Ricerche

Aziende italiane poco convinte del connubio digitale-sostenibilità

Nonostante la crescente importanza attribuita alle tematiche ESG, solo il 38% delle aziende del nostro Paese coinvolte in un nuovo studio Ricoh considera la tecnologia come un fattore abilitante per la sostenibilità.

Pubblicato il 28 Ott 2021

ricoh

Nonostante la crescente importanza attribuita alle tematiche ESG e alla sostenibilità, le aziende faticano ancora a tradurre in pratica i buoni propositi. Inoltre, soltanto una minoranza ritiene la tecnologia come un fattore abilitante per la sostenibilità. Questi i principali risultati di una ricerca condotta da Opinion Matters per conto di Ricoh, che coinvolto 250 decision maker di aziende italiane.
Il punto di partenza, di per sé, è positivo: il 70% dei business leader del nostro Paese ritiene che le imprese abbiano la responsabilità di reagire proattivamente alle sfide globali come ad esempio i cambiamenti climatici. Un dato che testimonia come le organizzazioni sentano la pressione da parte di investitori, clienti ed enti governativi che chiedono impegno ed azioni concrete nei confronti della sostenibilità. Eppure, nonostante le imprese italiane siano dunque consapevoli dell’importanza del proprio ruolo per uno sviluppo più sostenibile, la maggior parte (56%) non è però disposta a investire in questo ambito, poiché ritiene necessario focalizzarsi su altre priorità di business. Solo il 33% ha incrementato i propri investimenti nella sostenibilità durante la pandemia.

Per quanto riguarda il rapporto digitale-sostenibilità, ben il 71% delle aziende punta alla trasformazione digitale, consolidando o addirittura incrementando gli investimenti, ma la maggior parte fatica a comprendere come essa possa portare benefici in termini di prestazioni ambientali, sociali e di governance (ESG). Solo il 38% del campione considera l’innovazione IT come un fattore abilitante per la sostenibilità. Tanto che la maggior parte delle aziende (70%) non crede che la digital transformation possa aiutarle a raggiungere obiettivi di sostenibilità a lungo termine. Quasi la metà delle imprese coinvolte nella ricerca ha però introdotto tecnologie basate sul cloud (49%), modalità di lavoro ibride (44%) e soluzioni per la gestione dei big data (42%), tutte possibilità che ottimizzano l’efficienza energetica e consentono di raccogliere e analizzare dati ESG.

In effetti la recente Corporate Sustainability Reporting Directive richiederà alle grandi imprese europee di comunicare informazioni di carattere non finanziario, dunque anche relativamente alla sostenibilità. “Le aziende sanno che dovrebbero fare di più per migliorare i risultati ESG e il monitoraggio degli stessi. Trovare le risorse per raggiungere questo obiettivo è però sempre più difficile. Anche il fatto che vi siano nuove normative ancora in fase di definizione complica la questione. È importante ricordare come il successo del business e le performance ESG non si escludano a vicenda. La trasformazione digitale è un’area in cui i manager dovrebbero investire in quanto essa si traduce in risultati positivi sia per l’azienda che per la sostenibilità. Oltre a migliorare l’efficienza e l’impatto ambientale, l’innovazione IT rende il business a prova di futuro. Infine, essa semplifica la data analysis che sarà fondamentale non appena le nuove normative diventeranno effettive”, ha commentato David Mills, CEO di Ricoh Europe.

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