Ricerche

La corsa dei prezzi del gas fa tornare in auge il carbone: a rischio la decarbonizzazione del Paese

Nel terzo trimestre del 2021, il consumo di carbone da parte del settore elettrico è cresciuto del 25%, segnala l’ENEA. In forte aumento i prezzi dell’energia per i consumatori finali

Pubblicato il 21 Dic 2021

cybersecurity energia

Nel 2021 l’Italia si sta allontanando dai suoi obiettivi di decarbonizzazione e sta anche sperimentando una decisa impennata dei prezzi dell’energia: il quadro poco rassicurante arriva dall’ultimo numero dell’Analisi trimestrale del sistema energetico nazionale dell’ENEA.  Nel terzo trimestre dell’anno, infatti, a livello nazionale la domanda di energia ha registrato un incremento del 7% rispetto allo stesso periodo del 2020, sulla spinta del PIL (+3,9%) e della produzione industriale (+20,2%). Ma purtroppo in aumento risultano anche le emissioni di CO2 (+4% circa) a causa del maggiore utilizzo di fonti fossili, soprattutto petrolio (+8%) e carbone (+25%). Tanto che per l’intero 2021 l’Enea prevede una crescita complessiva dei consumi superiore al 7% e, quasi altrettanto, delle emissioni climalteranti.

Cresce il ricorso al carbone

Allargando lo sguardo ai primi nove mesi del 2021 i consumi di energia sono cresciuti del 9% (+10 Mtep) prevalentemente per la crescita della domanda di petrolio (+10%, pari a +3,5 Mtep) legata alla ripresa del traffico stradale (+9%) e aereo (+22%). I consumi di gas naturale sono aumentati del 7% (+3 Mtep circa), quelli di carbone del 10% (+0,4 Mtep), le rinnovabili dell’1,5% (+0,3 Mtep), mentre le importazioni di energia elettrica hanno registrato un balzo del 66% (+3 Mtep). Le notizie forse meno attese arrivano dalla generazione elettrica, dove si registra una notevole ripresa dell’utilizzo del carbone, fonte che in teoria l’Italia dovrebbe completamente abbandonare entro il 2025: il sistema elettrico vi ha fatto maggiore ricorso sia nel III trimestre (+25%) che nei primi nove mesi dell’anno (+10%), mentre il gas naturale ha registrato un +2% sui nove mesi ma un brusco calo nel terzo trimestre (-8%) penalizzato dal forte incremento dei prezzi. Sostanzialmente stabili le rinnovabili, invariate nel trimestre e in lieve aumento (+1%) nei nove mesi.

Emissioni e prezzi in aumento

Anche per quanto riguarda le emissioni i dati non sono certo positivi: nel periodo gennaio-settembre 2021, le emissioni sono cresciute di quasi l’8% per effetto, in prevalenza, della ripresa dei consumi nel settore dei trasporti, mentre minore è stato il peso di civile e industria e marginale quello della generazione elettrica. Nei primi nove mesi dell’anno è stato “recuperato” il 50% delle emissioni evitate nello stesso periodo 2020, ma rispetto al 2019 i livelli di CO2 restano comunque del 7% inferiori.

Peggiori forse anche del previsto, infine, sono i dati sul fronte dei prezzi: l’analisi mette in luce la forte accelerazione sui mercati all’ingrosso, con nuovi picchi storici del gas (+85% nel III trimestre sul trimestre precedente, +430% sul terzo trimestre 2020) e dell’elettricità (+67% e +194% rispettivamente, con un aumento superiore a quello degli altri paesi UE).  Tali aumenti, in realtà, sono arrivati solo in parte sulle bollette dei consumatori finali, grazie agli interventi eccezionali di sterilizzazione decisi dal Governo; eppure, nella seconda metà dell’anno i prezzi del gas sono superiori di oltre il 40% rispetto al 2020 per i consumatori domestici e di circa il 100% per le imprese. Nel caso dell’elettricità, i prezzi sono superiori di quasi il 50% per i consumatori domestici e di oltre il 50% per le imprese, ai massimi per tutte le fasce di consumo.

Traiettoria superiore all’Eurozona

Non stupisce dunque che l’analisi dimostri un netto peggioramento dell’indice ISPRED (-35%), elaborato da ENEA per misurare l’andamento della transizione energetica nel nostro Paese sulla base di sicurezza del sistema, prezzi dell’energia e decarbonizzazione. “L’andamento molto negativo del nostro indice è legato principalmente all’incremento delle emissioni per il maggior utilizzo di fonti fossili soprattutto nei trasporti e negli edifici e mette in luce l’allontanamento dell’Italia dalla traiettoria di decarbonizzazione e dai nuovi obiettivi UE (-55% emissioni al 2030), con consumi ed emissioni che nel 2021 crescono più del doppio rispetto alla media degli aumenti nell’Eurozona”, ha commentato Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che ha curato l’Analisi.

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