Point of View

Energy management: Il valore aggiunto dell’Energy monitoring

La soluzione messa a punto da Green Future Project consente, con un unico software, di tenere sotto controllo non solo i consumi energetici ma anche le emissioni di CO2

Aggiornato il 25 Mag 2023

Energy Monitoring: immagine pila alcalina

Consumo, produzione e trasporto di energia sono i tre fattori chiave che incidono maggiormente sulle emissioni climalteranti. Secondo l’ultimo report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), queste attività sono responsabili di circa i tre quarti delle emissioni climalteranti a livello globale, contribuendo in maniera decisiva al surriscaldamento terrestre. Tuttavia, nonostante le evidenze sempre più chiare sul mercato, il corretto monitoraggio e governo dei consumi energetici aziendali spesso resta completamente slegato dall’impatto reale sull’ambiente, specialmente in ambito organizzativo, riducendo la questione a un mero raffronto economico tra più provider.

Tutt’altro approccio all’energy management è proposto da Green Future Project, climate tech startup accreditata B-Corp e partner digitale certificato di RINA, che fornisce soluzioni a 360° per lo sviluppo e l’implementazione delle strategie ESG aziendali. Come racconta Stefano Pozzato, Corporate Partnership Manager, “dal nostro punto di vista fare energy management significa rivoluzionare le attività di valutazione dei consumi energetici che sono state adottate sinora. Mediamente, infatti, le società hanno gestito questo aspetto in maniera passiva. Il nostro approccio, al contrario, è totalmente proattivo, poiché prevede la possibilità di monitorare e visualizzare i dati relativi al consumo, così da mitigarne gli effetti in termini di emissioni, andando poi a adottare degli appositi piani di miglioramento. Oggi, invece, nella maggioranza delle aziende questa attività di rendicontazione della domanda energetica viene fatta soltanto in chiusura del bilancio dell’anno precedente. Rendendo così estremamente difficile intervenire sulle effettive cause degli eccessivi consumi”.

Secondo Green Future Project, poi, il consumo energetico non può essere non correlato al tema delle emissioni. “Abbiamo ritenuto opportuno fornire un’unica piattaforma grazie alla partnership con Pilio, spinoff dell’Università di Oxford che rappresenta un’eccellenza nella riduzione dell’impronta carbonica e nella ricerca sulla sostenibilità, che fosse in grado di monitorare in tempo reale i consumi energetici di un’azienda con un approccio semplificato. Attraverso lo stesso strumento è possibile convertire il dato, grazie a una serie di specifici fattori di correzione, per scoprire così quali sono le emissioni di CO2 equivalenti, parametrando il consumo energetico rispetto ai valori ambientali e meteorologici specifici di ogni zona geografica”.

Energy management e monitoring, quali benefici

Questa rendicontazione puntuale permette alle imprese di ottenere dei benefici che non potrebbero essere certo assicurati da una lettura, seppure ragionata, delle bollette. “La grande maggioranza delle aziende non ha sotto controllo i propri consumi energetici se non a consuntivo. Noi andiamo a restituire – in una unica dashboard di facile consultazione – un dato che è basato sulle letture reali dei contatori: in questo modo diventa semplice individuare le eventuali anomalie, per poi effettuare degli interventi di ottimizzazione. Tale esigenza diventa ancora più impellente quando – come spesso capita – un’impresa dispone di più di un sito produttivo. Avere sotto controllo tutto quanto in un’unica dashboard, indipendentemente dalla collocazione geografica, costituisce un grande vantaggio, consentendo di comparare dati e consumi dei diversi stabilimenti o uffici”, evidenzia Pozzato.

Inoltre, la piattaforma proposta da Green Future Project è in grado di tracciare l’energia rinnovabile prodotta sia internamente che esternamente, riuscendo anche a restituire i dati provenienti dai singoli apparecchi di ricarica dei veicoli elettrici. E non solo: “la nostra piattaforma può interconnettersi anche con i sistemi gestionali, per ricavarne informazioni utili dal punto di vista delle emissioni. A valle di tutta l’attività di monitoraggio il software è in grado di produrre appositi report di sostenibilità e relativa documentazione, in cui sono definiti con puntualità appositi target di miglioramento annuali e mensili. Laddove si presenti – nonostante gli interventi di supporto ipotizzati – un surplus di emissioni, siamo comunque di supporto nell’identificazione di appositi progetti per la compensazione caratterizzati da un elevato impatto ambientale” sottolinea Pozzato.

Energy management e monitoring, la relazione con i mercati di riferimento

Insomma, la piattaforma di Green Future Project consente di coprire una molteplicità di aspetti, assicurando anche una notevole semplificazione della gestione dell’energia in azienda. Normalmente, infatti, sarebbe necessario affidarsi a diversi provider per governare in maniera distinta ogni aspetto legato al monitoraggio energetico, della carbon footprint e della rendicontazione non finanziaria. Non a caso, “il nostro è un mercato molto trasversale, dal momento che tutte le realtà, indipendentemente dal fatto che si occupino di prodotti o servizi, presentano dei consumi energetici e relative emissioni. Abbiamo quindi come clienti delle multinazionali ma anche studi di professionisti. A chi spetta la consultazione della piattaforma? Ovviamente a tutti i responsabili della sostenibilità, agli energy manager, ma anche ai titolari stessi delle aziende. Abbiamo anche previsto la possibilità di un accesso per i fornitori, nell’ambito della rendicontazione delle emissioni Scope 3. In ogni caso gli utenti del software vengono supportati da Green Future Project per un utilizzo quanto più possibile mirato”.

La grande domanda è se, dopo il 2022 caratterizzato dalla grande crisi energetica e dal boom dei prezzi dei beni energetici, l’energy monitoring sia finalmente diventato una priorità per le imprese. “In realtà non so se la maggiore sensibilità delle aziende sia effettivamente dovuta al maggiore costo dell’energia. Quello che vedo è che il mondo delle imprese si divide in due: chi ha a cuore il tema dell’ambiente e cerca di definire un piano apposito e chi no”, suggerisce Pozzato, “ci sono poi anche realtà che puntano soprattutto a un miglioramento della percezione sostenibile del proprio brand. In questo senso è possibile affermare che, forse, il driver principale della sensibilizzazione verso queste tematiche è la crescente attenzione del cliente finale.”

Articolo originariamente pubblicato il 25 Mag 2023

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Gianluigi Torchiani

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