Più di 1,8 miliardi di persone oggi vivono in aree ad alto rischio di alluvioni. Solo nel 2024, i disastri climatici hanno causato danni per 550 miliardi di dollari. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la siccità si sta espandendo su più continenti, riducendo la produttività agricola e minacciando la sicurezza energetica.
Le conseguenze economiche sono tutt’altro che marginali. Il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) stima che i Paesi in via di sviluppo avranno bisogno di 387 miliardi di dollari all’anno per finanziare l’adattamento entro il 2030, ma nel 2022 sono stati effettivamente erogati solo 28 miliardi di finanziamenti pubblici internazionali. Rimane così un divario di quasi 360 miliardi di dollari ogni anno.
I flussi di capitale premiano la decarbonizzazione
Dall’ultima edizione del nostro report sulle tendenze di mercato delle obbligazioni GSS, “When Mitigation Falls Short: The Growing Need for Adaptation Finance”, emerge chiaramente come i flussi di capitale restino fortemente sbilanciati verso la decarbonizzazione. Nel terzo trimestre di quest’anno il mercato dei Green, Social e Sustainability Bond (GSS) ha mostrato resilienza, con emissioni globali di circa 140 miliardi di dollari, tuttavia gran parte dei capitali continua a fluire verso la mitigazione. Nel 2024, infatti, circa due terzi dei finanziamenti sono stati destinati a energie rinnovabili, efficienza energetica, trasporti puliti ed edilizia sostenibile, mentre soltanto una minima parte è stata indirizzata all’adattamento.
Dal 2018, appena l’1,8% dei proventi dei GSS Bond è stato effettivamente allocato a progetti di resilienza climatica. Inoltre, il 96% delle emissioni legate all’adattamento proviene da governi, istituzioni di sviluppo o organismi sovranazionali: il capitale privato, finora, è rimasto ai margini.
La necessità di una evoluzione nei progetti di adattamento
Questo squilibrio è dovuto anche alla natura stessa dei progetti di adattamento, spesso locali, di piccola scala e con ritorni misurabili solo nel lungo periodo. Mentre gli investimenti in mitigazione generano nuove fonti di ricavo, l’adattamento serve a prevenire perdite future, una logica meno intuitiva per gli investitori abituati a metriche legate alla transizione energetica.
L’adattamento è principalmente gestione del rischio. Le alluvioni, le ondate di calore e la siccità non solo danneggiano asset fisici ma minano la stabilità macroeconomica, incidendo sulle catene di approvvigionamento e sul merito creditizio dei Paesi più esposti. Le agenzie di rating stanno già integrando la resilienza nei loro criteri di valutazione, a dimostrazione che investire oggi in adattamento può prevenire i declassamenti di domani.
Esempi di investimenti progettati per contribuire a rafforzare la resilienza
Alcuni esempi concreti di come i capitali possano contribuire a rafforzare la resilienza sono la NWB Bank e l’Indonesia. L’ olandese NWB Bank ha emesso oltre 10 miliardi di euro in “Water Bonds” per finanziare progetti di protezione dalle inondazioni e trattamento delle acque reflue. L’Indonesia, attraverso le proprie obbligazioni sovrane green, finanzia sistemi di irrigazione e difese costiere a tutela dell’agricoltura e della pesca. Entrambi i casi dimostrano come l’adattamento possa essere strutturato all’interno delle architetture obbligazionarie esistenti, con un uso trasparente dei proventi e risultati misurabili.
Per colmare il divario di finanziamento servirà un mix di incentivi pubblici, meccanismi di finanza mista e dati più solidi. Strumenti come garanzie o tranche “first-loss” potrebbero attrarre investitori privati, mentre una maggiore standardizzazione nella rendicontazione, ad esempio attraverso indicatori come la superficie di territorio protetta, il numero di beneficiari o la riduzione dei danni stimati, aumenterebbe la credibilità del mercato.
Il ruolo della EU Green Bond Standard (EuGBS)
I quadri regolamentari svolgeranno un ruolo chiave. I criteri di adattamento della Tassonomia europea, pubblicati nel 2021, offrono già una base per classificare le attività idonee; tuttavia, la loro implementazione procede a rilento. Un’adozione più ampia dello EU Green Bond Standard (EuGBS) potrebbe rafforzare la trasparenza e la fiducia degli investitori.
Per gli asset manager, la vera opportunità risiede nell’integrare l’analisi del rischio fisico nei processi di costruzione dei portafogli. I fondi che orientano gli investimenti verso infrastrutture resilienti, sistemi idrici o agricoltura adattiva possono generare non solo un impatto positivo ma anche performance migliori man mano che i rischi climatici si concretizzano.
La domanda per gli investitori non è più se finanziare l’adattamento, piuttosto quando farlo. Gli investimenti in resilienza, infatti, non sono solo un pilastro della sicurezza climatica ma una condizione necessaria per la stabilità economica.
L’adattamento è la prossima frontiera della finanza sostenibile e rappresenta una prova concreta della capacità dei mercati di evolvere con la stessa rapidità con cui cambia il clima.



































































