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Connected Conservation: il digitale per preservare l’ambiente

Il ruolo centrale dell’innovazione tecnologica alla base delle iniziative della Fondazione inglese Connected Conservation con il supporto di NTT e Cisco

Pubblicato il 20 Gen 2021

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L’innovazione tecnologica può essere al servizio dell’ambiente in tante e diverse forme e può aiutare a ripensare il rapporto con le risorse naturali. È questa la filosofia del nuovo ente benefico inglese Connected Conservation Foundation che, sostenuto da NTT Ltd. Cisco, raccoglierà fondi per sostenere i progetti che ricorrono alla tecnologia sul campo per proteggere l’ambiente, salvaguardare la fauna selvatica e risollevare le comunità locali attraverso l’istruzione e la creazione di nuovi posti di lavoro.  

Il progetto punta anche a contrastare gli effetti esasperati dal Covid-19 coadiuvando i partner impegnati nella preservazione locale attraverso l’uso della tecnologia per identificare e rispondere alle attività sospette nelle aree naturali prima che si possano verificare.

Infatti, Bruce “Doc” Watson, co-fondatore di Dimension Data (ora parte della neonata società NTT Ltd.) spiega che “La pandemia Covid-19 ha elevato il rischio per la fauna selvatica. La riduzione del turismo nei parchi protetti ha visto un aumento della disoccupazione e dell’abbattimento di più animali. Dobbiamo fornire ai responsabili delle riserve naturali le conoscenze e gli strumenti atti a preservare le specie locali“.

Infatti, la combinazione delle tecnologie donate da NTT Ltd. e Cisco, il supporto di partner, quali The Vulcan Trust, Dimension Data, Mishcon de Reya e Northern Rangelands Trust, e i fondi raccolti dalle persone e attraverso le sponsorship aziendali aiuteranno la Fondazione a lanciare molti di questi progetti di successo in altre parti del mondo per proteggere sempre più specie. 

Da progetto pilota a iniziativa globale 

La nascita della Fondazione segue il successo del progetto pilota Connected Conservation che ha portato a una riduzione del bracconaggio di rinoceronti del 96% all’interno di una riserva naturale privata in Sud Africa e che quest’anno è stato esteso anche alla zona settentrionale del Kenya. Spostando il focus della preservazione delle specie per tracciare i movimenti delle persone, e non quelli degli animali, le iniziative della Fondazione replicheranno il progetto pilota che ha utilizzato un approccio proattivo e un’ampia gamma di tecnologie come sensori, telecamere a circuito chiuso, scansione biometrica e fibra acustica per formare una rete dell’area di riserva a protezione della fauna selvatica e delle persone responsabili della loro sicurezza.   

La nuova Foundation ha sede a Londra, UK, e opererà in modo indipendente sotto la gestione di un consiglio di amministrazione. L’obiettivo è quello di fornire un framework, una guida e una struttura per attrarre e gestire donazioni e investimenti, offrendo trasparenza su quando e in che modo i fondi vengono impiegati nei progetti. Le donazioni alla Fondazione possono essere effettuate tramite il loro sito web e supportano i progetti in Sud Africa, Kenya, Mozambico e Zambia. Inizialmente incentrate sulla protezione di rinoceronti, elefanti e antilopi, i fondi raccolti contribuiscono a finanziare anche le tecnologie e le attrezzature necessarie per stabilire una linea di difesa virtuale e preservare il territorio.   

Immagine fornita da Shutterstock.

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