L'approfondimento

Cosa sono e come rispettare gli Ifrs: una guida per le aziende

Le regole per armonizzare la contabilità nel rispetto dei principi internazionali stabiliti dall’Iasb in sostituzione degli “Ias”, in vigore dal 1973. Obbligatorie per società quotate, banche e assicurazioni

Pubblicato il 07 Feb 2023

Ifrs

Nella redazione della contabilità aziendale è necessario muoversi all’interno di una serie di principi che sono stati stabiliti in sede nazionale dall’Organismo Italiano di Contabilità e a livello comunitario dall’International Accounting Standards Board: ecco cosa sono e come rispettare gli Ifrs, o principi contabili internazionali.

Se in passato i due standard erano differenti, con il passare del tempo stanno andando a convergere in una serie di norme comuni. Per capire cosa sono e come rispettare gli Ifrs è importante partire dal fatto che gli standard nazionali hanno essenzialmente l’obiettivo di armonizzare le pratiche con le normative e di fissare i formati dei bilanci di esercizio e dei bilanci annuali, oltre che dare una visione affidabile delle informazioni finanziarie ed economiche. Mentre i principi contabili internazionali Ias/Ifrs, nati nel 2002 e adottati dall’Italia nel 2006: le società quotate in borsa, quelle assicurative e le banche sono obbligate a uniformarsi anche a questi ultimi, mentre il resto delle aziende può scegliere a quali fare riferimento. Rispetto gli standard nazionali, le peculiarità di quelli europei sono principalmente due: l’obiettivo di informare gli investitori e gli stakeholder ne modo più completo possibile, dando loro tutti gli elementi utili a prendere decisioni, e la scelta di un approccio prospettivo prima che improntato sul principio della prudenza.

Cosa si intende per Ifrs

L’acronimo Ifrs sta per “standard di reporting finanziario internazionale”: si tratta in concreto dei principi che hanno sostituito i principi contabili internazionali, o “Ias”, che erano in vigore dal 1973. In sede europea si è iniziato a lavorare su questi principi nel 2002, per introdurli nel 2005. Un anno dopo – come dicevamo – quindi nel 2006, sono stati ratificati anche dall’Italia. A mettere a punto il sistema è stato l’International Accounting Standards Board, con l’obiettivo di rimuovere le barriere per il commercio internazionale grazie a un modello contabile armonizzato “cross borders”, facendo in modo che le società che operano sui mercati finanziario Ue siano chiamate a rispettare regole armonizzate per la presentazione dei bilanci, che garantiscano a investitori e potenziali investitori chiarezza e trasparenza.

Cosa sono gli International Financial Reporting Standards

Ma per capore cosa sono e come rispettare gli Ifrs è importante partire dalla storia dei principi contabili internazionali, che inizia, come dicevamo, nel 1973, con la creazione dell’International Accounting Standards Committee: l’obiettivo del nuovo organismo europeo era di stabilire una serie di norme di informazione finanziaria comuni per le aziende che operano in Europa, promuovendone l’utilizzo anche fuori dai confini europei. La prima forma che assunsero questo standard fu quella dei principi Ias, che però rivelarono una serie di criticità a cui si cercò di porre rimedio con una nuova formulazione all’inizio degli anni 2000. Proprio in quel periodo sulle ceneri dell’International Accounting Standards Committee nacque l’International Accounting Standard Board. Proprio dal 2001 avverrà la graduale sostituzione dei principi Ias con gli Ifrs, fino alla sostituzione definitiva e completa nel 2005. Arriviamo così ai giorni nostri, con il 98% dei Paesi europei e il 92% dei quelli del Medio Oriente, per un totale di 143 Stati, che utilizzano gli Ifrs.

Chi deve applicare gli Ifrs

Come accennavamo in precedenza, l’obbligo di utilizzare i principi sanciti dall’Ifrs per presentare i bilanci riguarda in prima battuta tutte le società quotate in Borsa nell’Unione Europea e le grandi società internazionali che operano nel vecchio continente. L’obbligo riguarda inoltre le banche e gli intermediari finanziari soggetti a vigilanza, le società emittenti strumenti finanziari diffusi, le società assicurative non quotate con riferimento al solo bilancio consolidato e le società assicurative quotate.

Quanto infine alle Pmi, hanno la facoltà di utilizzare uno standard semplificato, il cosiddetto “Ifrs entità private” o “Ifrs Pmi”, anche se l’applicazione di questo standard non è un obbligo.

Quando applicare gli Ifrs

Al di là di tutti i casi in cui le società sono obbligate a utilizzare gli standard Ifrs per redigere i propri bilanci, ci sono anche una serie di situazioni in cui aziende che non hanno l’obbligo possono fare questa scelta. Parliamo ad esempio di chi sceglierà di andare al di là delle funzioni tradizionali del bilancio, nell’ottica di sviluppare l’azienda contando sulla gestione finanziaria e su rapporti con altri soggetti su scala internazionale.

Uno dei casi più comuni può essere quello che deriva dal fatto che alcune grandi aziende nazionali siano portate a scegliere i propri fornitori mettendo come requisito il fatto che questi ultimi certifichino i propri bilanci seguendo principi internazionali. In questi frangenti coloro che saranno interessati a diventarne fornitori dovranno adeguarsi nella prospettiva di una crescita più solida e duratura. Allo stesso modo, adottare i principi internazionali è fondamentale quando ha l’opportunità di collaborare con aziende situate all’estero per trovare sbocco in nuovi mercati o sviluppare al meglio le proprie potenzialità. Infine c’è il caso di un’azienda che abbia in programma di quotarsi in Borsa, e che dovrà farsi trovare pronta al nuovo scenario a iniziare dalla redazione dei bilanci.

Quanti sono gli Ifrs

I principi contabili internazionali Ias/Ifrs si basano essenzialmente su otto criteri: il primato della sostanza sulla forma, l’approccio patrimoniale (con la priorità priorità dello stato patrimoniale sul conto economico), il principio di neutralità, il principio della prudenza, la valutazione secondo il fair value delle attività e delle passività, la priorità data alla visione dell’investitore, lo spazio importante dato all’interpretazione e l’assenza di testi specifici per il settore.

Perché le grandi aziende devono rispettare gli Ifrs

Il rispetto dei principi Ifrs consente alle aziende, soprattutto a quelle più grandi e a quelle quotate, di poter competere sui mercati internazionali rispettando le stesse regole contabili delle loro concorrenti, entrando così a far parte di un mercato internazionale che offre una serie di vantaggi e di opportunità di crescita.

I principali obblighi di una società nell’applicazione degli Ifrs

I principi internazionali sono inoltre redatti con l’obiettivo di arrivare a fornire agli investitori e agli stakeholder informazioni contabili comprensibili, rilevanti, importanti a livello contabile e affidabili.

Nell’ottica della trasparenza dei conti delle aziende quotate, i cardini sono tre: la completezza, per fare in modo che il bilancio rifletta fedelmente l’attività dell’azienda, senza che ci sia la possibilità di voci fuori bilancio. In secondo luogo la comparabilità: il fatto che i principi siano standardizzati infatti consente di poter confrontare agevolmente i dati finanziari di aziende diverse e che operano in Paesi differenti. Infine la neutralità, per fare in modo che la gestione dei conti sia stndardizzata e non lasci margini di manovra ai singoli.

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