Come può l’innovazione digitale essere messa davvero al servizio del benessere e della sicurezza delle persone? È da questa domanda che prende avvio “HumanTech | Unfolding pathways for the more-than-human society”, l’evento organizzato dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, parte della School of Management, in programma il 30 ottobre presso il campus Bovisa.
La giornata, che si inserisce nel progetto HumanTech – Humans and Technology, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) nell’ambito dei Dipartimenti di Eccellenza 2023-27, si propone di esplorare le intersezioni tra innovazione tecnologica, sostenibilità e umanità, con il contributo di ricercatori, esperti e aziende pionieristiche.
A sottolineare il senso di questa sfida è Raffaella Cagliano, direttrice del Dipartimento di Ingegneria Gestionale: “Proprio in virtù della loro capacità trasformativa, velocità di diffusione e pervasività – spiega – le nuove tecnologie digitali, se opportunamente indirizzate, sono fondamentali per facilitare modelli e processi che accelerino la transizione verso un’industria sostenibile, inclusiva e attenta al benessere individuale e collettivo”.
Il primo tema della mattinata, “Regenerative Futures: transforming technologies with purpose”, propone una riflessione sul ruolo rigenerativo dell’innovazione, quando guidata da un purpose autentico. Docenti come Chiara Franzoni, Claudio Dell’Era, Josip Kotlar e Antonio Ghezzipresenteranno i risultati della linea di ricerca “Regenerative Futures”, illustrando come la sostenibilità possa essere integrata nei processi industriali attraverso una visione sistemica e responsabile.
Un nuovo paradigma: rigenerare il futuro con un purpose condiviso
Particolarmente interessante lo studio “Purpose in Action”, che indaga come i manager italiani interpretino il ruolo del purpose nel guidare le scelte strategiche e affrontare l’incertezza tecnologica. Accanto a questo, il progetto “FUTURES | Sense Making by System Thinking” offrirà esempi di aziende che sperimentano approcci innovativi di sense making sistemico, capaci di leggere e anticipare i cambiamenti nei mercati e nella società.
La discussione sarà poi arricchita da una tavola rotonda che riunirà voci provenienti da mondi diversi: Marina Geymonat (Leonardo), Marco Giglio (BCG X), Francesca Morandi (Morandi Group) e Anna Vinci (Ciao Elsa). Un confronto destinato a mettere in luce come la contaminazione tra settori e culture organizzative possa accelerare la transizione verso una tecnologia dal volto umano.
Supply chain del futuro: intelligenza artificiale e resilienza
Il secondo focus della mattinata, “Smart, green and resilient: rethinking tomorrow’s supply chains through human-centered technologies”, mostrerà come la tecnologia possa rendere più sostenibili e resilienti le catene del valore globali.
Coordinata da Antonella Moretto, Stefano Elia e Giovanni Miragliotta, la sessione presenterà tre progetti di ricerca dedicati all’applicazione dell’intelligenza artificiale nella supply chain.
Nel dettaglio, Moretto illustrterà come l’AI stia trasformando le funzioni di procurement, ridefinendo competenze, processi e negoziazioni. Giacomo Grassi approfondirà il tema della collaborazione tra manager e AI generativa, evidenziando la nascita di una nuova forma di co-decisione uomo-macchina. Infine, Nizar Abdelkafi presenterà il progetto “Supply Chain Automation”, mostrando come l’integrazione di AI, IoT e RPA stia ottimizzando i costi e migliorando l’efficienza lungo l’intera catena del valore.
La successiva tavola rotonda con Giuseppe Biffi (Siemens), Carmen Carulli, Salvo Anello (Accenture) e Stefano Mazzola (Gefran) offrirà testimonianze dirette di aziende che già sperimentano tecnologie human-centered per bilanciare produttività e benessere.
Università e impresa: un’alleanza strategica
Nel pomeriggio, la sessione “Università e Impresa: opportunità di collaborazione”, con Bianca Maria Colosimo ed Elisa Negri, ribadirà il valore della ricerca come motore di competitività sostenibile.
Le partnership tra mondo accademico e industria emergono come strumenti essenziali per trasferire conoscenze, formare nuove competenze e accelerare l’innovazione responsabile.
Queste collaborazioni, spiegano i promotori, rappresentano un ponte tra sperimentazione scientifica e applicazione industriale, rafforzando la capacità delle imprese di integrare nei propri modelli di business i principi dell’ESG e dell’industria 5.0.
Fiducia, responsabilità e partecipazione: la sfida etica dell’AI
Con “Dialogues on Trust in AI: Responsibility and Calibration”, i ricercatori del Politecnico – Omar Mazzucchelli, John Pyne Walsh e Cristina Rossi-Lamastra – affronteranno il tema della fiducia nei sistemi di intelligenza artificiale.
Lo studio sperimentale in corso mostra come il coinvolgimento degli stakeholder e la governance inclusiva possano modellare l’atteggiamento pubblico verso le tecnologie emergenti.
Massimiliano Gambardella, di PagoPA, parteciperà al dibattito per sottolineare l’importanza di una AI trasparente e partecipata, che promuova responsabilità condivisa e valorizzi l’intelligenza collettiva. La riflessione si inserisce in un contesto sempre più attento al ruolo etico dell’innovazione, dove la fiducia diventa la valuta principale del futuro digitale.
Industria umana e inclusiva: il valore delle persone
La giornata proseguirà con il panel “Human-centric manufacturing through up-skilling and social inclusion”, curato da Monica Rossi, Mauro Mantovanelli (FPZ) e Duilio Amico (Comau).
Al centro del confronto, l’idea che mettere l’individuo al centro dei processi produttivi non sia solo una scelta etica, ma una strategia di competitività.
Progettare sistemi di lavoro inclusivi significa liberare le persone dai compiti ripetitivi e favorire attività ad alto valore aggiunto, stimolando l’apprendimento continuo e la crescita professionale.
Come sottolineeranno i relatori, la human-centricity è il principio cardine dell’industria del futuro: un modello che coniuga efficienza e benessere, sostenibilità e innovazione sociale, creando valore condiviso.
Nuovi laboratori per un’innovazione empatica
In chiusura, saranno presentati i nuovi laboratori del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, concepiti per studiare l’interazione tra esseri umani e tecnologie in modo sperimentale.
Il Marco Garetti Lab esplora, attraverso sensori biometrici e dispositivi immersivi, le reazioni umane all’uso delle tecnologie digitali nei contesti produttivi.
Il BRIEL (Behavioural Research in Immersive Environment Lab) analizza il comportamento e lo spettro emozionale degli individui in ambienti digitali, mentre lo HumanTech DataHub rappresenta un archivio centralizzato dei dati di ricerca, utile per integrare informazioni da fonti eterogenee.
Queste strutture incarnano la visione di un ecosistema accademico che unisce scienza, impresa e umanità, favorendo un approccio interdisciplinare alla sostenibilità digitale.
Verso un futuro “more-than-human”
“HumanTech” non è solo un evento, ma un manifesto culturale: un invito a immaginare un futuro in cui l’intelligenza delle macchine si intrecci con la sensibilità umana, generando un progresso equo e rigenerativo.
Come ricorda Raffaella Cagliano, la sfida è chiara: “Crediamo sia necessario far evolvere l’attuale modello di sviluppo tecnologico, guidato dalla massimizzazione del risultato economico, verso un altro che tenga conto anche delle implicazioni umane, sociali e ambientali.”