Se si guarda alle leve che permettono il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità si nota un rapporto sempre più stretto tra le logiche ESG e la gestione delle catene di fornitura. Davanti alle numerose situazioni di criticità, che hanno provocato e continuano a provocare, in diversi settori, interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali, la domanda chiave da porsi riguarda l’individuazione dei “punti deboli” per il rischio di fornitura, ovvero degli ambiti sui quali è importante focalizzare l’attenzione e in questo, come emerge da diverse parti, la digitalizzazione sempre più spinta del procurement appare vitale per evitare i rischi di “supply chain disruptions“.
La dipendenza dalla catena di approvvigionamento va oltre la produttività, l’efficienza operativa e il risparmio. Si tratta di ottimizzare il time to market e di creare e connettere i propri servizi ai clienti in un periodo in cui le persone pretendono, ormai abituati, di ricevere i prodotti in ore, non giorni o settimane e in cui la sostenibilità figura ai primi posti come driver di scelta.
Il procurement di fatto è chiamato a confrontarsi con scenari estremamente mutevoli e ha la necessità di disporre di quante più informazioni possibili su tutte le variabili che incidono sul business. Partendo dalla considerazione che disporre di informazioni vuol dire esercitare capacità di governo anche verso i fornitori, questa prospettiva permette di avere una visione di tutte le variabili che possono incidere nel raggiungimento degli obiettivi e significa poter attuare dei piani di azione in termini di miglioramento di tutte le performance a livello di supply chain comprendendo anche quelle che incidono sulla sostenibilità.
Per essere pronte a reagire proattivamente agli imprevisti, le aziende devono dotarsi della capacità di anticipare le principali perturbazioni delle catene di fornitura e di mitigarle attraverso interventi di prevenzione (che riducono la probabilità di accadimento degli eventi dannosi) e di protezione (che ne ridimensionano gli effetti). E in questo, la trasformazione digitale riveste un ruolo cruciale visto che consente di connettere la propria azienda ai propri partner commerciali e fornitori in tutto il mondo, nonché di migliorare la condivisione delle informazioni in tempo reale lungo tutta la catena di approvvigionamento end-to-end, da cui dipende gran parte della impronta di carbonio globale.
A questo proposito, il RISE – laboratorio di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale (DIMI) dell’Università degli Studi di Brescia – ha organizzato un evento dedicato a imprenditori e manager di prima linea che desiderano passare “dalla difesa all’attacco” e “dalla reazione alla prevenzione” rispetto alle perturbazioni della propria supply chain.
Con la collaborazione di IQ Consulting Srl, P4I e ESG360 di Digital360 e il patrocinio di due prestigiose Associazioni quali ANRA (Associazione Nazionale Risk Manager e Responsabili Assicurazioni Aziendali) e ADACI (Associazione Italiana di Acquisti e Supply Management), “IL RISCHIO DI FORNITURA: se lo conosci, lo eviti” è il titolo dell’incontro che si svolgerà il 13 aprile 2022 dalle 15:30 alle 18:30 e a cui sarà possibile partecipare sia in presenza presso la Sala Consiliare di Ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia, o seguirne la diretta in live streaming.
La partecipazione è gratuita previa iscrizione a questo link.
Le iscrizioni saranno soggette a conferma da parte dell’organizzazione.
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