Gli 1,7 miliardi di euro destinati dall’Italia a sostegno dello sviluppo dell’agrivoltaico non saranno rimessi in discussione. Più precisamente la Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, il regime messo a disposizione in parte attraverso il PNRR.
Secondo Bruxelles, la misura rientra nella strategia italiana per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e aumentare la quota di energie rinnovabili, in linea con gli obiettivi strategici dell’UE relativi al Green Deal europeo. Secondo la Commissione “il regime agevola lo sviluppo di un’attività economica, in particolare la produzione di energia elettrica rinnovabile da impianti agrivoltaici”, ma comunque “la misura è necessaria e adeguata affinché l’Italia consegua gli obiettivi ambientali europei e nazionali”.
I sistemi agrivoltaici consentono l’utilizzo simultaneo dei terreni sia per la produzione di energia fotovoltaica attraverso l’installazione di pannelli solari sia per lo svolgimento di attività agricole. Si tratta di una tecnologia che si è affermata negli ultimi anni, proprio perché capace di conciliare la generazione di energia pulita e produzione agricola in uno stesso terreno, diversamente da quanto capitato sinora
Gli obiettivi dell’Italia
L’obiettivo italiano è la costruzione e la gestione in Italia di nuovi impianti agrivoltaici per una capacità totale di 1,04 GW e una produzione di energia elettrica di almeno 1 300 GWh/anno.
Gli aiuti concessi ai produttori agricoli italiani sono di diversa natura:
- sovvenzioni agli investimenti, con un bilancio totale di 1,1 miliardi di euro, che coprono fino al 40% dei costi di investimento ammissibili;
- tariffe incentivanti, con un bilancio stimato di 560 milioni di euro, da pagare durante la fase operativa dei progetti, per un periodo di 20 anni. Per usufruire del regime, i progetti dei beneficiari dovranno diventare operativi prima del 30 giugno 2026.
Il disco verde della Commissione è stato spinto soprattutto da ragioni di carattere ambientale, vista la necessità del Vecchio Continente di aumentare la produzione green dopo la crisi del gas russo.