di una lettera in cui si chiedeva a Bruxelles di fare della digitalizzazione, della “decarbonizzazione” e della resilienza le grandi leve per la ripresa dalla crisi, come previsto dal Patto Verde Europeo.

Le aree di intervento prioritarie

Nei prossimi mesi, l’erogazione di fondi europei richiederà un approccio strategico volto a ottimizzare le risorse, indirizzando gli investimenti per la digitalizzazione verso aree prioritarie, in grado di generare impatti economici e ambientali rilevanti, immediati e sostenuti nel tempo.

Quali dovrebbero essere le aree di intervento prioritarie per fondare un nuovo modello economico sostenibile? Secondo l’esperienza maturata, occorre lavorare su cinque fronti con un forte impatto sul cambiamento climatico e che possono generare risultati molto significativi nel breve termine:

1) transizione verso l’energia verde;

2) digitalizzazione del settore energetico;

3) smart city;

4) mobilità intelligente e trasporti sostenibili;

5) monitoraggio della Terra e protezione delle risorse naturali.

Vediamo nel dettaglio ciascuna di queste aree, le sfide che dovranno affrontare nello scenario post-Covid-19 e alcuni progetti di successo che dimostrano come lo sviluppo tecnologico e la trasformazione digitale hanno un impatto immediato sulla ripresa e sulla sostenibilità.

Transizione verso le energie sostenibili

La transizione verso un modello basato sull’energia pulita e rinnovabile è tra i pilastri dei piani di stimolo per la ripresa economica accordati dalla Commissione Europea. In quest’ottica, anche le grandi utilities e un numero crescente di aziende energetiche stanno ratificando i loro obiettivi per l’eliminazione delle emissioni.

Oggi il costo della produzione di energia solare continua a scendere ed è già al di sotto del prezzo del gas. I costi fissi continueranno a diminuire in modo esponenziale, mentre i combustibili fossili, che stanno già mostrando segni di crisi, diventeranno sempre più costosi da sfruttare. Lo vediamo già nei piani di investimento delle multinazionali dell’energia, come Enel, leader a livello globale, che nel suo piano strategico per il 2020-2022 prevede un obiettivo di produzione del 68% di emissioni zero di CO2.

Le tecnologie di rete digitali stanno dimostrando i vantaggi di integrare una maggiore quantità di generation rinnovabile, riducendo l’impatto ambientale e i costi operativi e migliorando al contempo la sicurezza. Un esempio di successo è il progetto di costruzione e gestione di una micro-rete elettrica presso l’Università di Monash, la più grande in Australia. Questa micro-rete è l’elemento chiave del programma “Net Zero Initiative”, che è stato distinto dal Segretariato delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici (UNFCCC) con il “UN Momentum for Change Award” alla COP24 (Summit sul cambiamento climatico di Katowice, Polonia).

Altri casi virtuosi sono il progetto Sensible (Storage ENabled Sustainable Energy for Builings and community), un’iniziativa di innovazione il cui obiettivo è l’integrazione di diverse tecnologie di accumulo di energia sia nella rete di distribuzione che nelle case e negli edifici per aumentare l’autosufficienza, la qualità dell’offerta e la stabilità della rete al fine di creare modelli di business sostenibili per la generazione distribuita e lo stoccaggio di energia. E Romeo (Reliable O&M decision tools and strategies for high LCoE reduction on Offshore wind), un progetto europeo guidato da Iberdrola che mira a ridurre i costi di esercizio e manutenzione nei parchi eolici offshore sostenere l’uso di energia rinnovabile più economica.

L’accelerazione verso la digitalizzazione del settore

Oltre alla transizione green, per le utilities italiane la pandemia ha comportato un’accelerazione dei propri processi di trasformazione digitale, in generale orientati verso: lo sviluppo dei canali digitali come canali prioritari per le relazioni con i clienti; l’innovazione nei prodotti e nei servizi e la necessità di essere estremamente flessibili alla domanda dei clienti; l’impegno a investire nella cybersecurity in un mondo in cui i processi più critici sono automatizzati e digitalizzati; piani di business continuity e contingency aggiornati e testati in diversi ambiti, come quello operativo o finanziario.

Nei prossimi mesi, le aziende energetiche pubbliche e private dovranno affrontare alcune sfide che richiederanno investimenti e risorse. Tra queste emerge l’automazione delle operazioni per ridurre al minimo l’attività di manutenzione e operazione delle reti e l’ottimizzazione della presenza degli operatori sul campo attraverso la scommessa sull’Internet of Things (IoT) e l’integrazione tra tecnologia informatica (IT) e tecnologia operativa (OT).

Lo sviluppo di nuove modalità di relazione con i clienti sarà un’altra area prioritaria, con l’obiettivo di promuovere l’innovazione nei prodotti e nei servizi, adattando l’offerta alla domanda dei clienti in tempo reale.

Infine, l’assegnazione di maggiori risorse alla gestione del rischio operativo e alla cybersecurity per assicurare la salute e la sicurezza dei lavoratori e garantire un funzionamento sicuro in un ambiente altamente digitalizzato.

Smart & Green Cities

Le Smart Cities non sono solo città tecnologicamente all’avanguardia; sono soprattutto città più efficienti, più rispettose dell’ambiente e in grado di offrire maggiore qualità della vita ai cittadini. Esempi virtuosi sono Anversa e Helsinki, per citarne due esempi europei. Queste città e altri progetti che Minsait sta sviluppando in tutto il mondo dimostrano che è possibile ridurre di oltre il 35% il consumo di acqua per l’irrigazione e del 45% il consumo energetico per l’illuminazione e gli edifici pubblici. Inoltre, i sistemi di monitoraggio delle reti di trasporto degli idrocarburi e dell’acqua che utilizzano la fibra ottica possono ridurre del 75% le emissioni di CO2 associate al lavoro di sorveglianza convenzionale.

Nei casi di Helsinki e Anversa, due progetti pilota sviluppati nell’ambito del programma europeo Select4Cities, hanno permesso di risolvere le sfide ambientali e sociodemografiche analizzando grandi quantità di dati provenienti da diverse fonti di informazione.

In Spagna, il progetto di gestione trasversale dei servizi urbani realizzato a Las Palmas de Gran Canaria offre un risparmio notevole nel consumo di acqua per l’irrigazione e nel costo del servizio di raccolta dei rifiuti, nonché in un aumento del tasso di riciclaggio della città.

Il turismo intelligente è un altro ambito in grado di dare un impulso alle economie locali, soprattutto in Paesi come l’Italia, dove il settore pesa circa l’11% del PIL. Alcuni esempi di successo sono i progetti di digitalizzazione in corso in Regione Puglia e il portale culturale della Regione Campania volto a facilitare l’accesso ai diversi beni e servizi dell’ecosistema digitale di entrambi i territori.

Smart Mobility

La mobilità intelligente e sostenibile è un’altra area che può portare efficienze e contribuire alla sostenibilità ambientale. L’applicazione di tecnologie di Big data e dell’intelligenza artificiale ai sistemi di smart mobility e di trasporto sostenibile ha permesso di ridurre del 15-25% le emissioni inquinanti mensili della ferrovia e del 6% del traffico stradale su autostrada. Inoltre, i sistemi di ticketing implementati in più di 50 città contribuiscono a ridurre l’uso di plastica e carta fino al 70% attraverso l’utilizzo di pagamenti mobile.

Un’area innovativa da esplorare è l’utilizzo dei droni. Secondo le stime di Minsait, un sistema di trasporto efficiente basato su droni potrebbe ridurre le emissioni di CO2 fino al 25%. Questo è l’obiettivo del progetto Pilot-T – cofinanziato da Innovation Norway – che sta sviluppando un ambizioso sistema di gestione del traffico aereo senza pilota che faciliterà la transizione dal trasporto via terra basato sui combustibili fossili a un’infrastruttura aerea senza piloti.

Il monitoraggio della Terra e la protezione delle risorse naturali

Uno degli ambiti più innovativi dello sviluppo tecnologico applicato alla sostenibilità è il il monitoraggio della Terra e la protezione delle risorse dall’aria e dallo spazio.

A settembre 2018, la città di Palù è stata devastata dall’enorme ondata generata da un terremoto di grado 7,5. Inondazioni e frane hanno causato oltre 2.000 vittime e distrutto tutti i tipi di edifici, infrastrutture e coltivazioni. Dopo l’evento, è stato attivato il progetto Disaster Risk Reduction che l’ESA ha promosso nell’ambito del programma Copernicus Emergencies. Il progetto è un esempio di monitoraggio dallo spazio, che mira a ridurre l’impatto delle catastrofi naturali attraverso un sistema di allarme rapido basato sull’osservazione satellitare. Secondo le stime, per ogni euro investito in tecnologie di osservazione e prevenzione, è possibile risparmiare sette euro di perdite economiche.

Altri casi esemplari sono il programma europeo Copernicus, che sostiene Onlus come la Croce Rossa Internazionale e l’ONU nella gestione delle catastrofi naturali. E il sistema Faedo, implementato in Spagna, che permette di ridurre del 40% gli incendi e del 30% l’area bruciata.

Per quanto riguarda i sistemi di osservazione della Terra, il prossimo passo nell’uso della tecnologia per la conservazione e la prevenzione comporterà l’uso di droni ambientali. Esistono già diversi progetti che hanno sperimentato con successo l’uso di droni in grado di automatizzare la raccolta di campioni d’acqua nei fiumi e nelle zone costiere per fornire informazioni in tempo reale sulla qualità dell’acqua. Progetti di questo tipo saranno fondamentali in Italia, con una costa di circa 7.900 km, più di 1.000 laghi e circa 1.200 fiumi, di cui 58 lunghi più di 100 km.

La conservazione dei mari e degli oceani è infatti fondamentale per la sostenibilità del pianeta. Anche qui la tecnologia ha un ruolo centrale. Un caso rilevante è il sistema Onesait Oil&Gas Environment, sviluppato insieme al Repsol Technology Lab e che ha ottenuto un importante riconoscimento come miglior progetto tecnologico dalla pubblicazione specializzata World Oil nella categoria “Health, Safety, Environment/Sustainable Development Offshore”. Il progetto è in grado di rilevare perdite di petrolio sulla superficie marina in pochi minuti e senza l’intervento umano, permettendo di contenere le perdite.

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Erminio Polito
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