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L’innovazione tecnologica nel 2023 secondo Kyndryl

Dai mainframe alla Cyber resilience, dalle applicazioni Cloud native all’etica dell’Intelligenza artificiale, passando per DataOps ed esperienze lavorative digitali. Kyndryl fa luce sui trend tech del 2023

Pubblicato il 12 Gen 2023

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Dopo un biennio segnato dalla pandemia da COVID-19, il 2022 ha posto le aziende di fronte a ulteriori sfide portate dall’incertezza economica e politica a livello internazionale, e non in misura inferiore, dalla necessità di adeguarsi alle richieste di modelli di business sostenibili. In tale contesto, la tecnologia può rivelarsi la migliore alleata per raggiungere gli obiettivi e restare al passo con dinamiche di business in continuo cambiamento. Kyndryl ha identificato i 10 trend che caratterizzeranno il settore tech per il 2023 e che le aziende dovranno tenere in considerazione nell’ambito del proprio percorso di Trasformazione digitale.

Il grande fornitore di servizi infrastrutturali IT prevede che assisteremo alla nascita della figura del Cyber Resilience Officer e all’aumento di esperienze lavorative digitali per supportare e proteggere le modalità di lavoro ibride e remote. Forte la tendenza allo sviluppo di applicazioni cloud native che potranno aiutare le aziende a raggiungere i propri obiettivi ESG grazie alla tecnologia serverless. Nel 2023 la digitalizzazione continuerà a guidare un cambiamento radicale nel modo in cui il mondo si connette, consuma e collabora facendo progredire anche Cloud networking, Edge computing e DataOps in ambito aziendale e l’aumento di investimenti nel cloud distribuito e di settore. Sempre più richiesti esperti in Intelligenza artificiale e Machine Learning.

Focus sulla resilienza informatica

Come illustra Gartner, l’88% della classe dirigenziale guarda alla sicurezza informatica più come a un rischio di business a 360° che come a un aspetto meramente tecnologico. Per questo nel 2023, la cosiddetta resilienza informatica non riguarderà più solo i Chief Information Security Officer (CISO), ma rappresenterà una priorità per l’intera C-suite. Le aziende dovranno maturare la consapevolezza che ci sono più probabilità di subire un attacco informatico rispetto a un disastro fisico e dovranno proteggere di conseguenza tutte le aree di attività: per questo, si farà sempre più strada la figura del Cyber Resilience Officer.

Con i rischi informatici ai massimi storici, sarà inoltre necessario sviluppare piani che consentano di garantire le modalità di lavoro ibride e remote anche nel 2023 e oltre. Molte aziende stanno passando da strategie reattive all’implementazione di centri di sicurezza IT proattivi, così da ridurre l’interruzione delle attività in caso di eventi informatici: un approccio integrato alla cyber resilience consente di anticipare, proteggere, resistere e recuperare più velocemente in caso di attacco. Inoltre, l’adozione di processi automatizzati di valutazione e risposta agli incidenti permetteranno ai team di concentrarsi sui problemi principali e più ad alto rischio, tipici degli ambienti di lavoro digitali.

Servono competenze IT per i mainframe

Nel 2023 le aziende sceglieranno di accelerare la modernizzazione dei carichi di lavoro mainframe esistenti per consentire una maggiore integrazione in un ambiente cloud ibrido. Di fronte alla duplice sfida della riduzione dei budget destinati all’IT dovuta alla situazione economica globale e dell’attenzione alla sostenibilità, le organizzazioni dovranno concentrarsi sull’integrazione dei carichi di lavoro giusti con gli hyperscaler, invece di spostarli completamente dal mainframe. Tale approccio consente di spostare strategicamente alcune applicazioni e dati su uno o più hyperscaler, continuando a eseguire i carichi di lavoro containerizzati più adatti al mainframe.

Inoltre, se da un lato verranno implementati nuovi linguaggi di programmazione e ambienti low-code/no-code per consentire un accesso più rapido alle applicazioni e ai dati mainframe esistenti, dall’altro sarà necessario tornare a sviluppare competenze IT che supportino linguaggi di programmazione di base, come COBOL e RPG, per contribuire a colmare il “gap di competenze mainframe” che ostacola i progetti di modernizzazione.

Le applicazioni cloud native guideranno obiettivi ESG

Le aziende che avevano adottato il cloud prima della pandemia hanno avuto maggiore successo nella trasformazione dei propri modelli di business e nella capitalizzazione di nuove opportunità. Lo stesso accadrà con la recessione economica cui stiamo andando incontro: l’adozione del cloud rappresenta il percorso più rapido verso l’innovazione e offre alle aziende più flessibilità per gestire la propria attività in tempi difficili.

In tale contesto, le aziende investiranno sempre di più nelle applicazioni cloud native, tanto che le piattaforme cloud native saranno alla base di oltre il 95% delle nuove iniziative digitali entro il 2025 (lo dicono i dati di Gartner). Le opportunità si tradurranno in un’innovazione più rapida, nella capacità di abilitazione di altre tecnologie come l’Intelligenza Artificiale e in applicazioni più resilienti. Inoltre, le applicazioni cloud native potranno aiutare le aziende a raggiungere i propri obiettivi ESG poiché, sfruttando una tecnologia serverless, non sarà necessario eseguire le applicazioni 24/7.

La strada verso cloud distribuito e di settore

Le aziende tenderanno sempre di più verso un modello di cloud distribuito, dove i carichi di lavoro sono allineati con posizioni specifiche delle risorse per soddisfare i requisiti di conformità e di prestazioni o per supportare l’edge computing, pur con una gestione centrale da parte di un cloud provider pubblico. Gartner stima che, se nel 2020 il 10% dei dati è stato creato al di fuori dei data center, entro il 2025 questa percentuale salirà al 75%. Inoltre, si prevede che il mercato del cloud distribuito raggiungerà i 5 miliardi di dollari entro il 2026, rispetto agli 1,3 miliardi di dollari del 2020 (Market Digits).

Tra i principali vantaggi di un modello distribuito, la capacità di visualizzare e sfruttare meglio i dati all’interno di un’organizzazione per guidare il valore e l’abilitazione di nuove funzionalità Web3. Inoltre, il cosiddetto industry cloud, già diffuso in alcuni settori come il retail, si diffonderà anche ad altri ambiti. Tra questi, il settore manifatturiero vanta un livello di adozione già piuttosto avanzato, mentre per telecomunicazioni ed healthcare ci si aspetta un’implementazione più lenta.

Cloud networking, Edge computing e DataOps: un’esigenza in crescita

Man mano che le aziende sposteranno i carichi di lavoro e le attività sul cloud, verranno utilizzati mezzi di connettività diversi rispetto a quelli tradizionali. Abbiamo assistito a processi di virtualizzazione dell’infrastruttura di rete, offerta in modalità as-a-service alle aziende, tuttavia molte organizzazioni non dispongono di un buon canale diretto. Nei prossimi mesi, crescerà la richiesta di integrazione della connettività con i servizi gestiti, per aiutare le aziende a gestire le reti multiple.

L’edge computing guiderà efficienza aziendale e risparmi in termini di costi soprattutto nei settori manifatturiero, retail, energetico, ma non solo. Dal punto di vista dell’Industria 4.0, in particolare, le aziende potranno contare su funzionalità end-to-end lungo il percorso di trasformazione “core to edge”.

Inoltre, nel 2023 l’osservabilità dei dati diventerà sempre più strategica, nonché la chiave per scalare l’Intelligenza Artificiale per le aziende. Tuttavia, senza una base dati solida e senza DataOps sarà difficile sia scalare e democratizzare il consumo dei dati, sia offrire agli utenti qualità e affidabilità delle informazioni fornite.

Esperti in Intelligenza artificiale e Machine Learning

Nei prossimi mesi il successo verrà misurato in base alla capacità di implementare modelli basati su IA/ML, di scalare l’IA, di ridurre il time to insight e il time to value: per questo, le figure professionali in grado di gestire Intelligenza artificiale e Machine Learning diventeranno strategiche. Oggi, infatti, molti progetti di IA falliscono poiché non sono progettati per essere scalati o integrati con i flussi di lavoro aziendali.

In accordo con normative sempre più stringenti, le aziende dovranno definire framework operativi e l’etica dell’Intelligenza Artificiale assumerà un ruolo primario. Le soluzioni di IA responsabile che agiscono in ambiti legati ai temi della fiducia, del rischio, dell’etica, della sicurezza e della trasparenza diventeranno sempre più diffuse. Tra queste, si pensi per esempio a soluzioni che contemplano insight personalizzati, come quelle che riguardano il rischio di credito o i motori di raccomandazione.

Esperienze digitali personalizzate: un must-have nell’hybrid work

Il contesto lavorativo odierno è diventato un ambiente multicanale in cui i dipendenti scelgono quelli che preferiscono per interagire con le organizzazioni. Per molte aziende, la sfida è quella di garantire che questo nuovo ambiente sia fluido, offra una buona usabilità e, al contempo, migliori la collaborazione e la cultura organizzativa.

Nel 2023, le esperienze digitali saranno una priorità per i recruiter e giocheranno un ruolo chiave per la fidelizzazione dei dipendenti, tanto che con il giusto supporto tecnologico i dipendenti hanno mostrato l’85% di probabilità in più di rimanere in un posto di lavoro per oltre 3 anni, secondo l’Harvard Business Review.

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