Nel corso del side event “Technology, AI and Innovation for Transformative Climate Action in Sustainable Agri-food Systems“, organizzato a COP28 dalla Queen’s Mary University di Londra in collaborazione con la NGO italiana, Change For Planet, è arrivato un importante contributo dell’agrifood italiano a partire dall’ecosistema di innovazione beeco e dalla testimonianza di professionisti italiani sia in presenza a Dubai, sia in collegamento.
Innovazione agritech italiana al servizio della sostenibilità
L’evento ha visto la partecipazione di eccellenze agritech italiane, da scale-up in grande sviluppo come xFarm, Cynomys, 3bee e The Circle, alle start-up ancora in fase early stage, ma con un enorme potenziale come HortoMio e VisioNing.
Irene Ghaleb, vice presidente di Change For Planet, ha introdotto l’anima italiana del panel. Questa ONG con sede in Toscana è attiva in progetti legati alla sostenibilità ambientale e all’educazione. Ha sottolineato l’importanza di integrare la sustainability nella filiera alimentare, non solo come azione isolata ma come parte integrante dell’educazione delle nuove generazioni. Questo concetto è uno dei pilastri fondamentali della COP.
Investimenti agritech: una crescita che sfiora il 90%
Antonio Iannone di TheFoodCons ha sottolineato che le realtà agritech italiane sono al centro di un fenomeno in grande sviluppo e hanno tutte le carte in regola per diventare leader globali nel settore.
Un segnale decisamente importante in questo senso arriva dal volume di investimenti nell’agritech del nostro paese che, come sottolinea Iannone, anticipando alcuni dati del il report completo che verrà presentato il prossimo gennaio, stanno mettendo a segno una crescita di quasi il 90%.
Il ruolo dell’innovazione circolare nell’ecosistema agrifood
Il CEO di beeco, Marco D’Angelo, ha portato un contributo speciale sui temi della trasformazione sostenibile. Nel corso della sua presentazione ha esplorato in dettaglio il concetto di innovazione circolare nell’ecosistema agrifood, mettendo in evidenza l’importanza di sviluppare collaborazioni e reti in cui l’innovazione possa prosperare e diffondersi in modo sostenibile.
D’Angelo ha poi sottolineato come il ruolo delle start-up, dell’istruzione, degli green skills, degli investimenti e dei servizi possano contribuire sinergicamente a un ciclo continuo di crescita e valore aggiunto. Il contributo del CEO di beeco ha poi mostrato con esempi pratici come l’azienda stia attivamente promuovendo questo modello di innovazione.
Un percorso di innovazione sulla spinta delle startup
Le startup sono state descritte come navi che stanno portando l’Italia del settore alimentare verso l’innovazione. Attraverso beeco, Luigi Galimberti e Giovanni Ferri hanno creato un mini-ecosistema agrifood-tech basato sulla “circular innovation,” lanciando progetti come Sfera, HortoMio e ToSeed. Un modello di sviluppo questo che è basato sulla realizzazione di progetti con precise finalità che non si muovono come “asset isolati”, ma al contrario come entità comunicanti, collaborative e in costante crescita.
Ermelinda Falletta, ricercatrice dell’Università degli Studi di Milano e fondatrice di VisioNing, ha a sua volta presentato una tecnologia in fase di brevetto per la gestione e il riciclo delle acque reflue in agricoltura.
Falletta ha spiegato come questo innovativo sistema permetta di riutilizzare ogni singola goccia d’acqua sfruttando l’energia solare, affrontando così uno dei principali problemi legati all’agricoltura. Inoltre, con il suo contributo ha evidenziato l’importanza di questa tecnologia nel ridurre l’impronta idrica dell’agricoltura, un aspetto cruciale per la sostenibilità ambientale. La sua presentazione ha potuto mettere in luce come VisioNing stia lavorando per integrare soluzioni innovative con pratiche agricole tradizionali, creando un ponte tra passato e futuro nel settore agricolo.
Il digitale al servizio della trasformazione sostenibile del settore zootecnico
In collegamento video dall’Italia, Enrico Carta, cofondatore e CEO di Cynomys, startup attiva nella zootecnia di precisione, ha sottolineato che l’allevamento è una delle principali cause di produzione di gas serra, del consumo di acqua e del degrado del suolo. Nello stesso tempo però, accanto alle criticità del settore, sono arrivate anche le soluzioni abilitate dall’innovazione digitale e Carta ha evidenziato come la tecnologia possa contribuire a mitigare l’impatto ambientale di questo settore vitale. Ha inoltre discusso l’importanza dell’analisi dei dati e dell’intelligenza artificiale nel migliorare l’efficienza e la sostenibilità delle pratiche di allevamento, dimostrando come l’innovazione tecnologica possa essere un potente strumento per affrontare alcune delle sfide più urgenti nel settore agricolo.