Normative

Via libera dal Parlamento UE alla nuova direttiva contro greenwashing e informazioni fuorvianti sui prodotti

Le aziende non potranno più commercializzare i loro prodotti utilizzando affermazioni infondate sul loro impatto ambientale e sulla loro durabilità. Saranno consentiti solo marchi di sostenibilità basati su schemi di certificazione approvati o istituiti dalle autorità pubbliche

Pubblicato il 23 Gen 2024

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Una mossa decisiva per combattere le pratiche di marketing ingannevoli che danno una falsa impressione dell’impatto ambientale o dei benefici di un prodotto e incoraggiare scelte consapevoli e realmente sostenibili da parte dei consumatori. Un passo fondamentale per il piano UE di realizzare l’economia circolare entro il 2050 nell’ambito del Green Deal. In questo scenario, il Parlamento Europeo ha dato la sua approvazione definitiva a una nuova direttiva che contribuirà a migliorare le pratiche connesse all’etichettatura dei prodotti e metterà fine alle dichiarazioni ambientali fuorvianti.
Come si legge sul sito del Parlamento, approvata con 593 voti a favore, 21 contrari e 14 astensioni, la direttiva è pronta a proteggere i consumatori dalle trappole del greenwashing e dall’obsolescenza prematura dei beni, inserendole nell’elenco UE delle pratiche commerciali vietate. In questo modo, l’Unione Europea intende consentire agli utenti di prendere decisioni di acquisto informate, promuovendo al tempo stesso un mercato più sostenibile. Con il via libera del Parlamento, ora manca solo l’approvazione finale del Consiglio, dopodiché sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale e gli Stati membri avranno 24 mesi per recepirla nel diritto nazionale.

Il Parlamento chiede pubblicità più chiara e affidabile

Uno degli obiettivi centrali delle nuove norme è migliorare la chiarezza e l’affidabilità dell’etichettatura dei prodotti. In questa direzione, la direttiva vieta l’uso di affermazioni ambientali vaghe come “rispettoso dell’ambiente”, “naturale”, “biodegradabile”, “climaticamente neutro” o “eco” senza prove documentate.
Riconoscendo la confusione causata dalla proliferazione e dal mancato utilizzo di dati comparativi nelle etichette di sostenibilità, la direttiva introduce norme che danno il via libera solo quei marchi sostenibili basati su sistemi di certificazione ufficiali o stabiliti dalle autorità pubbliche nell’UE. Questa mossa mira a fornire ai consumatori informazioni più accurate e a prevenire l’uso improprio delle dichiarazioni di sostenibilità.
Inoltre, la direttiva reprime le affermazioni secondo cui un prodotto ha un impatto neutro, ridotto o positivo sull’ambiente per via di sistemi di compensazione delle emissioni, garantendo che le aziende non possano ingannare i consumatori con affermazioni non supportate.

La durabilità è al centro dell’attenzione

Un altro obiettivo chiave della direttiva approvata dal Parlamento è quello di spostare il focus sia dei produttori che dei consumatori verso il tema della durabilità delle merci. A questo proposito, le informazioni sulla garanzia devono essere più visibili per consentire ai consumatori di essere pienamente consapevoli del periodo durante cui possono richiedere la riparazione dei prodotti difettosi a spese del venditore. Inoltre, verrà introdotta una nuova etichetta armonizzata per i prodotti con periodi di garanzia estesi. Rispetto a quella “canonica” di due anni ai sensi del diritto dell’UE.
La direttiva poi vieta le dichiarazioni infondate sulla durabilità, impedendo alle aziende di ingannare i consumatori con dichiarazioni del tipo “la lavatrice durerà per 5.000 cicli di lavaggio” se questo non è vero in termini di tempo o intensità di utilizzo in condizioni normali. Un altro fronte è legato ai suggerimenti che spingono i consumatori a sostituire i materiali di consumo prima del necessario, una pratica comune in alcuni settori, come quello degli inchiostri per stampanti.
Per combattere ulteriormente l’obsolescenza prematura delle merci, la direttiva vieta di presentare beni come riparabili quando non lo sono, garantendo che i consumatori possano fidarsi delle dichiarazioni fatte dai produttori riguardo alla riparabilità dei prodotti.

Greenwashing, una vittoria per i consumatori e l’ambiente

La relatrice del Parlamento Biljana Borzan (S&D, HR) ha dichiarato: “Questa legge cambierà la vita quotidiana di tutti gli europei! Ci allontaneremo dalla cultura dell’usa e getta, renderemo il marketing più trasparente e combatteremo l’obsolescenza prematura delle merci. Le persone saranno in grado di scegliere prodotti più durevoli, riparabili e sostenibili grazie a etichette e pubblicità affidabili. Ancora più importante, le aziende non possono più ingannare le persone dicendo che le bottiglie di plastica sono buone perché l’azienda ha piantato alberi da qualche parte o dire che qualcosa è sostenibile senza spiegare come. Questa è una grande vittoria per tutti noi!”
Per concludere, la nuova direttiva si inserisce all’interno del quadro UE per incentivare il consumo sostenibile e quindi si affianca alla direttiva sui green claims, attualmente in discussione in sede di commissione parlamentare, e che fornirà maggiori specificità e dettagli riguardo alle condizioni per l’utilizzo delle dichiarazioni ambientali, consolidando ulteriormente l’impegno dell’UE nella lotta alle pratiche di marketing ingannevoli e nella promozione della sostenibilità.
Sempre in questa direzione va la volontà dell’UE di introdurre norme minime nella progettazione per rendere quasi tutti i prodotti sul mercato sostenibili, durevoli ed ecologici e di garantire il diritto dei consumatori alla riparazione dei prodotti (il cosiddetto right to repair).

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