Speciale COP26

COP26, passi in avanti per la transizione energetica: stop al carbone e ai sussidi alle fossili

La giornata dedicata all’energia della COP26 ha visto l’assunzione di numerosi impegni internazionali che dovrebbero favorire il processo di decarbonizzazione del settore energetico globale

Pubblicato il 05 Nov 2021

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La giornata della COP26 dedicata alle problematiche dell’energia è stata ricca di annunci, che sembrano confermare la volontà dei Paesi globali di imboccare la strada della transizione energetica, a sua volta indispensabile per azzerare le emissioni. Innanzitutto – come raccontiamo nel dettaglio in questo articolo su Energyup.Tech 28 diversi Paesi hanno assunto nuovi impegni per eliminare gradualmente l’energia dal carbone, inclusi cinque dei primi 20 paesi al mondo che ancora la impiegano. Tra questi ci sono Indonesia, Vietnam, Polonia, Corea del Sud, Egitto, Spagna, Nepal, Singapore, Cile e Ucraina, che entrano così a far parte della Powering Past Coal Alliance, lanciata e co-presieduta da Regno Unito e Canada, che già riuniva più di 160 paesi. I nuovi membri hanno inoltre sottoscritto una nuova dichiarazione, in cui si sono anche impegnati ad aumentare l’energia pulita e ad assicurare una transizione giusta dal carbone.

Un ulteriore ridimensionamento del carbone  arriva da un secondo annuncio che ha molto a che fare con il mondo ESG: le principali banche internazionali (tra cui HSBC, Fidelity International ed Ethos) si sono impegnate a porre fine a tutti i finanziamenti pubblici internazionali rivolti verso le centrali nuova energia a carbone già entro la fine del 2021.  La combinazione di questi due annunci dovrebbe consentire di rafforzare il trend dell’addio al carbone: si era infatti osservato un calo del 76% nel numero di nuove centrali a carbone pianificate a livello globale in seguito all’adozione dell’accordo di Parigi del 2015.

Oltre all’addio al carbone, non meno importante è stata la decisione di almeno 25 paesi e istituzioni di finanza pubblica (tra cui Italia, Canada, Stati Uniti e Danimarca) di porre fine al sostegno pubblico internazionale al settore dell’energia da combustibili fossili entro la fine del 2022, privilegiando invece il sostegno alla transizione verso l’energia pulita. Complessivamente, questo impegno potrebbe spostare circa 17,8 miliardi di dollari l’anno di sostegno pubblico dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Proprio in materia di fonti rinnovabili e relativi investimenti, è stata annunciata la Energy Alliance for People and Planet (GEAPP), che si propone di accelerare gli investimenti nelle transizioni di energia verde e soluzioni di energia rinnovabile nelle economie emergenti di tutto il mondo.  La nuova alleanza, composta da The Rockefeller Foundation, IKEA Foundation e Bezos Earth Fund, mira a sbloccare 100 miliardi di dollari di capitale pubblico e privato nel prossimo decennio, favorendo un crescente utilizzo delle rinnovabili al posto del carbone e favorire l’accesso sostenibile all’elettricità delle comunità oggi ancora escluse.

In materia di transizione energetica alla COP26 crea un po’ di tensione il tema del nucleare che, secondo la AIEA (agenzia internazionale per l’energia atomica)  oggi fornisce più di un quarto dell’energia pulita globale, tanto da aver evitato nell’ultimo mezzo secolo il rilascio di oltre 70 giga-tonnellate di gas serra. La tesi di molti Paesi (tra cui la Francia) è che, senza l’energia nucleare, alcune delle più grandi economie del mondo mancherebbero della loro principale fonte di elettricità pulita.

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