Indagine

AI generativa: bisogna investire sullo sviluppo delle competenze

Mentre l’82% degli italiani utilizza digital skills nella routine lavorativa, solo uno su dieci è competente in materia di intelligenza artificiale generativa. Occorre dunque mettere in primo piano la formazione 4.0 dei dipendenti

Pubblicato il 25 Mag 2023

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C’è un divario netto tra le competenze richieste dalle aziende e quelle attualmente impiegate dai lavoratori italiani. Nonostante l’82% affermi di utilizzare digital skills nella routine lavorativa, sono pochi coloro che posseggono competenze al di là delle tecnologie di collaborazione, dell’amministrazione digitale e del project management. Solo 1 su 10 (il 13%) afferma di possedere competenze in materia di intelligenza artificiale. Eppure AI e sviluppo di app sono le più richieste nel mondo del lavoro e i lavoratori italiani dimostrano un genuino interesse nell’apprendere le nuove conoscenze in campo tecnologico. Ciò dimostra che le aziende potrebbero colmare il divario investendo di più in percorsi di formazione continua ai propri dipendenti.

È quanto emerge dai dati italiani del Digital Skills Index, l’indagine che Salesforce conduce per comprendere il livello delle competenze digitali nel mondo del lavoro. Condotta da TRUE Global Intelligence in collaborazione con Dynata nel mese di febbraio 2023, si basa sulle risposte di oltre 11.000 lavoratori distribuiti in 11 paesi, tra cui 1.000 italiani.

AI generativa come priorità per il successo

Oggi si osserva un forte incremento nell’uso dell’intelligenza artificiale generativa, con il 67% dei lavoratori italiani entusiasti all’idea di impiegarla nel proprio lavoro. Questo interesse è in linea con le aspettative dei dirigenti aziendali italiani, tanto che il 56% di loro afferma che la propria azienda sta valutando modi per adottare l’AI generativa.

Non sorprende quindi che le competenze digitali considerate più importanti per i prossimi anni vedano posizionarsi al primo posto quelle nell’ambito dell’intelligenza artificiale, skills che hanno anche maggiori probabilità di aumentare di rilevanza nei prossimi cinque anni.

Nonostante ciò, solo 1 lavoratore italiano su 10 fa uso di tecnologie di intelligenza artificiale nel proprio ruolo attuale. Inoltre, solo il 14% afferma che il proprio lavoro coinvolga altre competenze digitali correlate come la crittografia e la cyber security e appena il 13% utilizza competenze di programmazione e sviluppo di app.

L’imperativo di colmare il divario delle competenze AI

Il settore che indica le competenze di intelligenza artificiale come le più importanti nell’ambito digitale è ovviamente quello tecnologico. Tuttavia, anche per questo settore, solo il 23% dei lavoratori utilizza le competenze di intelligenza artificiale all’interno della propria professione. Al di fuori del mondo dell’ICT, questo numero diminuisce ulteriormente: solo il 7% dei dipendenti nel settore viaggi e turismo e l’8% di quelli nella sanità dispongono di una preparazione in ambito di IA.

Il percorso da seguire è quello del miglioramento delle competenze, e quasi tutti i lavoratori (98%) ritengono che le aziende dovrebbero dare la priorità alle competenze di intelligenza artificiale nella loro strategia di sviluppo dei dipendenti.

Inoltre, la maggior parte dei dirigenti aziendali riconosce che prioritizzare lo sviluppo delle competenze digitali dei dipendenti avrà un impatto positivo su diversi livelli, conducendo a un aumento della produttività (47%), migliori performance del team (43%) e una maggiore capacità di risoluzione dei problemi (40%).

Il futuro del lavoro richiede competenze adattive e formazione continua

Le avverse maree che le aziende stanno navigando mettono in luce l’impellente necessità di infondere resilienza a tutti i livelli organizzativi. Un primo passo cruciale, osserva Mauro SolimeneCountry Leader di Salesforce per l’Italia, consiste nell’investire saggiamente nelle competenze e nelle tecnologie adeguate.

Con l’integrazione sempre più diffusa di intelligenza artificiale e automazione nei processi aziendali, diventa ancor più imprescindibile formare i dipendenti per sfruttare appieno questi strumenti, semplificando le operazioni e aumentando l’efficienza, prosegue Solimene. Un’importante tassello delle strategie manageriali dovrebbe essere la sinergia tra l’entusiasmo dei dipendenti per le opportunità offerte da tali strumenti e programmi di sviluppo competenze efficaci.

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