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La PA del post-Covid? Ecco la vision di 100 protagonisti del cambiamento

Nomi, storie e opinioni sul futuro delle amministrazioni impegnate nella sfida del Pnrr sono i protagonisti dell’”Almanacco degli innovatori 2021”, il libro pubblicato da Fpa, società del gruppo Digital360. Il testo comprende oltre 100 interviste realizzate dal direttore generale Gianni Dominici, nell’arco di 15 mesi a partire dallo scoppio dell’emergenza Covid-19: “Ripartiamo da una PA fatta di persone, valorizzando le eccellenze e mettendo in rete le soluzioni di successo”

Pubblicato il 14 Gen 2022

Gianni Dominici, Direttore Generale di FPAFoto di Stefano Corso

Il cambiamento della Pubblica Amministrazione parte dalle persone: i loro nomi, le loro storie e le loro opinioni sul futuro delle amministrazioni impegnate nella sfida del PNRR sono raccolti nell’”Almanacco degli innovatori 2021”, il libro pubblicato da FPA, società del gruppo Digital360. L’Almanacco racchiude oltre 100 interviste realizzate da Gianni Dominici, Direttore generale di FPA, nell’arco di 15 mesi a partire dallo scoppio dell’emergenza Covid-19, con l’obiettivo di raccontare questo periodo di crisi, ma anche di grandi cambiamenti, attraverso la voce delle persone che lavorano nella PA o per la PA. La pubblicazione è nata quindi per condividere e mettere a sistema visioni, idee e soluzioni di innovazione, un’esigenza diventata ancora più rilevante con la pandemia che ha imposto di fare squadra per reagire all’imprevisto.

Le voci dei protagonisti

“Nell’Almanacco degli Innovatori abbiamo raccolto oltre 100 interviste cercando di dare voce a progetti, iniziative, proposte, considerazioni di coloro che dovranno essere i protagonisti del nostro futuro – spiega Gianni Dominici -. Per ‘scaricare a terra’ al meglio gli obiettivi e le scadenze del PNRR è fondamentale puntare sul valore delle persone nelle Pubbliche Amministrazioni chiamate ad attuare le diverse linee di intervento, in alcuni casi superando abitudini e procedure consolidate. Persone che devono dimostrare coraggio di cambiare per raggiungere al meglio gli obiettivi”.

Tra i protagonisti del cambiamento della PA raccontati nel libro, ci sono rappresentanti di istituzioni che avevano già cominciato a sperimentare lo Smart Working prima della pandemia, funzionari dei comuni impegnati a rendere i servizi digitali accessibili, docenti che hanno lavorato per una scuola innovativa, protagonisti di progetti di formazione ed empowerment di dipendenti pubblici, promotori di soluzioni che applicano i principi del co-design o degli open data nella pubblica amministrazione. 

Innovatori come Stefania Allegretti, Direttrice dell’Ufficio sviluppo organizzativo e del personale della Provincia Autonoma di Trento che, ben prima della pandemia, è diventata modello per l’adozione dello smart working, la formazione del personale e l’accompagnamento al cambiamento, realizzando tra gli altri il progetto di affiancamento intergenerazionale “Pat4Young” grazie a cui giovani neo-assunti sono stati inseriti a fianco di lavoratori senior, in una logica di scambio reciproco delle competenze. O come Elena Gamberini, Direttrice Generale dell’Unione dei Comuni Bassa Reggiana, ente che promuove la gestione associata dei servizi, grazie a cui piccole amministrazioni del territorio sono riuscite a fronteggiare l’emergenza cooperando, e che ha avviato nei mesi scorsi il progetto CittadINpratica per la digitalizzazione delle pratiche edilizie, un progetto fortemente innovativo per il territorio. O Ilenia Imola, Funzionario del Comune di Rimini, che per l’amministrazione ha sperimentato processi innovativi e nuovi modelli organizzativi, mettendo il digitale al servizio delle “connessioni umane”, con l’obiettivo di “fare squadra”, lavorare insieme per raggiungere obiettivi comuni, aumentare il benessere dell’organizzazione.

E ancora Monica Cavallini, Project Manager del progetto “Scuola Digitale Liguria” con cui la società in house della Regione dal 2016 ha supportato l’innovazione digitale per la didattica coinvolgendo i docenti in tutorial online e videoconferenze, un’esperienza diventata fondamentale per la DAD nell’emergenza, grazie a una comunità di docenti che ha lavorato insieme. E poi Salvatore Urso, ingegnere del settore ICT Sanità della Regione Emilia-Romagna, da anni impegnata in politiche di digitalizzazione sanitaria, che durante l’emergenza Covid19 ha creato un sistema di monitoraggio per utilizzare servizi di telemedicina nelle aree montane appenniniche meno accessibili. E Giuseppe Gigante, Dirigente di INAIL Puglia, che ha promosso il progetto ‘Gli ScacciaRischi: le olimpiadi della prevenzione’: un videogioco che aiuta a riconoscere ed evitare i pericoli in casa, a scuola e negli ambienti di lavoro, attraverso dieci livelli di gioco e quiz.

Startup e associazioni

Tra i protagonisti dell’Almanacco, anche rappresentanti di start up e associazioni, come Ilaria Ricotti, Responsabile comunicazione e relazioni istituzionali di Too Good To Go, app contro lo spreco alimentare con circa 5 milioni di utenti in Italia, e Andrea Borruso, Presidente dell’associazione OnData, tra i promotori della campagna #datibenecomune, nata per chiedere alle istituzioni il rilascio di tutti i dati disaggregati sull’emergenza Covid e che oggi sta chiedendo al governo di rilasciare i dati necessari per consentire il monitoraggio dei progetti del PNRR. E insegnanti “visionari”, come Daniele Manni, docente di informatica e auto-imprenditorialità nell’Istituto “Galilei-Costa-Scarambone” di Lecce, dove aiuta gli studenti a creare delle micro e piccole imprese innovative, primo italiano a vincere, nel 2020, il Global Teacher Award, importante riconoscimento che premia 50 docenti tra 107 paesi al mondo.  

“Ascoltando i protagonisti del cambiamento emerge una PA ben diversa dal luogo comune e dalla retorica politica – conclude Dominici -. Se si continua a svalutare il lavoro pubblico, ad evidenziare solo i problemi, il fallimento della PA diventa una profezia che si autoavvera. Ma è ugualmente rischioso banalizzare, indicando le pubbliche amministrazioni acriticamente come motore della ripresa, perché coesistono esperienze d’eccellenza a fianco di ritardi e debolezze strutturali. È necessario valorizzare le eccellenze e mettere in rete le soluzioni di successo: ripartiamo da una PA fatta di persone”.

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