È arrivato l’autunno, il periodo in cui inizia la raccolta delle olive, che, in alcuni casi, si potrà protrarre sino a fine stagione. Da sempre, nelle zone in cui si coltivano gli ulivi, la raccolta delle olive è vissuta come un vero e proprio evento che riunisce i coltivatori e i loro parenti. In passato questo permetteva di avere a disposizione utilissime braccia, dato che la raccolta delle olive avveniva in prevalenza manualmente. Oggi le cose sono un po’ cambiate e la tendenza è di sfruttare la tecnologia per ottimizzare l’attività e velocizzare il raccolto. Per altro, la raccolta può essere fatta manualmente in modo agevole solo nel caso delle piante o dei rami più bassi, per quelli più alti è comunque necessario avvalersi di strumenti che consentano di raggiungere le olive.
L’abbacchiatura, uno dei metodi più usati
Uno dei metodi meccanici più utilizzati oggi per la raccolta delle olive è quello dell’abbacchiatura. Questo metodo prende il nome dallo strumento impiegato, che appunto si chiama abbacchiatore. “Non è altro che un apparecchio composto da un’asta con alla base una sorta di maniglia/pulsantiera e in cima un dispositivo che termina con un rastrello a ventaglio, con una forma che ricorda le dita di una mano – chiarisce Claudio Feré, General Manager di F&C Solutions –. Questi rastrelli vengono inseriti all’interno del ramo dove ci sono le olive da raccogliere. Una volta attivato, l’abbacchiatore agisce come una frusta e fa cascare le olive, che finiscono nelle reti poste alla base dell’albero”.
Siccome l’abbacchiatore è un apparecchio che va tenuto in mano per lungo tempo è necessario che il suo peso sia il più contenuto possibile. Per questo oggi si tende a usare il carbonio (o in alternativa l’alluminio) in tutte le parti non “meccaniche”, come l’asta o i rastrelli.
Motori piccoli e leggeri, ma molto potenti
Per limitare il peso della parte preposta a generare il movimento si usano invece motori che siano più piccoli e leggeri possibile, ma anche molto performanti. Bisogna infatti considerare che l’asta che viene inserita all’interno dei rami ha una lunghezza 1,5-2 metri. Quindi è piuttosto lunga e più peso viene messo in cima più la leva che si crea affatica l’operatore, che deve usare l’abbacchiatore per diverse ore.
“In passato – sottolinea Claudio Feré – tali apparecchi erano basati su un motore a scoppio oppure su sistemi ad aria compressa. Questo significava doversi portare appresso anche il compressore. L’evoluzione tecnologica dell’abbacchiatore ha portato all’impiego di motori brushless, ma ancora con dimensioni e pesi importanti. Oggi possiamo realizzare abbacchiatori molto leggeri utilizzando motori brushless di dimensioni molto contenute: parliamo di 40/45 mm di diametro per 22/27 mm di lunghezza. Così anziché avere un peso superiore al chilo, siamo intorno ai 125 grammi”.
Per gli abbacchiatori, F&C Solutions suggerisce l’impiego di motori brushless a rotore esterno, i cosiddetti outrunner. “Questi motori che hanno la carcassa esterna in rotazione (parte magnetica), grazie a un maggiore volume di magneti montati, sviluppano una coppia maggiore a parità di dimensioni di ingombro rispetto a un motore con rotore interno” afferma Claudio Feré.
Batterie al litio che stanno in tasca
Tutti gli abbacchiatori sono alimentati a batteria. Si può utilizzare la batteria dell’auto laddove si è in bassa tensione, portandosi appresso un carrellino con una tipica batteria da 12 Volt. “Noi utilizziamo motori che funzionano anche a 36 Volt e a 44 Volt. Con questi non si usa più una batteria da automobile ma al litio, che ha dimensioni molto più limitate. Tali batterie possono essere facilmente trasportate inserite in apposite cinture o giubbetti. L’operatore può così muoversi agevolmente, perché non è più necessario il carrello. Servono solo un giubbetto o una cintura con le batterie da collegare al cavo dell’asta dell’abbacchiatore, che, in sostanza, fanno diventare un corpo unico operatore e apparecchiatura”.
Da sottolineare che con un motore alimentato a 12 Volt si riesce ad arrivare a un assorbimento di corrente anche di 35-38 Ampere. Con batterie da 44 Volt invece l’assorbimento è sempre attorno ai 10 ampere, il che significa una potenza 450-500 watt. “Questi motori riescono a sopportare tali correnti senza problemi”, precisa Claudio Feré.
Tutto dipende dall’elettronica
Assieme a questa tipologia di motore è stata sviluppata anche un’elettronica specifica, che permette all’operatore di avere una serie di pulsanti nella zona dove c’è l’impugnatura e con i quali può gestire la velocità del motore o anche interromperne il funzionamento. Questo perché può capitare che dei rami si incastrano tra il rastrello dell’abbacchiatore e lo blocchino. In quel caso, si può fermare l’apparecchio, liberarlo dai rami e farlo ripartire.
“Noi forniamo anche l’elettronica di gestione di queste apparecchiature – afferma Claudio Feré. Proponiamo una soluzione completa, compresa la meccanica, quando richiesta. Non dimentichiamo, infatti, che dove c’è un motore c’è anche una riduzione meccanica fatta ruote e di ingranaggi. E la rotazione deve essere trasferita in maniera adeguata rispetto all’utilizzo che se ne fa. Nell’abbacchiatore, il motore ha una velocità attorno ai 15mila giri. Questa viene ridotta meccanicamente, nel contempo si fa aumentare la coppia per far muovere in modo efficace il rastrello del sistema. Il funzionamento è tutto gestito e controllato in coppia. Con l’elettronica si possono imporre le coppie, ossia le forze che le dita del rastrello devono avere quando si muovono. Si può anche stabilire che, al di là di una certa coppia, le dita del rastrello si debbano fermare per evitare di rovinare la pianta”.
Abbiamo quindi quattro elementi importanti che contraddistinguono un abbacchiatore: le dimensioni, il peso, l’autonomia e le elettroniche di controllo. “Noi forniamo al costruttore tutti i componenti preposti al movimento, ovvero la parte di motorizzazione e gli ingranaggi di riduzione meccanica, e l’elettronica. Tutto il resto, quindi i rastrelli e il guscio di contenimento del motore, della riduzione, l’asta e la pulsantiera sono invece di competenza del costruttore”.
Gli scuotitori, per la raccolta delle olive sui rami più alti
Con gli abbacchiatori si riesce ad arrivare piuttosto in alto sugli ulivi. Tuttavia, può accadere che durante la raccolta delle olive ci si imbatta in rami troppo alti anche per l’abbacchiatore. In tal caso, si può usare uno scuotitore. Si tratta di un apparecchio simile all’abbacchiatore, ma che al posto degli aghi, in cima, ha un gancio. Tale gancio si attacca alla base del ramo che viene scosso meccanicamente per staccare le olive. “Questi apparecchi usano una motorizzazione simile a quella dell’abbacchiatore”, conclude Claudio Feré.