Corporate Responsability

Investimenti green: benefici non soltanto per l’immagine

Secondo una ricerca dell’Università Bocconi possono esserci conseguenze positive anche dal punto di vista della riduzione dei rischi e dell’aumento dei ricavi

Pubblicato il 21 Mag 2021

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La crescente attenzione dell’opinione pubblica nei confronti di tematiche come il cambiamento climatico e l’ambiente si sta rapidamente affermando anche nel mondo Finance. Un processo che richiede l’utilizzo di nuove metriche e di nuovi criteri – ispirati alla sostenibilità ambientale – per la selezione delle aziende e degli investimenti verso cui indirizzare i flussi di capitale. La grande domanda che gli addetti ai lavori si fanno, però, è principalmente una: questi tipi di investimenti sostenibili, che magari adottano dei criteri ESG, producono poi dei ritorni da un punto di vista economico? A questa domanda si è cercato di dare una risposta in occasione del webinar “Finanza circolare e crescita delle imprese” organizzato dall’Osservatorio Green Economy dell’Università Bocconi di Milano. Nel corso dell’evento è stata presentata l’anticipazione di una ricerca guidata da Claudio Zara, Managing Committee GREEN dell’ Università Bocconi, che sembra far propendere verso una risposta di tipo positivo. Innanzitutto va ribalta la prospettiva: ovvero non bisogna più pensare a che cosa può fare la finanza per l’affermazione dell’economia circolare, quanto piuttosto guardare alle opportunità concrete che quest’ultima può assicurare al mondo finance.

Le opportunità degli investimenti green

Quali sono queste opportunità? Secondo il team dell’Università Bocconi, i vantaggi di un investimento nell’economia circolare e della sostenibilità sono di tre tipi: 1) Riduzione dei rischi, 2) Aumento dei ricavi e rendimenti 3) benefici sulla reputazione. Al di là del terzo punto, facilmente verificabile dalla sempre maggiore comunicazione sul tema, gli altri due sono stati sicuramente meno indagati. Il primo punto ha a che fare, naturalmente, con una riduzione del rischio degli asset attraverso l’investimento in aziende che adottano strategie sostenibili. La riduzione dei livelli di rischiosità è particolarmente importante per attori come le banche, che cercano profili di investimento con rischi medio/bassi, così come gli investitori istituzionali. Ma anche i policy maker spingono notevolmente per la stabilità del sistema finanziario: se gli asset in cui investe il mercato diventano meno rischiosi si tratta di un valore, soprattutto in un  periodo turbolento come quello attuale. La ricerca del gruppo di Zara ha indagato, in particolare, il rapporto tra economia circolare e rischio di default delle aziende, con un’analisi che ha riguardato 222 aziende a livello europeo di 18 diversi settori. La notizia è che tale nesso di causalità è stato riscontrato sia nel breve che nel medio periodo: dunque le aziende che investono nel green sono meno sottoposte al rischio di default rispetto alle altre.

Maggiore resilienza sul Covid

Non solo: lo studio evidenzia una maggiore resilienza delle aziende circolari rispetto al fenomeno Covid-19. In questo caso è stato indagato un campione più ampio (664 aziende), confermando quello che spesso si sente dire tra gli addetti ai lavori: ovvero le aziende con la maggiore propensione alla circolarità sono anche quelle le cui azioni sono scese meno durante il Covid e sono anche quelle che hanno reagito meglio post shock. In linea più generale, invece,  le aziende attente al green sono anche caratterizzate da una migliore compliance e da una maggiore trasparenza, ovvero entrambe condizioni sempre più richieste dal mercato. Questo spiega perché lo studio evidenzi l’esistenza di una relazione positiva per il capitale investito dagli investitori, così come di minori problematiche dal punto di vista dell’esposizione finanziaria.

Cosa manca

Insomma, potenzialmente, lo schema sembra essere quello win-win, ovvero di benefici evidenti sia per gli investitori sia per le stesse aziende sostenibili. Il problema, secondo il Gruppo di lavoro della Bocconi, è che tutte queste opportunità, spesso e volentieri non sono immediatamente pronte a essere colte, a causa della persistenza sul mercato di una serie ostacoli. In particolare, per arrivare a una vera e propria esplosione di investimenti green oriented, serve una maggiore generazione di dati e, soprattutto, la definizione di misure più certe e solide attraverso cui valutare le performance aziendali.

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Gianluigi Torchiani

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