L’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha avviato una consultazione pubblica sulle sue recenti direttive per la gestione dei rischi legati all’ambiente, alla società e alla governance (ESG).
L’implementazione delle nuove linee guida – sulla quale è possibile intervenire fino al 18 aprile 2024 – rientra in un piano d’azione che l’EBA è obbligata a realizzare entro quest’anno su impulso delle autorità dell’UE. Con il solo pacchetto bancario approvato nel giugno 2023 dal Consiglio europeo e dal Parlamento, l’EBA è infatti incaricata di eseguire 140 mandati, tra standard tecnici, linee guida, rapporti e opinioni. L’obiettivo è rendere le banche più resistenti agli shock economici futuri e attori principali nella transizione verde verso la neutralità climatica.
A fare il punto è Simone Mascelloni, La Scala Società tra Avvocati.
Il ruolo dei rischi ambientali nella valutazione del merito creditizio
Già nelle direttive 6/2020 – adottate in Italia dalla Banca d’Italia – l’EBA aveva una prima volta evidenziato l’importanza per le banche di prendere in considerazione qualsiasi tipo di rischio ambientale (che può variare dalla vicinanza di un impianto industriale a un corso d’acqua non regolato, fino all’utilizzo da parte di un’azienda di una materia prima altamente inquinante nel suo processo produttivo) nella valutazione del merito creditizio e il rischio creditizio.
Aveva in pratica ammonito le banche a valutare continuamente la presenza di tali rischi quando si tratta di concedere un nuovo prestito – che potrebbe essere rifiutato o concesso a un costo più elevato – o quando si tratta di concedere una proroga (ad esempio, una scadenza più lunga per il rimborso) su un prestito già esistente.
Le nuove linee guida: come gestire i rischi ESG
Con le nuove linee guida, l’EBA definisce più precisamente i requisiti che le banche devono soddisfare per identificare, misurare, gestire e monitorare i rischi ESG. Questo, naturalmente, al fine di garantire la sicurezza e la stabilità delle istituzioni nel breve, medio e lungo termine.
Più specificamente, con queste linee guide le banche sono chiamate a:
- integrare i rischi ESG nel loro normale quadro di gestione del rischio, tenendo conto del loro ruolo come potenziali catalizzatori di tutte le categorie tradizionali di rischi finanziari, tra cui quelli legati al credito, al mercato, alle operazioni, alla reputazione, alla liquidità, al modello di business e alla concentrazione;
- assicurarsi di essere in grado di identificare e misurare adeguatamente i rischi ESG attraverso processi di elaborazione dei dati robusti e una combinazione di metodologie;
- adottare un approccio rigoroso nella gestione e mitigazione dei rischi ESG sia a breve termine che con un orizzonte temporale di almeno 10 anni;
- utilizzare strumenti per la gestione del rischio, inclusa la comunicazione con le controparti;
- monitorare i rischi ESG attraverso efficaci quadri per il reporting interno e una serie di parametri e indicatori retrospettivi e prospettici dei rischi ESG.
Articolo originariamente pubblicato il 21 Feb 2024