Nuovi scenari

Sostenibilità digitale: avviati i lavori per nuova prassi UNI che valuti l’impatto dei progetti

L’iniziativa è promossa dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale e dall’Ente Italiano di Normazione UNI, allo scopo di identificare le modalità di misurazione con cui quantificare il rapporto di efficienza/efficacia nell’implementazione di tecnologie digitali come strumenti di beneficio ambientale, economico e sociale

Pubblicato il 25 Ott 2022

Foto StefanoEpifani 6

Al via i  lavori per la definizione di una nuova prassi di riferimento UNI per la valutazione della Sostenibilità Digitale di un progetto, in vista dell’introduzione di specifiche prescrizioni tecniche o di modelli applicativi. Ad annunciare l’importante novità è la Fondazione per la Sostenibilità Digitale, la prima Fondazione di ricerca riconosciuta in Italia dedicata ad approfondire i temi della sostenibilità digitale, la quale spiega che il documento, sviluppato da un gruppo di lavoro promosso dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale ed un gruppo di organizzazioni come Fondazione ENEL, Cisco Italia e Bluedigit-Italgas, vuole fornire una metodologia di analisi della sostenibilità digitale nella fase di sviluppo e realizzazione di un progetto.

Verso un nuovo modello di analisi degli impatti del digital

Obiettivo specifico della prassi in fase di definizione è dunque strutturare i passaggi finalizzati a definire un modello di analisi degli impatti della tecnologia digitale su un progetto più ampioutilizzando un approccio orientato alle modalità di analisi dei sistemi complessi.

“ll nostro target – commenta  Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale – è quello di identificare le modalità di misurazione attraverso le quali quantificare in modo oggettivo il rapporto di efficienza/efficacia con il quale si stanno implementando tecnologie digitali come strumenti di supporto alla sostenibilità, sia dal punto di vista ambientale che economico e sociale”.

Superare il principio del Do Not Significant Harm

L’intento della prassi, in particolare, è quello superare il principio del DNSH (Do Not Significant Harm), che prevede che gli interventi previsti dai PNRR non arrechino nessun danno significativo all’ambiente. “L’idea è che si debba misurare l’impatto del digitale non solo in termini di assenza di danni all’ambiente, ma di presenza di vantaggi per la sostenibilità ambientale, economica e sociale” prosegue Epifani

Aggiunge Luciano Guglielmi, Direttore del Comitato di indirizzo della Fondazione per la Sostenibilità Digitale: “Purtroppo oggi si tende ad evidenziare il ruolo del digitale esclusivamente o prevalentemente in termini di impatto ambientale negativo della tecnologia sui progetti. L’idea è quella di sviluppare invece un modello in cui il digitale si inserisce come abilitatore di processi di sostenibilità, utilizzando la tecnologia come fattore positivo abilitante e non più, per sottrazione, nella sua valenza negativa”.

Oltre al documento di normazione, il progetto produrrà come output una vera e propria checklist con la quale i Project Manager potranno effettuare un’auto-valutazione della situazione dei progetti che gesiscono.

Le prassi di riferimento Uni: cosa sono e per quanto sono valide

Ma cosa sono le prassi di riferimento? Si tratti di  documenti UNI che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, quando non ci sono norme né progetti di norma nazionali, europei o internazionali.
Possono essere buone pratiche già in uso nei servizi al cittadino/consumatore, applicazioni settoriali di specifiche esistenti, disciplinari industriali, protocolli per la gestione di marchi proprietari, modelli di gestione sperimentati a livello locale, adozioni di CWA a livello nazionale. Sono elaborate sulla base di un rapido processo di condivisione tra i soli autori, non più di 9 mesi, in appositi Tavoli e sotto la conduzione operativa di UNI.
Dopo due anni dalla pubblicazione, si valuta se far evolvere la prassi di riferimento in un documento normativo. Dopo cinque anni o sono trasformate in norma UNI, UNI/TS, UNI/TR o sono ritirate.

Il ruolo della Fondazione per la Sostenibilità Digitale

Costituita da esperti indipendenti, istituzioni, imprese e università, la Fondazione per la Sostenibilità Digitale mira a contribuire all’identificazione delle modalità con le quali la trasformazione digitale può essere funzionale al perseguimento degli obiettivi di sostenibilità definiti nell’ambito di Agenda 2030, facendo quindi della tecnologia strumento di sostenibilità. La Fondazione si pone inoltre come obiettivo primario, quello di favorire lo sviluppo di una riflessione strutturata su come la digitalizzazione debba essere attuata e su quali criteri di sostenibilità basarla, in modo che la tecnologia possa diventare un importante elemento di sostenibilità.

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