SMART TECHNOLOGY

Intelligenza artificiale per colmare la carenza di talenti in Italia



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In Italia, il talent shortage si attesta al 47%, posizionando il paese al terzo posto a livello mondiale. Begear, con il suo approccio innovativo che integra AI e sensibilità umana, propone soluzioni formative adattive per colmare questa scarsità

Pubblicato il 20 ago 2024



Antonello Spinetti, CEO Begear
Antonello Spinetti, CEO Begear

L’Italia si colloca in terza posizione, dietro Stati Uniti e Messico, nella graduatoria dei paesi con il più alto tasso di talent shortage o carenza di talenti, che si attesta al 47%. Questo dato mette in luce un significativo divario tra le figure professionali richieste dal mercato e quelle effettivamente disponibili, rendendo sempre più arduo per le imprese individuare le risorse con le competenze necessarie a ricoprire determinate posizioni. Sebbene l’80% dei dirigenti sia consapevole di tale problematica e il 46% stia considerando quali misure adottare, solo il 10% delle aziende sta effettivamente prendendo provvedimenti.

Questo è un chiaro indicatore che in Italia c’è ancora molto da fare. Ma come si può adeguare la formazione a questo ritmo incessante e quindi ridurre la mancanza di talenti? Antonello Spinetti, CEO di Begear, azienda attiva nel settore IT da oltre 20 anni sia in termini di consulenza che di formazione e specializzata nello sviluppo di soluzioni innovative in ambito HR, è convinto che la risposta risieda nella formazione adattiva, che combina Intelligenza Artificiale e un approccio umano.

Necessario migliorare il sistema di upskilling e reskilling

“2.160.000 secondi, 600 ore, 25 giorni, è questo il tempo medio che impiega un recruiter per trovare una risorsa adatta al ruolo – racconta Spinetti – Al giorno d’oggi le aziende, complici l’irrefrenabile innovazione tecnologica e la perpetua nascita di nuovi business, si trovano a navigare in un sistema sempre più competitivo e diversificato, all’interno del quale anche le risorse stesse fanno fatica a emergere e a stare al passo con le nuove competenze. In particolare nel settore IT, la crescente digitalizzazione delle imprese ha aumentato la domanda di profili altamente specializzati, portando negli ultimi 10 anni a ingenti investimenti per la formazione. Tuttavia, l’offerta formativa si è spesso rilevata obsoleta e poco allineata alle esigenze del mercato. È quindi necessario migliorare il sistema di upskilling e reskilling, implementando una formazione adattiva, capace di rispondere ai trend di mercato”.

Formazione adattiva: AI e approccio human contro lo skill mismatch

Per stare al passo con l’evoluzione del mercato, è essenziale ridurre la percentuale di carenza di talenti. A questo scopo, è fondamentale rinnovare il comparto HR che, con l’aiuto della tecnologia, deve aggiornare i propri sistemi di upskilling e reskilling. Begear sostiene che la soluzione stia nella combinazione di intelligenza artificiale e approccio umano nei processi di selezione e formazione del personale.

Anzitutto, si tratta di impiegare l’intelligenza artificiale per una gestione ottimale della fase di reclutamento. Questo processo prevede l’ausilio di un tool o un avatar educato a condurre l’intervista conoscitiva su standard metodologici specifici, capace di esaminare accuratamente le competenze richieste per il ruolo ricercato. In questo modo, è possibile definire un profilo completo del candidato e ancor più dettagliato, in sinergia con la sensibilità del manager di integrare il tutto con l’analisi delle soft skills della potenziale risorsa.

Un altro punto è quello che riguarda la personalizzazione dei percorsi di crescita delle risorse per allinearsi agli obiettivi di business e per rispondere alle esigenze aziendali. Infine, l’allineamento continuo in merito alle novità e allo sviluppo tecnologico, partendo da una formazione interna del personale sulle competenze attraverso un investimento nelle ore di formazione da dedicare alle differenti figure professionali, selezionando corsi avanzati che possano dare un reale valore aggiunto alle competenze già presenti come aggiornamenti sull’AI e tool strategici di gestione.

L’importanza del continuous improvement

“Proprio la mancanza di formazione risulta essere la terza motivazione per la quale circa il 28% dei talenti lascia l’azienda. Mettere a punto delle soluzioni che garantiscano il continuous improvement è ormai imprescindibile ed è proprio su questo che, come Begear, ci stiamo concentrando negli ultimi anni. Stiamo mettendo a punto tool e strumenti che saranno presto in grado di garantire la possibilità a chi si rivolge a noi di fare un percorso di crescita delle competenze continuativo. Sfruttare le tecnologie e in particolare l’IA, in linea con l’azienda, facilita il percorso, ma allo stesso tempo l’approccio umano rimane fondamentale. È importante conoscere bene le proprie persone, sapere dove lavorare e mettere in atto azioni che riescano a colmare concretamente questo gap” conclude Alain Barbugian, Sales Director di Begear.  

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