Agroindustria

Circular economy e startup: la sfida biotech dell’israeliana Entoprotech

Affrontare il cambiamento climatico cercando il supporto della natura stessa: questa la filosofia e la proposta della circular economy company che riceve un finanziamento da Granot, uno dei più grandi produttori agroalimentari israeliani per adottare su larga scala il modello di trasformazione dei rifiuti in modo sostenibile e per gestire la produzione in modo “circolare”

Pubblicato il 15 Set 2021

ENTOPROTECH

Non sono pochi coloro che sostengono l’impossibilità di raggiungere gli SDGs con i mezzi oggi a nostra disposizione. Considerando che il tempo “non è dalla nostra parte” occorre trovare soluzioni innovative per dare risposte nuove a questa grandissima sfida. Un esempio chiave è rappresentato dagli obiettivi che insistono sul settore primario e sul mondo agroalimentare nel suo complesso: si deve produrre molto di più, per far fronte alla crescita della popolazione, e nello stesso tempo ridurre il consumo di risorse e aumentare la sicurezza della produzione. Senza dimenticare che occorre anche abbassare gli sprechi, che vanno comunque gestiti. Gli strumenti di produzione tradizionali hanno il grande difetto di riuscire sì a rispondere a una crescita nella produzione ma a quale prezzo? A quello di un aumento dei costi nella gestione dei consumi e degli sprechi e dunque con ulteriore aggravio dal punto di vista dell’impatto ambientale.

Startup e sostenibilità: cambiare la regole del gioco

Entoprotech fa parte di quella famiglia di startup che ci invita ad affrontare questa sfida in modo completamente nuovo, a cercare alleati un tempo impensabili e di “cambiare le regole del gioco”. Nello specifico la società si qualifica come climate change, sustainability e biotech startup e punta a “chiedere supporto” a un insetto: black soldier fly per rispondere in modo “naturale” alla domanda di sviluppo sostenibile nell’agricoltura. Il black soldier fly può infatti aiutare A trattare i rifiuti organici in modo completamente innovativO e naturale.

L’idea di Entoprotech non è nuova in assoluto, ma può contare su ben più solide basi nel momento in cui una delle più grandi cooperative attive in ambito agricolo e uno dei maggiori produttori attivi in Israele ha scelto di investire 2 milioni di dollari in un progetto denominato Waste2Protein con una facility produttiva e con un piano di sviluppo collegato all’adozione di questo modello.

Verso un’agricoltura circolare

La visione di Entoprotech è quella di dar vita a un progetto di agricoltura circolare o di circular economy applicata al settore agricolo utilizzando le larve del black soldier fly per trasformare i rifiuti in modo sostenibile e creare una nuova varietà di prodotti che ritornano, appunto in una logica circolare, in produzione e continuano a generare benefici, anche se in modalità diverse. Gli scarti della produzione diventano così prodotti come fertilizzanti organici, come prodotti avanzati destinati all’alimentazione animale o come materiali da indirizzare all’industria cosmetica.

La filosofia di Entoprotech e di altre startup che cercano un approccio diverso è quello di affrontare il cambiamento climatico cercando il supporto della natura stessa e con questo aiuto cambiare la destinazione dei rifiuti: da rifiuti a risorse e creando forme di trattamento rispettose dell’ambiente, in grado di ridurre al minimo le emissioni di gas serra.

Granot ha scelto di credere in questa sperimentazione e di adottare il modello di Entoprotech, la società è una delle più grandi cooperative agricole in Israele con 20 fabbriche e aziende tra Tel Aviv e Haifa. Nata nel 1940, Granot ha una forte vocazione all’innovazione e ha contribuito a cambiare l’agricoltura israeliana sia sui temi dell’efficienza, con soluzioni pensate per ridurre i costi con un’economia di scala, sia con finanziamenti a progetti di innovazione per la produttività e per la sostenibilità.

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