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Un nuovo modo di fare la spesa sostenibile per combattere il food waste



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Quella che propone Planeat.eco è una piattaforma innovativa che realizza un nuovo modo di fare la spesa che punta tutto sulla pianificazione per non sprecare cibo e non produrre rifiuti da packaging

Pubblicato il 29 set 2023



foodwaste

Si stima che, a livello mondiale, il 13% del cibo vada perso nella catena di approvvigionamento, ossia dal periodo successivo al raccolto e prima della vendita al dettaglio, e un ulteriore 17% venga sprecato nella distribuzione, in famiglia e nei servizi di ristorazione. Oggi, in occasione della decima edizione della Giornata internazionale di sensibilizzazione sulle perdite e gli sprechi alimentari, la FAO lancia un appello ad enti pubblici e privati affinché svolgano un ruolo maggiormente attivo accanto ai privati cittadini nella battaglia al food waste.

Un commitment che assume un ruolo sempre più sfidante, ma fondamentale in un contesto caratterizzato da maggiori costi e difficoltà nella produzione del cibo e dalla sperequazione nella distribuzione. Per questo, la FAO insiste nell’invitare tutti a fare la loro parte per ridurre lo spreco alimentare: i privati cittadini nelle loro case, o quando mangiano al ristorante, ma anche le organizzazioni collettive – enti pubblici, privati e aziende – nella loro scelte quotidiane, dalla gestione delle mense a quella dei pranzi di dipendenti e collaboratori.

Planeat.eco, la startup nata per combattere il food waste

Nata nel 2020, periodo che ha più che mai evidenziato l’urgenza di un nuovo approccio verso il pianeta e le sue risorse, Planeat.eco propone a famiglie e aziende un nuovo modo di fare la spesa sostenibile per l’ambiente, per l’economia del territorio e per la salute. La possibilità è quella di pianificare i pasti in modo semplice e veloce acquistando ingredienti di qualità, freschi e preparati nelle esatte dosi per comporre le ricette, quindi senza sprechi e dispersioni. Grazie ad una tecnologia in grado di tracciare le abitudini di ciascun cliente, le quantità di ingredienti vengono ribilanciate per evitare sprechi.

Modulare e flessibile, Planeat.eco offre agli utenti la possibilità di comporre menù a scelta sul portale, per il numero desiderato di giorni (per più settimane di seguito, o una ogni tanto) ricevendo poi a domicilio i kit di ingredienti freschi. Tra le 400 proposte sul portale si trovano piatti della tradizione ma anche vegetariani e vegani, studiati da un biologo nutrizionista per offrire miglior bilanciamento nutrizionale.

La premessa che sta alla base del modello di risparmio messo a punto da Planeat.eco è che tutto il cibo acquistato tramite la piattaforma non viene sprecato e non produce rifiuti da packaging. Questo perché tramite la prenotazione in anticipo dei pasti si riesce a comprare esattamente la quantità di materie prime necessaria, senza nessuna eccedenza, e perché gli ingredienti forniti alle famiglie per cucinare le ricette vendute su Planeat sono già nella esatta quantità necessaria per il numero di porzioni acquistate.

L’impatto positivo sull’ambiente, la società e l’economia

Il meccanismo premiante è quello della pianificazione che permette di ottimizzare le risorse e, quindi, di ridurre gli sprechi di tempo e di energia, impattando sempre meno sull’ambiente. In collaborazione con il dipartimento Economics and Management dell’Università di Pavia, Planeat.eco ha calcolato l’impatto ambientale del proprio modello sul pianeta, in termini di risparmio di cibo e risorse (Co2, acqua, suolo).

Partendo dai dati ufficiali della FAO, per cui nel mondo si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo all’anno, il che genera una produzione in eccesso di 3,3 miliardi di tonnellate di Co2, un consumo inutile di acqua pari a 250 chilometri quadrati, e un consumo di suolo pari a 1,4 miliardi di ettari di terreno, Planeat.eco ha fatto una fotografia in positivo di questo scenario da cui, calcolando il numero di pasti serviti dalla startup in questi anni, derivano i risparmi in termini di cibo, CO2, terreno e acqua.

Il risparmio in termini di Co2, acqua e terreno

Questi i numeri nel dettaglio:

  • 42 tonnellate di cibo “salvate” dal 2020 quando l’azienda è nata, per un totale di 30 aziende e 1300 famiglie servite e quasi 900 mila tra porzioni di piatti pronti e ingredienti per ricette. I dipendenti delle aziende clienti – tra le altre AstraZeneca, Galbusera, Marvell e SeaVision – hanno contribuito per quasi 17 tonnellate: in termini figurati l’equivalente, rispettivamente di 5 e 3,5 elefanti.
  • 106 tonnellate di CO2 risparmiate, pari a 1370 viaggi Milano Napoli in auto (a benzina) se si calcolano tutti i clienti; e 41 contando “solo” quelle risparmiate dai dipendenti delle aziende clienti in circa due anni (il servizio aziende di Planeat è partito a metà 2021).
  • 25 milioni i litri di acqua complessivi risparmiati, pari a 10 piscine olimpioniche, di cui 9,5 milioni dai clienti aziendali.
  • 460 mila mq di terreno risparmiati, come 64 campi da calcio, e 180 mila mq contando quelli risparmiati dalle sole aziende.

Dati rendicontati da Planeat alle società clienti e utili a loro volta per compilare il bilancio di sostenibilità che, secondo gli obiettivi di Agenda 2030, diventerà obbligatorio per le aziende oltre i 250 dipendenti. E indipendentemente dagli standard seguiti per la compilazione del bilancio, alle aziende verrà richiesto di certificare l’intera catena di approvvigionamento, tra cui i fornitori di pasti aziendali.

Programmando lo spreco si risparmia

L’Osservatorio Planeat.eco ha inoltre analizzato 7.000 ordini di 400 famiglie (Milano, Monza e Brianza e Pavia il bacino preso in esame) in un arco di 6 mesi, evidenziando come pianificazione e attenzione allo spreco si traducono anche in risparmio.

Sia per la startup che offre il servizio, che acquista solo le quantità di materia prima necessaria a realizzare kit e piatti ordinati evitando sprechi a monte. Sia per il cliente finale che beneficia dei minori costi di produzione dell’azienda.

Per un carrello composto da frutta, verdura, pasta, sughi, formaggi, salumi, focacce e dolci al 70%, carne al 25% e pesce al 15%, una famiglia di 4 persone spende circa 350 euro al mese salvando dalla pattumiera 70 kg di cibo all’anno.

Un sistema regolato “al millimetro” per gestire il food waste

La mission di Planeat.eco, come sottolinea il fondatore Nicola Lamberti, è provare a salvare “un mondo malato in cui non è possibile continuare a fingersi sani”. Il track record di informatici e ingegneri ha permesso alla società Benefit “di mettere a punto un sistema regolato al millimetro per gestire il processo di approvvigionamento, preparazione e distribuzione scegliendo materie prime di ottima qualità, a prezzi e condizioni rispettose per i nostri fornitori: nulla viene acquistato in più e nulla sprecato. Il risparmio che ne deriva si traduce in prezzi molto accessibili per i nostri clienti”.

“Come soci e azionisti – prosegue Lamberti – abbiamo poi scelto di sacrificare una piccola percentuale dei nostri margini per contribuire a contenere il prezzo di vendita ai clienti e raggiungere il maggior numero di persone per contribuire il più possibile all’obiettivo di lotta allo spreco”.

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