La nuova ondata di sistemi di intelligenza artificiale generativa (o GenAI), si pensi a ChatGPT o a DALL-E per fare due tra gli esempi più noti, sta trasformando rapidamente e radicalmente il mondo del lavoro e degli affari. Secondo una ricerca condotta da BCG (Boston Consulting Group), i sentimenti che i lavoratori nutrono nei confronti dell’avvento dell’AI sono contrastanti e variano considerevolmente in base all’anzianità e al Paese di riferimento. La ricerca “AI at Work: What People Are Saying” ha coinvolto oltre 12.800 lavoratori, tra executive suite leaders, middle manager e frontline employees, in 18 Paesi del mondo, al fine di comprendere come l’evoluzione dell’AI abbia influenzato il luogo di lavoro da cinque anni a questa parte.
Tra i più significativi insight emersi si può notare come la maggior parte degli intervistati sia più ottimista che preoccupata in merito all’AI, sensazione probabilmente da imputare alla pervasività della tecnologia che in particolare con il chatbot di OpenAI è diventata veramente accessibile a chiunque. Tuttavia, ci sono differenze significative tra i leader e i dipendenti di base con i primi più avvezzi ad utilizzarla quotidianamente. E mentre i dipendenti riconoscono la necessità di formazione e aggiornamento delle competenze che questa nuova era richiederà, pochi l’hanno effettivamente ricevuta. Inoltre, quasi tutti considerano essenziale l’adozione di un approccio responsabile all’AI.
L’importanza di utilizzo e formazione per alimentare l’ottimismo
Rispetto all’impatto dell’AI sul lavoro, il 52% di tutti gli intervistati ha indicato l’ottimismo come uno dei sentimenti prevalenti, tanto che ha registrato un aumento di 17 punti percentuali rispetto al 2018, anno in cui è stata condotta una indagine simile. Al contrario, la preoccupazione è diminuita notevolmente rispetto a cinque anni fa, passando dal 40% al 30%. In Italia, i risultati sono in linea con quelli globali: quasi il 60% dei lavoratori si dice ora ottimista sull’AI, mentre circa il 30% è pessimista.
All’interno delle organizzazioni, i leader senior, che utilizzano più frequentemente l’AI generativa, si mostrano più ottimisti e meno preoccupati rispetto ai dipendenti. L’80% dei leader intervistati afferma di utilizzare regolarmente l’AI generativa, mentre solo il 20% dei dipendenti dichiara di essere abituato all’uso di queste nuove tecnologie. Mentre il 62% dei leader è ottimista, solo il 42% dei dipendenti in prima linea condivide questa opinione.
Un fattore importante che influenza le opinioni degli intervistati è l’utilizzo effettivo dell’AI generativa. Il 62% degli utenti abituali di strumenti di AI generativa si definisce ottimista, rispetto al 36% dei non utenti. Inoltre, secondo i partecipanti all’indagine, la formazione specifica per migliorare le competenze è un aspetto cruciale. L’86% degli intervistati è convinto della necessità di investire in una formazione dedicata, sebbene solo il 14% dei dipendenti dichiari di aver già ricevuto un aggiornamento in materia, rispetto al 44% dei dirigenti intervistati.
AI generativa in Italia: vantaggi superiori ai rischi secondo l’80%
In relazione all’Italia, il 77% degli intervistati ritiene che il proprio lavoro sarà trasformato dall’AI, mentre il 39% pensa che il proprio ruolo potrebbe non esistere più. Nonostante ciò, quasi l’80% degli intervistati crede che i vantaggi derivanti dall’uso dell’AI generativa siano superiori ai rischi, anche se l’83% ritiene necessaria una regolamentazione specifica per l’AI.
I risultati dell’indagine evidenziano l’importanza delle sperimentazioni sul campo in ambito lavorativo. È fondamentale formare i lavoratori sull’argomento e far loro provare direttamente gli strumenti AI, contrastando al contempo eventuali paure.
Enzo Barba, Partner presso BCG X, ha dichiarato che la GenAI è uno spazio in rapida evoluzione e il suo impatto trasformativo si fa già sentire nei luoghi di lavoro di tutto il mondo. BCG, unendo competenza e visione strategica con le competenze tecniche di BCG X, lavora per supportare le aziende nello sviluppo di soluzioni basate sull’AI di nuova generazione. L’obiettivo è creare nuovi modi di lavorare, formare talenti e gestire il cambiamento nel lavoro e nella cultura aziendale.
L’AI responsabile come priorità per leader e dipendenti
Un aspetto interessante riguarda il cambiamento di atteggiamento verso la regolamentazione. Anche a livello globale, il 71% degli intervistati ritiene che i vantaggi della GenAI superino i rischi e contemporaneamente si aspetta che i rischi siano gestiti. Il 79% di tutti gli intervistati considera fondamentale normare specificatamente l’AI, segnalando un netto cambiamento di atteggiamento nei confronti della supervisione governativa sulla tecnologia.
Nell’attesa di una normativa dedicata, molte aziende stanno già implementando i propri framework di AI responsabile per gestire questa potente tecnologia emergente in linea con gli obiettivi e i valori etici dell’organizzazione. Tuttavia, le opinioni dei dipendenti sull’efficacia di tali programmi variano notevolmente: mentre il 68% dei leader si sente sicuro riguardo all’uso responsabile dell’AI da parte della propria organizzazione, solo il 29% dei dipendenti ritiene che la propria azienda abbia adottato misure adeguate per garantire un uso responsabile di tali strumenti.
Secondo Paola Francesca Scarpa, Managing Director and Partner di BCG X “il livello di preoccupazione dei dipendenti rispetto all’uso responsabile dell’AI è impressionante”. Molte aziende stanno ancora cercando di recuperare il ritardo, poiché l’AI generativa ha fatto il suo ingresso in modo repentino nel 2022. Tuttavia, l’AI e la sua applicazione responsabile dovrebbero essere una priorità per tutti i leader aziendali. Le aziende, prosegue Scarpa, non potranno sfruttare appieno il potenziale dell’AI generativa finché i dipendenti nutriranno dubbi sull’utilizzo di queste nuove tecnologie. L’AI responsabile non riguarda solo la mitigazione dei rischi legati alle nuove applicazioni, ma rappresenta anche l’opportunità di aumentare l’innovazione, la produttività e generare valore e vantaggi competitivi per le organizzazioni.
La guida per sfruttare il potenziale della GenAI
In conclusione, i dipendenti guardano all’AI e all’impatto che avrà sui luoghi di lavoro con curiosità, ma si aspettano di ricevere formazione specifica e un atteggiamento responsabile da parte delle aziende. Il rapporto BCG indica tre raccomandazioni principali per i leader aziendali che attengono alle sfide gestionali e sfide tecnologiche e devono guidare un’organizzazione attraverso la rivoluzione dell’AI:
- Assicurarsi che ci siano spazi di sperimentazione responsabile dell’AI. È fondamentale che i dipendenti acquisiscano un livello di comfort nell’utilizzo della tecnologia. Più i dipendenti saranno incoraggiati a utilizzare regolarmente l’AI e la GenAI, maggiori saranno la loro consapevolezza dei vantaggi, dei limiti e dei rischi associati.
- Investire in una formazione regolare. Date le veloci evoluzioni della tecnologia, le organizzazioni non possono considerare l’aggiornamento professionale come un’attività sporadica. Investire nella formazione aiuterà i dipendenti a prepararsi ai cambiamenti nel loro lavoro e a avere successo nei loro ruoli in evoluzione.
- Considerare prioritaria la creazione di un programma di intelligenza artificiale responsabile. I dipendenti desiderano essere guidati e rassicurati sul fatto che le loro organizzazioni si avvicinino all’AI e alla GenAI in modo etico. Allo stesso modo, i leader vogliono contribuire a definire le normative emergenti in materia di AI.
L’adozione responsabile dell’AI rappresenta una grande opportunità per le organizzazioni, non solo per mitigare i rischi, ma anche per aumentare l’innovazione, la produttività e generare valore e vantaggi competitivi.
Articolo originariamente pubblicato il 16 Giu 2023