Trasporti

Il Parlamento europeo conferma lo stop ai motori endotermici dal 2035

Il voto dell’Europarlamento prevede un obiettivo di riduzione delle emissioni del 100% rispetto al 2021 per i nuovi veicoli. Al varo della normativa manca solo la ratifica del Consiglio europeo

Aggiornato il 14 Feb 2023

auto-elettrica

Ricordate le polemiche italiane che, poco meno di un anno fa, avevano accompagnato il progetto di stop ai motori endotermici dal 2035 in poi? Ora, senza troppo clamore, quella proposta è (quasi) definitivamente legge, senza sostanziali cambiamenti rispetto al progetto originario. Oggi, infatti, il Parlamento europeo ha approvato  i nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per le nuove autovetture e i veicoli commerciali leggeri, parte del pacchetto “Fit for 55”. Più precisamente, con 340 voti a favore, 279 contrari e 21 astensioni, gli eurodeputati hanno approvato l’accordo raggiunto con il Consiglio sulla revisione degli standard di prestazione in materia di emissioni di CO2 per le autovetture e i furgoni, in linea con le maggiori ambizioni dell’UE in materia di clima.

La nuova legislazione stabilisce il percorso verso l’azzeramento delle emissioni di CO2 per le nuove autovetture e i veicoli commerciali leggeri nel 2035. In particolare è stato stabilito un obiettivo a livello di flotta europeo per ridurre le emissioni di CO2 prodotte dalle nuove autovetture e dai nuovi furgoni del 100% rispetto al 2021. Un target che, a meno di improbabili capovolgimenti tecnologici, mette fuori gioco i motori endotermici (anche se alimentati con combustibili più verdi) e spiana la strada alla mobilità elettrica. Gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 sono invece fissati al 55% per le automobili e al 50% per i furgoni.

Prevista la deroga per le supercar, come Ferrari e le altre scuderie di lusso, che però avrà una durata estremamente limitata, ovvero di appena un anno: più precisamente, i costruttori responsabili di piccoli volumi di produzione in un anno solare (da 1.000 a 10.000 nuove autovetture o da 1.000 a 22.000 nuovi furgoni) possono ottenere una deroga fino alla fine del 2035, mentre quelli che immatricolano meno di 1.000 nuovi veicoli all’anno continuano a essere esentati).

L’attuale meccanismo di incentivi per i veicoli a zero e basse emissioni (ZLEV), che premia i produttori che vendono più veicoli di questo tipo (con emissioni da zero a 50g CO2/km, come i veicoli elettrici e gli ibridi plug-in con buone prestazioni) con obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 più bassi, sarà adattato per soddisfare le tendenze di vendita previste. Dal 2025 al 2029, il parametro ZLEV è fissato al 25% per le vendite di autovetture nuove e al 17% per i furgoni nuovi; a partire dal 2030 l’incentivo sarà eliminato;

La normativa prevede che la Commissione presenterà entro il 2025 una metodologia per valutare e comunicare i dati sulle emissioni di CO2 durante l’intero ciclo di vita delle auto e dei furgoni venduti sul mercato dell’UE, accompagnata da proposte legislative, ove opportuno.  Entro dicembre 2026, la Commissione monitorerà il divario tra i valori limite di emissione e i dati reali sul consumo di carburante e di energia, presenterà una metodologia per adeguare le emissioni specifiche di CO2 dei costruttori e proporrà adeguate misure di follow-up.

Il relatore del provvedimento Jan Huitema ha dichiarato: “Questo regolamento incoraggia la produzione di veicoli a zero e basse emissioni. Contiene una revisione ambiziosa degli obiettivi per il 2030 e un obiettivo a zero emissioni per il 2035, fondamentale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questi obiettivi creano chiarezza per l’industria automobilistica e stimolano l’innovazione e gli investimenti delle case automobilistiche. L’acquisto e la guida di auto a emissioni zero diventeranno più economici per i consumatori e il mercato dell’usato emergerà più rapidamente. Questo rende la guida sostenibile accessibile a tutti”.

Nei giorni scorsi Giuseppe Ricci, Presidente di Confindustria Energia, si era espresso con toni preoccupati sul tema: “L’approccio “monosoluzione” di puntare esclusivamente sulla mobilità elettrica, su cui si sta orientando la Commissione europea, oltre ad essere più rischioso e tecnologicamente immaturo sui settori dei trasporti cosiddetti HTA (hard to abate), non considera -ha aggiunto Ricci – la sostenibilità sociale ed economica della transizione, rischiando solamente di alimentare una crisi del sistema industriale ed energetico europeo, mettendo a repentaglio gli stessi obiettivi di decarbonizzazione. La strategia europea da adottare deve, invece, far leva su un approccio olistico che preveda, in linea con il principio di neutralità tecnologica, l’adozione di tutte le soluzioni rinnovabili e low carbon, in sinergia e complementarietà tra di loro, valutando gli interventi sulla base dell’intero ciclo di vita, assicurando in questo modo il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione nel modo più efficiente ed efficace possibile”.

I prossimi passi non dovrebbero cambiare radicalmente il quadro: il testo dovrà ora essere formalmente approvato anche dal Consiglio, prima di essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE.

Articolo originariamente pubblicato il 14 Feb 2023

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