Importante riconoscimento per l’Università di Bologna, che secondo il ranking QS Sustainability 2024 è l’ateneo più sostenibile d’Italia. L’indice valuta come le università si stanno attivando per affrontare i più grandi problemi ambientali, sociali e di governance. La classifica, giunta alla sua seconda edizione, considera 1.403 atenei di tutto il mondo.
In particolare, rispetto allo scorso anno, l’ateneo emiliano ha scalato le classifiche, tanto da passare dalla fascia 191-200 alla posizione 108 a livello globale, dall’84° al 49° posto su scala continentale e dal 6° al 1° posto a livello italiano.
Il piano energetico
Ma l’Alma Mater non sembra volersi qua, come testimonia la recente presentazione del primo piano energetico: con un investimento di 60 milioni di euro previsto da oggi al 2030, Bologna punta a rendere ancora più efficiente l’utilizzo e la produzione di energia e a rafforzare le proprie azioni nel campo della sostenibilità sociale, economica e ambientale.
Il piano coinvolge una superficie che supera il milione di metri quadrati e prevede tutta una serie di interventi: in particolare saranno eliminate, entro il 2025, tutte le centrali a gasolio e a olio combustibile, mentre entro il 2030 saranno elettrificate tutte le centrali termiche, sostituendo le caldaie a gas con pompe di calore. Prevista anche l’installazione di nuovi impianti fotovoltaici, che arriveranno a produrre, entro il 2027, fino al 17% del fabbisogno energetico annuale dell’Ateneo. Inoltre, tutti gli impianti di illuminazione tradizionali saranno sostituiti con apparecchi a LED entro il 2026. Nel progetto di riqualificazione energetica sarà coinvolta attivamente tutta la comunità dell’Ateneo, a partire dalle studentesse e studenti, che potranno segnalare – grazie a un’app dedicata – guasti e situazioni problematiche, attivando così interventi mirati e tempestivi.
“Questo primato italiano ci rende certamente soddisfatti del lavoro fino ad oggi sul fronte della sostenibilità – dichiara il rettore Giovanni Molari – ma sappiamo bene che il lavoro da fare è ancora tanto, e oggi è il momento di accelerare. Il nostro senso di responsabilità sociale, le nostre competenze tecniche e scientifiche e il nostro dovere nei confronti del futuro dell’Alma Mater ci impongono di pensare a una gestione dell’energia sempre più informata, consapevole e responsabile. Per questo l’Università deve diventare un ‘laboratorio aperto’ per la sperimentazione di nuovi sistemi, ma anche per attività di sensibilizzazione in tema di energia e ambiente”.
Articolo originariamente pubblicato il 05 Dic 2023