Analisi

Acqua e ESG: l’innovazione tecnologica al servizio del water management

Gli effetti diretti e indiretti della crisi idrica stanno alzando il livello di attenzione verso organizzazioni e imprese che hanno scelto di focalizzare l’attenzione sui consumi e sulle modalità di utilizzo dell’acqua. Cresce sul mercato l’offerta di servizi che permettono di migliorare la gestione di questa risorsa e cresce l’attenzione del mondo ESG verso i provider di tecnologia nel water management e verso le realtà che sono nella condizione di indirizzare e modificare i comportamenti dei consumatori

Pubblicato il 24 Mar 2022

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Per capire l’importanza dell’innovazione per il mondo “water” può essere utile lavorare su un’analogia, forse un po’ forzata, con il mondo energy. Le aziende che qualche anno fa hanno scelto di investire per ridurre la loro dipendenza dai fornitori di energia hanno raggiunto in poco tempo una serie di obiettivi che oggi sono oltremodo importanti: hanno ridotto i fattori di rischio legati alle difficoltà di approvvigionamento, hanno ridotto i costi energetici (in questo periodo drammaticamente cresciuti a causa delle tensioni geopolitiche e del conflitto in Ucraina) e non ultimo hanno migliorato in modo molto importante le loro performance ambientali. Questo modello appare oggi ancora più importante e virtuoso proprio perché la componente legata alla riduzione dei rischi di approvvigionamento e alla riduzione dei costi è tale da impattare direttamente sulla continuità di business di tante imprese, ovviamente in modo particolare delle realtà più energivore.

Water management e continuità del business

Il punto di partenza con cui il mondo ESG guarda con crescente attenzione alla necessità di aumentare la responsabilità nella gestione dell’acqua è anche legata al fatto che, la continuità del business di tante imprese è soggetta, direttamente o indirettamente, alla disponibilità di acqua. Questo comporta una importante crescita di attenzione rispetto alla quantità e alla qualità di risorse idriche a cui le imprese possono avere accesso.

In altri termini, il rispetto dell’acqua come risorsa primaria non è più solo un tema di attenzione all’ambiente, peraltro importantissimo, ma attiene alla gestione di un asset fondamentale per l’azienda e per il territorio nel quale l’azienda opera ed è un parametro che può incidere sia sulla “E” sia sulla “S” dell’ESG. Questo cambiamento di prospettiva è stato colto da qualche tempo dal mondo ESG che, partendo dal principio di guardare all’acqua come a un asset di valore, porta l’attenzione in termini finanziari sulle aziende che si adoperano per proteggerlo prima e per aumentarne il valore poi.

In questo senso, occorre considerare che a differenza del mondo dell’energia che è stato portato ad esempio, il mondo dell’acqua è estremamente frammentato ed è popolato da tantissimi attori anche molto diversi tra loro. Pensiamo ad esempio al ruolo tradizionale e anche centrale delle municipalizzate, ai consumi sul piano industriale, alle logiche stagionali del mondo agricolo, all’impatto dell’urbanizzazione e al ruolo dell’acqua in relazione ad altre risorse come l’energia e alle realtà che sono specializzate nel water management.

Dati e conoscenza creano maggiore consapevolezza sul valore dell’acqua

La complessità del settore “acqua” è cresciuta nel tempo, ma è cresciuta anche in ragione della disponibilità di dati e di conoscenza che arriva grazie alla digitalizzazione, grazie all’analisi dell’impatto del climate change sulle risorse idriche e grazie alla crescita di consapevolezza sul valore di questo bene.

Quest’ultimo è certamente il fattore più importante: solo le ultime generazioni sono cresciute circondate da segnali che correttamente invitavano a considerare il valore dell’acqua, ad associare lo spreco di acqua allo spreco di una risorsa di grande importanza. Nello stesso tempo, tanto le famiglie quanto le imprese, si sono rese conto, anche grazie ai segnali di allarme che sono arrivati dall’aumento dei costi, di quanto sia importante e strategico oggi e per il futuro l’arte di estrarre, conservare, bonificare, distribuire, gestire acqua e quanto la domanda di questo bene sia sempre più forte.

In termini ESG, è anche cresciuta in assoluto l’attenzione generale verso le attività imprenditoriali ed economiche che sono correlate alla gestione dell’acqua, ma quel che è forse più importante è l’attenzione che si sta diversificando e verticalizzando in funzione delle diverse forme di valorizzazione dell’”asset” acqua. Modalità che si possono suddividere in tre grandi tipologie caratterizzate a loro volta da due fattori: il tipo di attività e di responsabilità che lega queste realtà all’acqua e la tipologia di innovazione tecnologica che sta rendendo possibili trasformazioni un tempo impraticabili.

Water management come core business

La prima tipologia è rappresentata dalle imprese che hanno come core business il water management come possono essere le utilities o le multi-utilities con una focalizzazione su servizi legati alla gestione e alla distribuzione dell’acqua. Questa categoria di aziende sono destinate a svolgere un ruolo sempre più importante per tre grandi ragioni: sono realtà dispongono di una visione dei consumi e possono essere nella condizione di indirizzarli; si tratta di realtà che gestiscono le infrastrutture e hanno la responsabilità di ridurre qualsiasi forma di spreco lungo le conduttore e in tutte le fasi di erogazione; ed infine, grazie alla capacità di azione sui consumi e sulla riduzione degli sprechi, sono nella condizione di contribuire a una migliore gestione delle riserve.

Per queste realtà, il ruolo dell’innovazione è centrale e in particolare, può fare riferimento ad una innovazione digitale basata su Internet of Things, Big Data Analytics, Intelligenza Artificiale per il monitoraggio dei consumi, grazie alla diffusione di contatori intelligenti, per la manutenzione preventiva e predittiva delle infrastrutture e per la riduzione delle perdite, ma anche per la capacità di indirizzare i consumi lavorando sull’analisi dei comportamenti e sulla customer experience dei consumatori.

Ma il punto più importante per questa categoria è rappresentato dalla possibilità di contribuire a una migliore gestione delle riserve mettendo in diretta relazione i consumi con la disponibilità delle risorse, tenendo conto ad esempio delle previsioni legate alla situazione metereologica e con le variabili che possono influenzare i consumi delle diverse tipologie di clienti.

Per questa categoria di aziende si configura la possibilità, grazie al digitale, di mettere a disposizione “intelligenza” sulla gestione della risorsa acqua ed è in particolare questa dimensione che viene osservata con grande attenzione dal mondo ESG anche perché consente a questi attori di contribuire direttamente ai rating ESG di imprese e organizzazioni.

I water goals e i water targets di imprese e organizzazioni e l’ESG

La seconda categoria è rappresentata da tutte le imprese e da tutte le organizzazioni che sono e saranno chiamate ad avere una specifica rendicontazione esattamente come avviene per quanto attiene alle emissioni di carbonio. In questo caso, si parla di water goals e water targets che andranno a comporre e completare il profilo di sostenibilità in funzione del tipo di utilizzo dell’acqua e del tipo di “responsabilità” verso questa risorsa.

A differenza delle metriche legate alle emissioni in cui l’impatto fa riferimento a una metrica specifica costituita dalle “tonnellate di carbonio”, nel caso dell’acqua dal punto di vista ESG ci sono ancora degli standard da definire a livello di metriche proprio per la necessità di considerare le tipologie di utilizzo di questa risorsa.

Ma a prescindere dalla standardizzazione delle metriche e dalla capacità delle stesse di considerare il contesto nel quale le aziende sono chiamate a gestire i consumi di acqua, l’ESG è orientata a premiare i comportamenti virtuosi delle imprese che definiscono delle roadmap di miglioramento continuo nel water management e water treatment oltre naturalmente la riduzione dei consumi e il progressivo azzeramento degli sprechi.

Queste aziende hanno la necessità di innovazioni tecnologiche da una parte e di servizi dall’altra per raggiungere questi nuovi obiettivi e hanno la necessità di soluzioni che permettano di misurare specificatamente i dati relativi alla gestione e alla rendicontazione delle performance e, in funzione della tipologia di attività svolta, hanno la necessità di disporre di strumenti di pianificazione e programmazione nell’utilizzo di acqua con modalità analoghe a quanto avviene per le risorse energetiche.

Il digitale al servizio dell'”acqua come asset”

La terza categoria che è sotto lo sguardo attento del mondo ESG è rappresentata dai provider di soluzioni tecnologiche, di innovazione digitale e dalle startup che stanno concentrando l’attenzione proprio sulla gestione dell’acqua intesa come risorsa e come asset.

Questa categoria di attori è chiamata svolgere il ruolo più importante in questa fase in quanto abilitano i percorsi di innovazione delle categorie precedenti, permettono di percorrere nuove strade e soprattutto consentono di trovare soluzioni per arrivare anche a una “quarta categoria” ideale che non fa parte delle logiche ESG, ma che è assolutamente fondamentale per creare le condizioni per affrontare in modo globale la gestione del problema acqua, vale a dire i cittadini, i consumatori, tutte le persone in qualsiasi contesto della loro vita sociale e professionale.

La capacità di disegnare e supportare una esperienza utente nell’utilizzo dell’acqua che sia sempre più integrata e legata ad un senso di responsabilità nei confronti di questa risorsa è un fattore chiave affinché pubbliche amministrazioni, organizzazioni e imprese possano raggiungere i loro obiettivi specifici e si arrivi a ridurre qualsiasi forma di spreco.

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Mauro Bellini
Mauro Bellini

Ha seguito la ideazione e il lancio di ESG360 e Agrifood.Tech di cui è attualmente Direttore Responsabile. Si occupa di innovazione digitale, di sostenibilità, ESG e agrifood e dei temi legati alla trasformazione industriale, energetica e sociale.

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