Il futuro sostenibile dell’industria
Il futuro sostenibile dell’industria è determinato anche dalla possibilità offerta a giovani realtà italiane e internazionali di misurarsi con le sfide che ci attendono sotto il profilo dell’innovazione. L’opportunità di proporre soluzioni creative e innovative in grado di fare la differenza nel percorso verso la costruzione del futuro sostenibile dell’industria dovranno essere sempre più orientate all’ESG e alla produzione sostenibile e alla capacità di attuare forme di rendicontazione di sostenibilità.
Il ruolo dell’Open Innovation nella creazione del futuro sostenibile dell’industria
L’Open Innovation svolge un ruolo fondamentale nella creazione delle condizioni per un futuro sostenibile dell’industria. Grazie all’Open innovation è possibile trasformare il modo in cui le aziende sviluppano e implementano soluzioni innovative, creano prodotti sostenibili o pianificano supply chain sostenibili. Questo approccio si basa sulla collaborazione e sull’integrazione di idee e risorse provenienti da fonti esterne, come startup, università, istituti di ricerca e persino concorrenti, per accelerare il processo di innovazione e affrontare le sfide complesse legate alla competitività e alla sostenibilità.
Il cuore dell’Open Innovation è l’apertura verso l’esterno, con l’abbandono del tradizionale modello chiuso di ricerca e sviluppo (R&D) per abbracciare una rete più ampia di conoscenze e competenze tra cui, ad esempio, i green skill.
L’Open Innovation può contribuire alla creazione di un ecosistema di innovazione che sta alla base stessa del futuro sostenibile dell’industria dove diverse industrie, governi e istituzioni accademiche lavorano insieme per affrontare le sfide globali. Questo approccio collaborativo non solo stimola il progresso tecnologico, ma favorisce anche la diffusione di conoscenze e pratiche sostenibili a livello globale.
Il ruolo dell’innovazione digitale nella costruzione di un futuro sostenibile dell’industria
La creazione di un futuro sostenibile dell’industria passa inevitabilmente dal coinvolgimento in tante e diverse forme dell’innovazione digitale. Grazie alla capacità di trasformare processi, prodotti e modelli di business tecnologie come l’Internet delle Cose, i Big data, l’intelligenza artificiale, il cloud computing e la blockchain, possono migliorare l’efficienza operativa, ridurre gli sprechi e ottimizzare l’uso delle risorse.
L’IoT, ad esempio, consente di monitorare in tempo reale le risorse e i processi produttivi, permettendo di individuare inefficienze e sprechi energetici. Questo controllo continuo facilita l’adozione di pratiche di manutenzione predittiva, riducendo i tempi di fermo macchina e prolungando la vita utile delle attrezzature.

Il cloud computing, dal canto suo, offre alle aziende la possibilità di scalare le operazioni in modo flessibile, riducendo la necessità di infrastrutture fisiche e, di conseguenza, l’impronta di carbonio associata. La blockchain a sua volta può migliorare la tracciabilità e la trasparenza lungo le catene di fornitura, garantendo che le materie prime siano approvvigionate in modo etico e sostenibile e che i prodotti finali rispettino gli standard ambientali.
Il futuro sostenibile dell’industria e l’Intelligenza artificiale
Nella costruzione di un futuro sostenibile per l’industria c’è bisogno di tante e diverse forme di intelligenza. L’Intelligenza artificiale svolge a questo proposito un ruolo molto importante in diversi ambiti e per diversi obiettivi. Nello specifico c’è una dimensione di innovazione che lega con un filo diretto Intelligenza artificiale e ESG e permette, ad esempio di migliorare l’efficienza energetica. Attraverso l’analisi dei dati, le aziende possono ottimizzare l’uso delle risorse energetiche, minimizzando gli sprechi. Nel settore manifatturiero, l’AI può essere utilizzata per monitorare e regolare in tempo reale il consumo di energia, riducendo le emissioni di CO2 e i costi operativi.
Anche nella gestione dei rifiuti i sistemi di intelligenza artificiale possono aiutare a identificare e separare materiali riciclabili, possono migliorare i tassi di riciclaggio, ridurre l’accumulo di rifiuti nelle discariche e contribuire allo sviluppo di modelli di economia circolare.
Il contest Philip Morris per la sostenibilità del manifatturiero
Questo lo scenario nel quale è nata l’iniziativa del Philip Morris Institute for Manufacturing Competences (IMC) – il centro di Philip Morris International per l’alta formazione e lo sviluppo delle competenze legate a Industria 4.0 – con il lancio della seconda edizione del contest “Design the Sustainable Future of Manufacturing“.
La call for innovation è stata realizzata in partnership con Almacube, innovation hub e incubatore certificato dal Ministero dello Sviluppo Economico che promuove l’innovazione e lo sviluppo economico del territorio e intende costruire un ponte tra il mondo industriale e il mondo della ricerca. In particolare l’iniziativa è rivolta a startup, spinoff e aziende innovative con il fine di identificare soluzioni e tecnologie applicabili al mondo industriale con il fine di aumentare il profilo di sostenibilità degli stabilimenti produttivi e dei luoghi di lavoro.
Tante candidature per costruire il futuro sostenibile dell’industria
La call for innovation aveva visto arrivare 178 candidature da 34 Paesi, di cui il 34,8% dall’Italia, il 52,8% dall’Europa, il 9% dal Regno Unito e la restante parte, il 3,4% dal resto del mondo.
Le quattro challenge proposte nell’ambito della seconda edizione ruotavano attorno alla ricerca di soluzioni innovative per rendere più sostenibile ed efficiente i siti produttivi in termini di riduzione dei consumi energetici e idrici all’interno dei processi industriali, di controllo qualità del prodotto finale, di efficienza e ottimizzazione dei servizi interni alle aziende e di formazione digitale dei lavoratori attraverso intelligenza artificiale Intelligenza artificiale per il bene sociale e tecnologie di realtà aumentata e virtuale.
Verso la fase di pitching
Le 21 realtà più promettenti sono poi passate alla fase di pitching davanti a una giuria di esperti composta da rappresentanti di Philip Morris e di Almacube che ha avuto il compito di selezionare i tre finalisti ammessi al programma di co-design, organizzato con il personale dello stabilimento di Bologna. Al termine di questa fase, Philip Morris ha avuto la possibilità di decidere di finanziare una Proof of Concept, dunque di dare vita ed applicare uno dei progetti ai propri stabilimenti produttivi.
Un ecosistema di innovazione per la costruzione del futuro sostenibile dell’Industria
“Siamo orgogliosi di continuare a promuovere questo ambizioso progetto, che mira ad attrarre i migliori talenti imprenditoriali di tutto il mondo. Il numero di candidature ricevute quest’anno è cresciuto notevolmente rispetto alla prima edizione, a dimostrazione di quanto sia fondamentale per noi collaborare con le istituzioni, come la Regione, le università e le aziende, in un ecosistema in grado di creare quelle condizioni abilitanti per l’innovazione” aveva dichiarato Eleonora Santi, Direttrice Relazioni Esterne di Philip Morris Italia.
“Il successo di questa iniziativa alimenta la crescita di un ecosistema di innovazione internazionale e abilita uno scambio culturale, oltre che tecnologico. Le risorse e l’esperienza di Philip Morris forniranno alle startup il supporto necessario per accelerare il loro sviluppo, mentre le idee fresche e rivoluzionarie delle startup apriranno nuovi orizzonti di crescita per l’azienda” aveva aggiunto Francesco D’Onghia, responsabile dell’Open Innovation Unit di Almacube.