Città digitali

ICity Rank 2022: in testa Firenze e Milano, le città italiane più digitali

La particolare accelerazione del 2022 fa sì che il numero delle Smart City sia aumentato, il livello medio delle città “in transizione” sia salito e si sia ridotto quello dei capoluoghi in ritardo. Grazie all’importante disponibilità di risorse del PNRR, il 2023 si prospetta come un anno di ulteriore crescita in cui altre realtà potranno completare il primo stadio del processo di digitalizzazione

Pubblicato il 02 Dic 2022

Gianni Dominici, Direttore Generale di FPAFoto di Stefano Corso

Anche quest’anno Firenze e Milano si confermano prime in Italia come città più digitali e smart, seguite da un terzo gruppo di città a pari merito: Bergamo, Bologna, Cremona, Modena, Roma Capitale e Trento. Sono queste le posizioni di testa di ICity Rank 2022, la ricerca di FPA, società del gruppo Digital360, presentata il 29 novembre 2022 a FORUM PA Città. La graduatoria dei 108 Comuni Capoluogo è stilata sulla base dell’indice di trasformazione digitale, ottenuto come media aritmetica di otto indici settoriali, che sintetizzano 35 indicatori basati su 150 variabili: servizi online, canali social, piattaforme abilitanti, open data, apertura, WiFi pubblico, app municipali e IoT.

questo link è scaricabile il rapporto completo.

“Nel 2022 abbiamo assistito ad una forte accelerazione digitale delle città italiane, da un lato grazie al consolidamento delle piattaforme abilitanti come Spid, PagoPA, AppIO, dall’altro al supporto finanziario e operativo centrale” commenta Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA “Molte città si sono avvicinate al modello che per anni è stato di poche realtà innovative e oggi la grande maggioranza dei capoluoghi è a buon punto nel percorso di digitalizzazione. Si può considerare conclusa con successo una prima fase, ma se ne apre una nuova, in cui è necessario stimolare la fruizione effettiva dei servizi online dei cittadini, rendere i social e le app veri strumenti di partecipazione alle decisioni, utilizzare le tecnologie per creare strumenti integrati di monitoraggio”.

ICity Rank 2022: accelera il livello medio di digitalizzazione

Scorrendo la graduatoria, alla nona posizione troviamo l’ex aequo di Cagliari Genova, all’11esima Parma e Torino, alla 13esima Brescia e Venezia, alla 15esima Palermo, Prato, Reggio-Emilia, Rimini e Verona, alla 20esima Bari, Cesena e Pisa, alla 23esima Padova, alla 24esima LecceSiena e Vicenza. Tutte queste, insieme ai comuni sul podio, compongono il gruppo delle 26 città “digitali”, capaci di utilizzare in modo diffuso, organico e continuativo le nuove tecnologie.

Altre 75 sono invece in una fase intermedia nel percorso di crescita digitale e 7 in fondo classifica, a livello critico con indice inferiore a 30 (RietiAvellinoBeneventoFoggiaAgrigentoEnna e all’ultimo posto Isernia). Tra i comuni digitali, ben 10 sono capoluoghi metropolitani (su 14 complessivi), quasi tutti del Centro/Nord, a testimonianza del permanere di un certo ritardo del Mezzogiorno e delle realtà più piccole nonostante si evidenzi una tendenza al recupero.

Si moltiplicano le eccezioni dal Sud e dai piccoli comuni

A livello generale, si assiste a una decisa accelerazione nel livello medio di digitalizzazione e a un riequilibrio che ha portato ad accorciare le distanze dal vertice anche da parte di diverse realtà tra le città del Sud e i centri più piccoli. Soprattutto si moltiplicano le eccezioni a testimonianza della possibilità, nella gran parte degli ambiti, di superare le condizioni di ritardo.

Tra i casi di crescita più significativi, Messina, che nel corso del 2022 è migliorata di ben 34 posizioni (dalla 62^ alla 28^), L’Aquila, Cuneo, Imperia Trapani, che guadagnano 16 punti. Cagliari, Palermo e Bari si confermano al vertice tra le città del Mezzogiorno. Dopo Lecce, anche MessinaNapoli e Pescara sono ormai vicine all’ingresso tra le città digitali.

icity rank 2022

Smart city in Italia: l’ultimo decennio secondo ICity Rank

Se si analizza l’ultimo decennio di risultati di ICity Rank si evidenzia una progressiva crescita digitale media delle città, sia dal punto di vista “funzionale”, con la messa online di sempre più servizi e la creazione di piattaforme di identità, pagamento, interazione che ne hanno facilitato l’utilizzo, che da quello della “comunicazione”, con la diffusione di social media, app, open data, reti WiFi pubbliche e gratuite.

La copertura di servizi online è passata dal 41% nel 2019 all’82% nel 2022 (con ben 75 amministrazioni che hanno attivato on line almeno 8 servizi sui 10 monitorati). La quota di questi stessi servizi accessibili tramite SPID è salita dal 39% del 2020 al 71% del 2022 e il flusso di transazioni tramite PagoPA nei comuni capoluogo è raddoppiato rispetto allo scorso anno.

L’accelerazione della crescita negli ambiti inerenti la dimensione “comunicazione” è stata meno sensibile, ma comunque presente. Il “grado di coperturadelle APP in un anno è salito dal 57% al 66%; l’indice sintetico di attivazione dei social è passato dall’86% all’88%; le amministrazioni che pubblicano Opendata sono passate da 64 a 69; quelle con reti WiFi pubbliche da 104 a 105.

Attesa una ulteriore crescita nel 2023 incentivata dal PNRR

“Oggi risulta sempre più chiaro il ruolo delle città come veri e propri laboratori di sperimentazione e di attuazione delle strategie per la trasformazione digitale” dice Raffaello Balocco, CEO di Digital360. “Se l’anno passato è stato importante per la crescita digitale dei Comuni italiani, il 2023 lo sarà ancora di più per lo stimolo che verrà dal PNRR ai processi avviati. Per affrontare la nuova fase di evoluzione, sarà importante la capacità di traino delle città più innovative, il supporto e coordinamento delle agenzie nazionali e lo scambio di esperienze tra le amministrazioni e le imprese”.

La presentazione di ICity Rank 2022, è stata anche l’occasione per guardare al futuro prossimo. Uno dei principali risultati attesi grazie ai fondi PNRR sul digitale è la maggiore omogeneizzazione della maturità digitale sul territorio: trattandosi per lo più di misure standard, costruite principalmente a vantaggio di chi aveva accumulato maggiore ritardo. Le nuove sfide che si prospettano:

  • non basta “mettere on line i servizi”, ora si tratta di stimolarne l’effettiva fruizione da parte dei cittadini ed esplorare gli effetti di retroazione sulla innovazione dei processi amministrativi sottostanti;
  • non basta “attivare i canali social, le app o gli open data”, ora si tratta di fare di questi strumenti vere occasioni per la crescita della consapevolezza e della partecipazione democratica alle decisioni;
  • non basta “introdurre innovazioni tecnologiche nei servizi”, ora si tratta di comporre i vari segmenti creando strumenti avanzati che consentano l’integrazione e l’interscambio delle informazioni di conoscenza e monitoraggio delle città.

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