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Intelligenza artificiale per monitorare e ottimizzare le performance ESG del Real Estate



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L’importanza di azioni concrete per l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare, così da superare i requisiti normativi e incentivare il coinvolgimento del finanziario, guardando ai dati per monitorare il progresso verso gli obiettivi climatici e ottenere vantaggi competitivi. Un articolo a firma di Xana Muñiz Vázquez, Vice President Southern Europe & LATAM di Deepki

Pubblicato il 27 feb 2024



Xana Muñiz Vázquez, Vice President Southern Europe & LATAM di Deepki
Xana Muñiz Vázquez, Vice President Southern Europe & LATAM di Deepki

Dopo mesi di trattative a livello europeo sull’EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), conosciuta anche come Direttiva Case Green, si sta arrivando al capitolo finale, con la Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo che dovrà dare a breve il suo via libera.
Come prepararsi per affrontare tutta una serie di scadenze che riguardano gli operatori economici dei singoli Stati membri e, a livello globale, la sostenibilità del pianeta? Il punto di partenza deve essere un’azione di monitoraggio in tempo reale, per analizzare lo stato di fatto del patrimonio edilizio nazionale e intraprendere le azioni ottimali per raggiungere gli standard europei richiesti in materia di sostenibilità del Real Estate e di edilizia sostenibile. E in questo, l’Intelligenza Artificiale gioca un ruolo fondamentale.

Direttiva Case Green e altre normative per la decarbonizzazione

Nell’ultimo Trilogo tra le istituzioni europee del 7 dicembre scorso, dopo un susseguirsi di incontri e tavoli tecnici, ha prevalso un approccio “più morbido” del Consiglio UE che, sulla spinta di alcuni Stati membri (tra cui l’Italia), ha chiesto un adeguamento della Direttiva Case Green tenendo conto delle peculiarità edilizie ed economiche nazionali.

La quadratura del cerchio è stata trovata prevedendo vari step fino al 2050, quando dovrà essere garantito che tutti gli edifici siano a zero emissioni. Dal 2023 gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero, mentre quelli già esistenti dovranno effettuare un miglioramento energetico graduale con scadenze intermedie al 2030 e al 2035. Inoltre, è stato previsto l’obbligo di essere Zero Emission Building e di avere un sistema di riscaldamento e raffrescamento alimentato con rinnovabili per la climatizzazione degli edifici di nuova costruzione, di quelli pubblici e di quelli non residenziali di grandi dimensioni. Da ultimo, si dovranno abbandonare le caldaie a gas, che saranno definitivamente bandite a partire dal 2040. Traguardi importanti, anche se meno onerosi rispetto al testo originale che prevedeva scadenze più ravvicinate e, uno dei punti più contestati e poi eliminato, il raggiungimento uniformato di prestazioni energetiche in tutta l’area UE.

Ad ogni modo, la strada maestra resta quella del raggiungimento degli obiettivi del “Fit for 55” per ridurre le emissioni di carbonio del 55% entro il 2030 e arrivare al net zero entro il 2050. Per riuscirci, oltre alla Direttiva Case Green, il cui obiettivo è quello di efficientare il patrimonio edilizio che a livello europeo è responsabile del 40% del consumo finale di energia e del 36% delle emissioni di gas serra, l’Unione Europea ha implementato altre normative per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.  

Tra queste ci sono l’EED (Energy Efficiency Directive), che delinea il quadro normativo e introduce obiettivi annui di risparmi energetici, e la RED (Renewable Energy Directive), che fissa obiettivi in termini di produzione di energia rinnovabile con un focus su trasporti e il sistema di riscaldamento e raffrescamento degli edifici.

Le opportunità della transizione energetica per il settore edilizio

Le direttive di sostenibilità promosse dall’UE rappresentano senz’altro una sfida importante per il settore edilizio, ma anche un’opportunità di mercato per rivalutare la parte più obsoleta del proprio patrimonio edilizio e per proteggerlo, o addirittura massimizzarne il valore.

Come emerge dai dati dell’ESG Index di Deepki, benchmark europeo basato sulle performance ESG del Real Estate in grado di fornire ai proprietari e ai gestori di portafogli immobiliari una visione chiara delle prestazioni del comparto immobiliare, il Real Estate ha già iniziato a mettere in campo azioni finalizzate ad accelerare la transizione energetica.  Dall’ultimo aggiornamento dell’ESG Index si nota, ad esempio, come solo in Italia il consumo di energia finale e le emissioni di CO2 siano calate in quasi tutti i settori analizzati, fatta eccezione per il settore alberghiero. La logistica è il comparto che registra il maggior calo dei consumi energetici (-11,4%), mentre gli edifici residenziali sono quelli che migliorano di più le proprie performance in termini di emissioni di CO2.

Questo non si deve solo alle condizioni climatiche e all’aumento dei prezzi dell’energia, ma anche al fatto che il settore ha compreso come il processo verso la sostenibilità sia un’occasione anche in termini di redditività. Secondo la ricerca “Overcoming the energy crisis in commercial Real Estate” condotta da Deepki, gli immobili commerciali “Green Premium” (ovvero immobili di qualità, più duraturi nel tempo ed efficienti dal punto di vista energetico) possono aumentare il proprio valore fino al +20%. Al contrario, gli asset con performance scadenti rischiano di incorrere in penalizzazioni finanziarie e di arenarsi. Questo legame tra credenziali ESG e valore degli asset pone la sostenibilità come un tema cruciale al centro delle discussioni sulla performance finanziaria, e non solo extra-finanziaria.

Real Estate, AI e tool informatici guidano la transizione energetica

In un settore immobiliare così frammentato dal punto di vista energetico, composto prevalentemente da edifici costruiti negli anni ‘70 e ‘80, e alle prese con una normativa europea stringente, l’Intelligenza Artificiale (AI) e alcuni tool informatici possono guidare la transizione energetica e offrire un’opportunità di crescita per gli investitori del comparto Real Estate. Per farlo, è fondamentale raccogliere i dati reali di consumo e di emissione. I parametri utilizzati, come ad esempio l’APE, fotografano la situazione di un momento, mentre è invece importante monitorarne l’evoluzione in tempo reale.

L’AI consente inoltre di agire su due fronti. Il primo è l’analisi sull’esposizione ai rischi climatici di transizione del proprio patrimonio immobiliare: si individuano le classi energetiche degli immobili gestiti, quelli dotati di pannelli fotovoltaici o di caldaie a gas per creare le condizioni per una edilizia sostenibile. Il secondo step è la conseguente mitigazione del rischio, andando da una parte per il patrimonio esistente a identificare gli interventi di efficientamento energetico prioritari compatibili con il budget a disposizione e, dall’altra parte effettuando una revisione del processo di due diligence per i nuovi investimenti. 

In Italia c’è un urgente bisogno di sviluppare un piano mirato per migliorare l’efficienza del patrimonio immobiliare. Non è sufficiente affidarsi solamente ai requisiti normativi e agli incentivi nazionali. Per raggiungere la neutralità carbonica è necessario uno sforzo di tutte le parti e in particolar modo del settore finanziario. Affidarsi a sistemi di monitoraggio dei dati in tempo reale, oltre alla professionalità di esperti nel miglioramento dell’efficienza energetica, può essere una soluzione efficace in grado di agevolare le imprese riducendo gli sprechi e consentendo loro di adeguarsi rapidamente per affrontare questa nuova complessità normativa.

La missione di aziende come Deepki è accelerare la transizione ambientale del settore immobiliare utilizzando l’intelligenza dei dati e mettendo in pratica metodi ESG adeguati. Le aziende più consapevoli comprenderanno che i dati non solo sono essenziali per monitorare i loro progressi verso il net zero, ma forniscono anche un mezzo per ottenere un vantaggio competitivo.

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