Il 16 aprile 2020, la Commissione europea ha adottato due misure per supportare il settore agroalimentare colpito dall’emergenza sanitaria. Si tratta di interventi che alimentano il flusso di cassa degli agricoltori e riducono gli oneri amministrativi per le autorità nazionali e regionali e per gli agricoltori in questi tempi particolarmente difficili.
Con prima misura, la Commissione ha infatti previsto anticipi dei pagamenti per gli agricoltori che inizieranno a essere erogati da metà ottobre.
Il secondo intervento adottato in sede europea è invece finalizzato a ridurre il numero di controlli fisici in loco.
In base alle attuali norme europee sulla Politica Agricola Comune, gli Stati membri dell’UE sono, infatti, tenuti ad effettuare una serie di controlli nelle aziende agricole nell’ambito del Sistema integrato di amministrazione e controllo, che garantisce che tutti i pagamenti effettuati agli agricoltori dal bilancio della PAC siano effettuati correttamente.
Pagamenti PAC: come funzionano i controlli in agricoltura
Sono circa sette milioni gli agricoltori che beneficiano dei pagamenti PAC basati sulla superficie coltivata. Tali pagamenti sono effettuati sulla base dei dati comunicati dagli agricoltori, mediante una procedura che implica la compilazione di moduli digitali e analogici, che vengono successivamente controllati dalle agenzie di pagamento (per l’Italia, l’Agea).
I dati comunicati dagli agricoltori sono riferiti a:
• la misurazione delle aree agricole ammissibili alla misura di sostegno
• la verifica della presenza sulla superficie agricola di colture e / o di attività zootecnica
• il numero di animali
• l’impiego di fitosanitari
Le verifiche sulle informazioni comunicate sono effettuate a mezzo di controlli fisici da parte delle autorità ispettive e mediante tecnologia di telerilevamento su immagini satellitari e / o aeree, seguendo le linee guida della Commissione europea. In quest’ultimo caso, se i dati di telerilevamento non bastano per verificare la conformità, si passa alle ispezioni in azienda. In molte zone però, ancora oggi l’ispezione in azienda non è considerata in via residuale, ma alla stessa si fa ancora ricorso in tutti i casi. Tuttavia, mentre l’ispezione viene effettuata a campione, l’utilizzo delle nuove tecnologie consente un monitoraggio a tappeto sulle singole parcelle agricole per l’intero periodo vegetativo con un notevole risparmio di costi.
Il monitoraggio automatico via satellite e le immagini geo-taggate
L’Unione europea, nelle attuali circostanze eccezionali di emergenza sanitaria da Covid-19, ha quindi raccomandato i paesi dell’UE che devono vigilare sul rispetto delle condizioni di ammissibilità alle misure di agevolazione, di introdurre sistemi a distanza per effettuare tali controlli. Secondo la Commissione occorre ridurre al minimo il contatto fisico tra gli agricoltori e gli ispettori che effettuano i controlli, per questo, derogando alle norme ordinarie, ha deciso di diminuire il numero complessivo di controlli fisici da effettuare sui campi agricoli, per la parte prevalente del bilancio della politica agricola comune (PAC) dal 5% al 3% (per pagamenti diretti e misure di sviluppo rurale), ma al contempo ha incoraggiato gli Stati membri ad individuare forme alternative per sostituire le tradizionali visite in azienda, favorendo l’impiego di nuove tecnologie, come ad esempio immagini satellitari per controllare l’attività agricola sul campo, droni e foto geo-taggate per dimostrare che vi è stato un effettivo investimento. Questa misura, a parere della Commissione, contribuirà a ridurre gli oneri amministrativi ed evitare inutili ritardi nella gestione delle domande di aiuto.
L’interesse della Commissione Europea all’impiego di tali forme di tecnologia in agricoltura non è nuovo. In verità, da molto tempo la PAC usa la fotografia aerea e le immagini satellitari per il controllo degli aiuti per le zone agricole che oggi rappresentano quasi l’80 % dei finanziamenti erogati dall’UE a favore dell’agricoltura e dello sviluppo rurale, tuttavia nonostante la risoluzione delle immagini rilevate con i satelliti siano ad altissima risoluzione, sino al 2017 non esisteva una frequenza di rilevamento come quella oggi disponibile per verificare le attività svolte sui terreni agricoli nel corso dell’anno.
Nel marzo 2017, infatti i satelliti europei Copernicus Sentinel hanno iniziato a fornire immagini ad altissima risoluzione, con notevole frequenza e liberamente accessibili, creando un punto di svolta per l’osservazione della superficie terrestre ai fini della mappatura delle zone agricole.
Ecco perchè nel 2018 è stato adottato un nuovo regolamento di esecuzione, il Regolamento n. 746 del 18 maggio 2018 che è andato a sostituire il precedente n. 809/2014 per quanto riguarda la modifica delle domande uniche e delle domande di pagamento e i controlli in agricoltura con cui, è stato, per la prima volta espressamente previsto l’impiego di una vasta gamma di tecnologie moderne per lo svolgimento dei controlli per superficie per i Pagamenti PAC. Obiettivo finale di tale introduzione normativa è quello di sostituire completamente, a livello dell’Unione, i controlli fisici nelle aziende agricole con un sistema di monitoraggio automatico basato sull’analisi dei dati di osservazione della Terra.
Il Coronavirus diventa in tal caso l’occasione per rendere concreto e accelerare il processo di attuazione di tali norme e questo anche in considerazione della relazione presentata dalla Corte dei conti europea nel gennaio 2020.
Come funziona il monitoraggio tecnologico dei campi agricoli
Le disposizioni che autorizzano all’uso di tali strumenti per il controllo in agricoltura sono entrate in vigore il 22 maggio 2018 e prevedono l’utilizzo dei dati provenienti dai satelliti Copernicus Sentinel dell’UE e altri dati di osservazione della Terra come prova per verificare il rispetto da parte degli agricoltori dei requisiti previsti dalla PAC per i pagamenti basati sull’area coltivata (sia diretti pagamenti agli agricoltori o pagamenti di sostegno allo sviluppo rurale), nonché per la verifica dei requisiti di condizionalità, come la combustione delle stoppie. Le norme hanno previsto, anche, l’impiego di altre nuove prove, sempre basate sulla tecnologia, come foto geo-taggate e informazioni dai droni o informazioni digitali fornite direttamente dagli agricoltori, che vengono raccolte da apparecchiature con cui si creano mappe sui rendimenti che vengono caricate in automatico su cloud e condivise con gli organismi pagatori. Si tratta di informazioni che riguardano la resa, ma anche mappe digitali applicate ai semi usati, ai fertilizzanti o pesticidi che provano il tipo di coltura coltivata e le dimensioni del campo.
Cambia dunque anche il controllo sui campi agricoli, si passa dalla vigilanza fisica, al monitoraggio virtuale, l’intervento ispettivo diventa residuale e si prevede che ad esso si faccia ricorso solo quando le prove digitali non sono ritenute sufficienti per verificare la conformità.
Secondo quanto si apprende dai documenti della Commissione europea, questa nuova forma di monitoraggio tecnologico utilizza i dati di osservazione della terra estrapolati dai satelliti Copernicus Sentinel e li combina con altre tecnologie di osservazione satellitare o terrestre, integrandoli con foto geo-taggate. L’elaborazione avviene in automatico, utilizzando algoritmi informatici che possono individuare, ad esempio, come viene usato il suolo o da quale coltura è coperta la superfice delle aree agricole osservate. Queste informazioni vengono quindi confrontate e combinate con le informazioni esistenti nel sistema di identificazione delle aree terrestri, un sistema per l’identificazione di tutte le aree agricole negli Stati membri dell’UE che fa parte del SIGC; quanto rilevato viene poi incrociato con ogni singola domanda di aiuto pervenuta all’organismo pagatore dello Stato membro per valutare se quanto dichiarato nelle domande corrisponde a verità e se quindi il versamento delle risorse può essere effettuato. Nei casi in cui questo sistema automatizzato non sia in grado di determinare se le analisi sono accurate, è possibile utilizzare prove aggiuntive (tra cui foto geo-taggate o altra documentazione pertinente inviata dall’agricoltore o dati ripresi dai droni, ad esempio) per supportare l’analisi e quindi l’eventuale reclamo contro l’agricoltore.
Solo se anche tali prove non forniscono risultati che consentano di trarre conclusioni definitive, considerate soddisfacenti dall’autorità competente, sull’ammissibilità dell’aiuto o del sostegno richiesto, se del caso, sulle dimensioni esatte della superficie che è oggetto di controlli amministrativi o in loco, si prevede il ricorso alle ispezioni fisiche sul campo.
Grazie poi all’uso dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico, è possibile anche classificare il tipo di coltura e verificare il rispetto della tutela ambientale; la tecnologia impiegata per monitorare il terreno ha una risoluzione talmente elevata in grado di rilevare anche gli oggetti presenti sul campo. I paesi europei sono comunque liberi di scegliere se applicare questa nuova modalità tecnologica con cui monitorare il rispetto delle norme in agricoltura da parte dei beneficiari delle misure di sostegno, ma il risparmio in termini di costi rispetto alle ispezioni fisiche, è evidente.
In caso di adozione, le autorità degli Stati membri devono comunque istituire una procedura periodica e sistematica di osservazione, sorveglianza e valutazione di tutti i criteri di ammissibilità, gli impegni e gli altri obblighi che possono essere controllati tramite i dati dei satelliti Sentinel Copernicus o altri dati di valore almeno equivalente, per un periodo di tempo che permetta di stabilire l’ammissibilità dell’aiuto o del sostegno richiesto e, soprattutto, informare gli agricoltori in merito alla decisione di effettuare controlli tramite monitoraggio tecnologico e istituire strumenti adeguati per comunicare con gli stessi agricoltori beneficiari con riguardo almeno alle segnalazioni e alle prove richieste.
Mediante l’impiego di tale tecnologica, è quindi possibile comunicare più facilmente agli agricoltori in anticipo i comportamenti correttivi da adottare per evitare sanzioni, così ad esempio si può comunicare all’azienda agricola la necessità di svolgere determinate attività come la falciatura dell’erba prima di una data prestabilita, se risulta dal rilevamento che l’operazione non è stata eseguita. Questo consentirà agli agricoltori di adempiere correttamente ai propri obblighi ambientali e di altra natura, evitando così sanzioni per l’inosservanza delle norme della PAC.
Gli aspetti legati alla tutela della privacy nel monitoraggio informatico dei terreni agricoli
Tuttavia, tale controllo di operazioni sul terreno stride con la normativa in materia di privacy. Si tratta comunque di monitorare azioni che, seppure riguardano un terreno agricolo, se incrociate con altre, possono ricondurre indirettamente a persone fisiche, informazioni che daranno la possibilità di controllare il comportamento di persone fisiche nei campi agricoli e apprendere quando quel soggetto X compie un’azione e quando invece non l’ha ancora compiuta, oppure gli stessi strumenti di monitoraggio utilizzati possono involontariamente raccogliere informazioni di natura riservata (residenze vicine, soggetti terzi, veicoli, targhe ecc.).
Anche le tecnologie di rilevamento e i meccanismi di raccolta dei dati applicati in agricoltura, attraverso il monitoraggio, possono registrare e trattare informazioni di natura sensibile; la tecnologia usata, ad esempio con i droni, è in grado di fornire immagini talmente accurate che possono mettere a rischio la riservatezza delle persone e dei loro dati personali e / o finanziari e possono arrivare alla violazione della normativa in materia di trattamento dati personali (GDPR).
Per questo, nell’impiego della tecnologia in agricoltura e nell’uso delle tecnologie di monitoraggio innanzi descritte la protezione dei dati personali non deve essere considerata in maniera secondaria. Devono dunque essere impiegati strumenti sicuri di condivisione delle informazioni che impediscano l’accesso a terzi non autorizzati nel trasferimento delle informazioni e nella loro conservazione nel cloud, devono essere valutate attentamente anche le misure di sicurezza per la protezione dei diritti dei proprietari dei dati. Occorre stilare precisi protocolli nello sviluppo dei droni impiegati nel monitoraggio, in modo che sia rispettata la privacy by design, ad esempio imponendo che la risoluzione dell’immagine sia di livello minimo sufficiente per eseguire lo scopo del trattamento, impedendo di rilevare i volti dei soggetti, applicare tecniche per l’anonimizzazione delle immagini già dalla fase di acquisizione, includere la crittografia per cifrare i dati acquisiti e memorizzati sul drone stesso; bloccare la memorizzazione di informazioni riferite a persone se non risultano necessarie; quindi, ad esempio, se l’obiettivo è rilevare la coltura su un terreno agricolo, non avrebbe senso archiviare immagini che consentano di identificare le persone presenti in quell’area.
Controlli automatizzati dei campi agricoli in Italia via satellite
In Italia, l’organismo pagatore è Agea, che nel 2018 ha fatto partire il primo progetto pilota di monitoraggio massivo sull’area agricola del foggiano per la verifica di aziende agricole e appezzamenti (una superficie complessiva di 7000 km quadrati); i dati da estrarre automaticamente erano riferiti a rilievi circa la coltivazione o meno del terreno, la vegetazione in crescita, la presenza o meno di attività di gestione, le fasi di raccolta ecc. Analizzando e confrontando tali informazioni, il sistema tecnologico impiegato ha consentito di verificare quali aziende erano state adempienti e potevano, quindi, ricevere i pagamenti; quali parzialmente adempienti e per quali invece occorreva l’intervento di un esperto.
Questo progetto pilota è stato seguito da altri organismi pagatori nel corso del 2019 (Belgio, Danimarca, Italia, Malta e Spagna). Altri 13 organismi pagatori di altri otto Stati membri intendono adottarlo entro la fine del 2020.
Gli ostacoli alla diffusione della tecnologia in agricoltura
Ma come rilevato dalla Corte dei Conti europea nella relazione n.4 del gennaio 2020, ci sono diversi ostacoli all’uso diffuso di tali nuove tecnologie in agricoltura. Tra questi, il fatto che gli organismi pagatori temono che la Commissione possa mettere in discussione le decisioni adottate sulla base dei controlli tramite monitoraggio e quindi hanno timore di subire rettifiche finanziarie da parte della stessa, in quanto non è ancora ben chiaramente definita la procedura di verifica della conformità in base al nuovo processo di monitoraggio. Secondo la Corte dei Conti europea, infatti, mentre, nel caso dei controlli tradizionali, esistono regole dettagliate su come effettuare controlli in loco o di telerilevamento, non esistono regole su come devono essere effettuati correttamente i controlli mediante monitoraggio.
In aggiunta, l’adozione del nuovo approccio comporta modifiche significative alle procedure e ai sistemi informatici degli organismi pagatori che attualmente non dispongono delle risorse necessarie per intervenire sugli stessi; in tal senso, la Commissione ha adottato iniziative per facilitare l’accesso ai dati di Sentinel e al cloud digitale, ma l’impiego da parte degli organismi pagatori a fini operativi risulta ancora limitato.
Si rendono quindi necessarie, come del resto sottolineato dalla Corte, precise linee guida che istruiscono su come eseguire le nuove modalità di controllo basate su dati acquisiti mediante la tecnologia digitale, consentendo agli organismi pagatori di personalizzarle in base alle loro esigenze; istituire un quadro di valutazione della qualità per i controlli mediante monitoraggio; fornire una piattaforma che consenta di facilitare gli scambi di informazioni tra gli organismi pagatori al fine di identificare sinergie per l’elaborazione dei dati, la memorizzazione dei dati, l’acquisizione dei dati o altri servizi correlati, che offrirebbero vantaggi e risparmi reciproci, il tutto nel rispetto della privacy dei cittadini e degli stessi agricoltori.