Climate Transition

TLC, ICT e transizione climatica: impegni e prospettive

Secondo Roland Rott, Head of ESG & Sustainable Investment Research di La Francaise AM, i settori legati all’innovazione digitale e alla telecomunicazioni sono destinati ad assumere un ruolo sempre più importante sia in termini di riduzione della propria impronta ambientale sia come abilitatori della trasformazione energetica

Pubblicato il 08 Dic 2021

Roland Rott, Head of ESG and Sustainable Investment Research, La Française AM

Il mondo digital, nelle sue grandi declinazioni dell’ICT e delle telecomunicazioni è destinato a svolgere un ruolo sempre più importante nel prossimo futuro per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale. Secondo Roland Rott, Head of ESG & Sustainable Investment Research di La Francaise AM l’attenzione verso questi due comparti è destinato a crescere per diverse ragioni.

Ma per meglio comprendere le ragioni di questa valutazione occorre fare un passo indietro ed analizzare alcuni passaggi fondamentali. Ad agosto 2021, l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) delle Nazioni Unite ha pubblicato la prima parte del Sesto Rapporto “AR6 Climate Change 2021: The Physical Science Basis”. Questo report prende in considerazione informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche riguardanti il cambiamento climatico che hanno costituito la base per le negoziazioni intergovernative alla COP26. La ricerca ha portato ad alcune importanti conclusioni come:

· Il pianeta si sta riscaldando più velocemente del previsto, le proiezioni parlano di un riscaldamento di circa 1,5°C-1,6°C nei prossimi vent’anni, fino al 2040.

· Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C risulta molto difficile, a meno di riduzioni di emissioni di gas serra “immediate, rapide e su larga scala”. Per far sì che ciò accada, è richiesto un approccio coordinato e congiunto tra tutte le componenti dell’amministrazione pubblica, che reindirizzi le economie e gli investimenti verso obiettivi di sostenibilità, inclusi quelli riguardanti il clima.

Codice rosso per l’umanità

Il report, sottolinea Roland Rott, è stato chiamato “codice rosso per l’umanità” dal Segretario Generale dell’ONU. È incontrovertibile il ruolo delle attività umane nel riscaldamento dell’atmosfera, dell’oceano e della terra, e il cambiamento climatico dovuto all’impatto umano sta già dispiegando i suoi effetti con eventi climatici e atmosferici estremi che si verificano in tutto il mondo. Complessivamente, le aziende globali quotate emettono quasi 11 giga-tonnellate di emissioni di gas serra all’anno. Se la situazione dovesse rimanere invariata, supereranno la loro quota del bilancio globale di emissioni di carbonio già nel 2026. Secondo l’IPCC, anche qualora si raggiungessero gli obiettivi delle emissioni zero entro il 2050, c’è solamente un 50% di possibilità di restare al di sotto degli 1,5°C. Risulta perciò imperativo che tutte le parti in gioco (governi, aziende e persone) di tutte le aree del mondo e di tutti i settori agiscano ora per realizzare il cambiamento necessario.

In qualità di investitori, Roland Rott ricorda che è necessario ampliare gli obiettivi relativi al cambiamento climatico e alla richiesta di azioni a favore del clima da parte delle aziende su cui si indirizzano gli investimenti, al di là dei settori ad alte emissioni. Il settore ICT (Information and Communication Technologies) è stato per tanto tempo trascurato a causa del suo basso profilo di emissioni di carbonio. Ma con la crescita esponenziale del consumo di dati, l’impronta di carbonio dell’intero settore potrebbe, con ogni probabilità, aumentare a sua volta. Gli esperti, ricorda Rott, prevedono che l’utilizzo di internet aumenterà del 30-40% all’anno, il che significherebbe che il traffico su internet di oggi aumenterebbe, in soli 10 anni, di 30 volte.

L’importanza e il ruolo dell’ICT

Nell’aggiornamento del suo report annuale, a gennaio 2020, l’ETNO (European Telecommunications Network Operators’ Association), ha affermato che l’intero settore ICT è responsabile di circa il 2-4% delle emissioni mondiali di gas serra. In confronto, il settore dell’aviazione impatta poco meno del 2% sull’impronta globale di emissioni, mentre la produzione di acciaio rappresenta poco meno del 3% – motivo per cui è particolarmente importante esaminare l’ICT con più attenzione.

Il settore ICT dunque è molto vasto e, sebbene i confini non siano ben delineati, le aziende delle TLC sono al centro della rivoluzione digitale e sono responsabili, da sole, di quasi il 40% delle emissioni del settore ICT, rappresentando circa l’1,5/2% delle emissioni globali di gas serra. L’impronta di emissioni di carbonio del settore delle TLC proviene quasi interamente dalle reti – sia fisse che mobili. Questa è un’area importante in cui strategie climatiche efficaci per queste aziende si rivelano differenti rispetto alle aziende tecnologiche, per le quali una fonte importante di emissioni di gas serra sono i centri dati. Rott conclude osservando l’importanza del contributo che le TLC possono dare a questa transizione.

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